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Correre tra in campi di grano in Yorkshire
di Roberto Lombardi, 12/08/2013

(Ovvero tornare tosti da Campotosto)

Io non so se sono un’eccezione, ma ogni volta che vado in vacanza, prima ancora di partire, preparo le mie uscite. Lo so, è pedante, prevedibile, noioso, monotono. Ma non “battezzare” un luogo con la suola delle mie scarpe A3, mi sembra un’occasione sprecata.

Stavolta la destinazione del viaggio era lo Yorkshire. Situato al nord dell’Inghilterra, sotto la Scozia e trascurato dai circuiti turistici internazionali, questa terra è stato il centro della Rivoluzione Industriale dell’’800, quando miniere e fabbriche rendevano l’Inghilterra il primo Paese moderno.

La mia meta è stata Doncaster. Per gli amanti del calcio, questa è la città dove è nato Kevin Keegan, stella del football degli anni ’70.
Allora, come trovare un posto dove farsi una “garetta” oltremanica, in questa landa sconosciuta?

Oggi internet fa miracoli. Basta digitare DONCASTER RUNNING CLUB. Facile, no?
Quello che ho trovato è stato un intrigante quanto misterioso ASKERN10. Da corrersi l’11 agosto. Si parte alle 10.30 dal “Club del Welfare dei Minatori”. Interessante.

Una gara valida per il campionato di corsa dello Yorkshire, organizzata da un’associazione dilettantistica locale. Senza troppe pretese decido di presentarmi.
Il tavolo della registrazione è semplice. Pago le 10 sterline di iscrizione e vedo i compagni di corsa arrivare. Provengono dalle località più disparate: York, Sheffield, Rotherham, Nottingham. La maggior parte sono, come da noi, abbastanza in forma, molte donne partecipano.

Ovviamente il pre-gara è molto diverso dal nostro, dove l’atmosfera è molto più chiassosa. Ma si sa che l’espressione migliore della giovialità inglese è la tagliente ironia dello humor, che non brilla per rumorosità.
In fondo anche una gara podistica, ovunque abbia luogo, è lo specchio della società dove si svolge.

Tutto sembra perfettamente organizzato, ma alle 10.25 ci informano che “a truck isblocking the way”. Un camion è stato parcheggiato in modo da bloccare il percorso e quindi si partirà con un quarto d’ora di ritardo. Succede in tutto il mondo. Pronti per partire.

Un’”Ammiraglia” con un cronometro sul tetto si pone alla testa della corsa. Una corda è tesa davanti ai concorrenti. La corda cade e i nostri cronometri scattano.
Mi accorgo in questo momento di essere l’unico straniero, quindi l’unico Italiano.
Un senso di solitudine si vuole affacciare alla gola. Lo rimando giù. E pedalo.
Comincia male. Mi vedo superare da quasi tutti. Un poco di sconforto.

Perché sono qui? Dovevo proprio venire qui a farmi ridere dietro? Io e questa maglia azzurra che indosso sotto la gloriosa canotta orange di Podistica.
Tra l’altro ho scoperto solo alla partenza che l’ASKERN 10 si riferisce, naturalmente, alle MIGLIA!

Correrò 16 km, quindi. Un rapido calcolo e capisco che se farò il bravo ci metterò 100 minuti. Un’ora e quaranta.

Rivedo, mentre faccio le prime quattro miglia, le ragioni per cui sono qui.
D’improvviso capisco. Alla mia destra e alla mia sinistra si stendono infiniti campi di grano, biondi, pronti per essere falciati. Il sole cede il posto alle nuvole e una gradevole “drizzle”, una pioggerellina fine che mi accarezza il viso.
E piano piano arrivano sensazioni e poesia. Il corpo si protende verso la sua migliore forma, oltre lo spazio, oltre il tempo.

Quasi come risposta a questo momento di “bliss” –beatitudine-, la mia corsa cambia ritmo. Si è risvegliato, come d’incanto, l’Italiano, l’orgoglio Italiano in me.
Mi ricordo di essere conterraneo di Dante, Leonardo…. ma soprattutto Baldini!

OK, sono un TAP runner, un corridore della domenica, ma questo non vuol dire che sarò compatito o deriso. Una sana ostilità fa mulinare le gambe. Comincio a superare concorrenti. TIC TAC sarebbe orgoglioso di me. Tre miglia all’arrivo, poco meno di cinque km. Sto bene!

Se i tre km finali di Campotosto mi hanno massacrato, mi accorgo di essere in progressione, adesso. Perdonate il gioco di parole, ma ho ragione di credere che Campotosto mi ha reso tosto.

Difficile spiegare come ricorderò gli ultimi tre km della ASKERN10. Quello che ricordo è il superare tanta gente con ancora tanta benzina in corpo. Ricordo la mia ultima vittima. Una gentildonna non giovanissima, ma coriacea. Davanti a me per più di 15 km. Un sogno superarla perché 100 metri a volte sembrano 1000.

Ma, e qui concludo, ad un certo punto ho immaginato tutta la squadra di Podistica con me. Negli ultimi 200 metri mentre mi producevo nello spendere tutto quello che era rimasto ho avuto una specie di visione. Tutti i miei compagni, in canotta orange erano ai lati della strada, incoraggiandomi:
Daniela, Daniele, Romano, Pino il Pres, Giovanni, Fabrizio, Maria, Fulvio e tutti gli altri.

Il cuore che batteva forte sotto la maglia azzurra e la gara che finiva con grande soddisfazione.
Un’ora e trentotto minuti e sette secondi.
E finita la corsa e lasciate le rivalità nazionali da una parte si è bevuto una ottima birra rigorosamente inglese insieme.
Perché in fondo lo sport serve ad unire.

Roberto Lombardi




Gara: Askern 10 mile (11/08/2013)

SCHEDA GARA



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