Le Lady Oranges alla Tuscany Crossing Val D'Orcia di Chiara Milanetti, 30/04/2014
Le Lady Oranges a podio Prima staffettista, Paola
Sveglia alle 5, colazione in camper tra le imprecazioni dei ragazzi della staffetta maschile che sarebbero partiti dopo e via, alla partenza...
In qualità di prima frazionista mi trovo sotto il gonfiabile insieme agli intrepidi che affronteranno la 100km... confesso che mi sento un po' imbarazzata, pensando che loro sì che fanno una vera impresa.... in fondo i miei sono "solo" 26km!!! Ma ho intenzione di godermeli tutti e arrivare il più presto possibile da Chiara che mi aspetta a San Quirico.
Non fa troppo freddo, è ancora buio e una nebbia leggera avvolge questa strana atmosfera..... ma ho poco tempo per soffermarmi sulle primissime emozioni perché si parte!!!!!
Giro di Castiglione, in questo limbo di rumori, umidità, risate, commenti.... tutti parlano sottovoce, forse un po' addormentati... ma preferisco pensare ad una sorta di rispettoso, sommesso buongiorno alla natura che si risveglia con noi.
E poi comincia quasi subito una discesa nel prato..... pare quasi di tuffarsi nella nuvola che incombe sotto di noi.... e che per un bel tratto ci avvolge prolungando questa dolce sensazione di risveglio.
A breve spunta il sole che ci regala finalmente la piena visuale di questi paesaggi meravigliosi, che si susseguono dolcemente....colline, casali, file di cipressi...due (o tre?) piccoli guadi, salite, discese.... cerco di riempirmi gli occhi per stampare nella memoria la linea sinuosa dei prati, i colori che finalmente liberi dalla nebbia hanno un'intensità fuori dal comune, i profumi dell'erba e dei fiori che cambiano con il passare dei chilometri.
Affronto le salite con calma, insieme ai cento chilometristi che saggiamente dosano le energie per affrontare la strada che manca, quasi mi spiace superarli.... anzi no, lo confesso, sono la scusa per andar piano e non faticare troppo in salita!
Il paesaggio è talmente inebriante che ho già superato la metà del percorso... comincia la salita su strada verso Pienza, dove ci aspetta il ristoro.
Il sole lambisce la piazzetta, è tutto bellissimo! Quasi mi dispiace ripartire, ma Chiara mi aspetta, quindi bevo, riprendo fiato, ringrazio i volontari, gentilissimi, anche loro in qualche modo protagonisti e eroi di questa avventura.
Ormai mancano una decina di chilometri, il paesaggio è sempre incredibile, ma lo stupore elettrizzante dei primi chilometri ormai è svanito, sostituito dalla consapevolezza di una bellezza pacata, ordinata, in qualche modo prevedibile e rassicurante.... un po' come crescere e passare dalla sfrontatezza delle forti emozioni alla più matura gestione dei sentimenti veri.
San Quirico ormai è vicina, comincio a sentire la stanchezza.... in più il mio orologio è da un pezzo che segna 26 km, quindi DEVO esserci... e infatti ecco Chiara, e Daniela, e Germana!
Che emozione! Conosciute la sera prima ho comunque la sensazione di essere una squadra e di aver progettato questa avventura insieme dall'inizio!
Grazie per avermi fatto parte del gruppo e grazie soprattutto alla staffettista che per qualche motivo non è riuscita ad esserci e che ho sostituito. È stato bellissimo.
Daniela mi aiuta a togliere il chip, passo il pettorale a Chiara, ancora un abbraccio e via!!! Ora tocca a lei, in bocca al lupooooooooooo!!!!!!!!!
Ci rivedremo all'arrivo, purtroppo per motivi logistici non posso aspettare l'arrivo di Germana e la conclusione della nostra staffetta, ma con il cuore sono con loro, tutto il tempo, finchè non ricevo l'sms che anche Germana è arrivata... mi rilasso... sorrido, felice, una splendida giornata, delle splendide nuove amiche, viva le Lady Orange!
Un grazie particolare a Stefano, primo staffettista de "I Magnifici 4-1", che mi ha aspettato e trascinato fino alla fine....
Seconda staffettista, Chiara
“Happiness only real when shared”. Ripercorrendo questa esperienza appena trascorsa, il primo pensiero che mi viene in mente è proprio questa frase tratta dal film “Into the Wild”.
Nel corso degli anni il mio modo di intendere la corsa si è evoluto in diverse forme, fino a raggiungere la consapevolezza che questo sport non sia una disciplina individuale come potrebbe apparire. Il mio ingresso nella Podistica Solidarietà mi ha portata a concepire la corsa soprattutto come momento di preziosa aggregazione con persone dalla mia stessa “forma mentis”, che amano confrontarsi silenziosamente con le avversità, superare gli affanni attraverso le proprie uniche forze e affermarsi prima di tutto con e contro sé stessi.
Così, quando la nostra fantastica trascinatrice Daniela Paciotti mi ha proposto di partecipare alla “regina” delle corse di aggregazione, la mia amata staffetta, non ho potuto rifiutare. In particolare, ho visto la staffetta in Val d’Orcia come un furbo escamotage finalmente di “vivere un’ultra senza correre un’ultra”. Poco più di cento chilometri da dividere in quattro, non solo dal punto di vista della fatica fisica, ma soprattutto emozionale. In tal modo, fiduciosa sia nelle mie forze che in quelle delle mie compagne di viaggio, mi accingevo ad affrontare un’impresa più grande di me. Lo scenario di questa avventura sarebbe stata la Val d’Orcia, terra toscana a me prima d’ora sconosciuta, ma dalle dolci, morbide e solari colline che sentivo adattarsi perfettamente al mio carattere.
Il destino mi aveva assegnata alla seconda frazione di 23 chilometri e aveva deciso che avrei dovuto prendere il testimone da Paola, la ragazza di Torino che sì è aggiunta al nostro team dopo varie peripezie. Infatti, il dispiacere per non poter correre con un’altra frazionista “orange” è stato subito spazzato via dall’occasione di poter vivere una staffetta “in otto”. Grazie ad una fortuita coincidenza, si sono formate due squadre in una: la nostra, di tre romane più Paola, e quella composta dagli altri tre ragazzi torinesi più il nostro Alessio Petrelli. Gemellaggio ottimamente riuscito che ha ripagato la nostra voglia di condivisione!
Se dovessi descrivere, poi, i particolari della mia seconda frazione, non riuscirei a dettagliare le caratteristiche del percorso, ma saprei benissimo ripercorrere tutte le emozioni che ho attraversato in questi 23 chilometri. Eccomi quindi poco prima della mia partenza a San Quirico d’Orcia, scortata da Germana alla guida della mia macchina, dalla nostra team leader Daniela e da Luca, il secondo frazionista della squadra dei ragazzi. E’ difficile spiegare l’intima unione che lega atleti di diverse generazioni come noi.
Ad ogni evento per me emozionalmente provante, puntuale arriva il mio tornare bambina e mai come in questo caso mi sono sentita coccolata e protetta dai miei compagni di viaggio. Tre donne dalle esperienze molto diverse e un inaspettato compagno di frazione che, animato dalla nostra stessa voglia di condivisione, mi verrà persino a recuperare sulla salita finale del nostro percorso.
Le emozioni della partenza sono state tutte nell’attesa trepida dei primi frazionisti, di cui ci giungevano notizie in forma di foto di paesaggi mozzafiato che i due stavano attraversando per venirci incontro. Poi il “gioco” del cambio con una Paola intrisa di felicità e sudore e finalmente la partenza della seconda frazione.
Forte della sensazione di protezione che mi donavano il mio e l’altro team, mi sono abbandonata alle mie inesperte gambe e al fluire dei pensieri. Come all’esterno possono apparire tre donne di tre diverse generazioni quali siamo io, Germana e Daniela, così anche nel mio interno ho vissuto durante il viaggio un vivo percorso di crescita individuale.
La partenza con i chilometri in discesa è stata animata dalla mia fanciullesca voglia d gettarmi a capofitto senza pensieri nel buio di un’esperienza ancora sconosciuta. Sulla terra ancora asciutta e resa dura al sole, ho attraversato le prime difficoltà fiduciosa. Intorno a me, lo stupore di paesaggi accoglienti mi permetteva di infierire senza accorgermene sul mio dolorante ginocchio sinistro. Cosa stavo attraversando così rapita? L’ebbrezza della bambinesca discesa mi ha fatto giungere inconsapevolmente in un ripido tratto dove la terra si apriva in crepe sotto di me ed allora la mia ragione è stata chiamata all’appello per mitigare il troppo entusiasmo iniziale.
Eccomi quindi diventare fermamente donna adulta, correndo con tutta la mia selvaticità sulla cresta arida di una collina e riuscendo a guardare il favoloso paesaggio sotto di me a 360 gradi. E’ stato finalmente come riuscire ad avere la ferma visione di insieme, armoniosa ma distaccata, sulle mie esperienze. E ora la voglia di continuare, di andare avanti con le mie forze, si scontra con il tratto di salita finale. Rinforzata dalle mie esperienze precedenti, affronto le lunghe pendenze con tratti al 18% felice di aver fatto tutto quello che ho voluto fare sinora.
I caratteristici fiori di tarassaco, con i loro petali pronti per lasciare lo stelo al soffio di un desiderio, mi invitano ad essere colti. Anche se curva sotto il peso della salita e con alle spalle un percorso affrontato con uno slancio da prosciugare tutte le mie energie, trovo ancora la forza di coglierne uno per accingermi ad esprimere un desiderio nel vento della vetta. Solo in questo momento mi accorgo di non saper più cosa desiderare. La fatica della mia esperienza ha solo apparentemente annullato le mie forze. Non desidero nient’altro di essere stata felice in passato senza pentirmene, di rendermi conto ora di essere forte e di saper poter contare su me stessa in futuro. E’ questo quello che saprei rispondere adesso alle care parole di chi, con amichevole premura, mi chiede cosa vorrei fare di me fra un po’ di anni.
Rapita da questi pensieri, torno al piacere dell’“hic et nunc” solo grazie a Luca, che vedo sorpresa ridiscendere sul percorso per venirmi a recuperare incitandomi negli ultimi faticosi chilometri. La solitudine della mia corsa pensierosa si ritrasforma così, con la giusta armonia che lega tutti gli opposti, nella voglia di condivisione. Ecco quindi la dolce, morbida e sorridente Chiara passare con nuova fermezza e decisione il testimone alla nostra maestra di vita, team leader indiscussa, Daniela Paciotti.
Terza staffettista, Daniela
Quando l’anno scorso proposi a Chiara di mettere su una staffetta per partecipare alla 100 km della val d’Orcia feci una proposta come dire “di pancia” subito accolta da Chiara e poco dopo da Germana, certo ci mancava la quarta ma eravamo convinte di trovarla in itinere, come in realtà è stata trovando Paola Piatti di Torino, una biondina pepata dal cuore orange proprio come noi.
Man mano che il giorno si avvicinava la mia ansia personale cresceva, ferma praticamente da oltre due mesi non soltanto lontana dalle gare ma anche dagli allenamenti, mi sono imposta la 21 km dei Cimini come verifica emozionale più che atletica.
Chi mi conosce sa che spesso corro con la testa, con il cuore molto più che con le gambe (dati i miei tempi), ma forse proprio questo riesce a portarmi ad ottenere risultati incredibili senza allenamento perché le gambe possono cedere, ma la capacità di appassionarsi no.
Superati con un buon tempo e pochi dolori i Cimini siamo partiti per la val d’Orcia, che Germana, fotografa di emozioni, Chiara emozioni da fotografa e io, emozioni e basta.
La Valle d’Orcia è capace di dare incredibili emozioni e io, che amo in modo viscerale il colore verde, mi sono riempita di immenso, di infinito, di sfumature illimitate di questo colore.
Il giorno della gara le previsioni erano di pioggia e temporali così da brava “fatina” ho cercato di materializzare sole e bel tempo. Nella prima e la seconda staffetta si stava benissimo e sole e caldo hanno accompagnato prima la nostra amica Paola, poi la nostra Chiaretta a S. Quirico e poi a Montalcino, dove, io, contemporaneamente (e per versi diversi) pezzo FORTE e pezzo DEBOLE del gruppo scalpitavo letteralmente (facendo step e aerobica sulle scale della piazza di Montalcino dove partiva la mia frazione).
Visierina di buon augurio, bacchette per le salite, calzettoni tecnici, borraccetta e k-way, dopo aver indossato numero e chip, sono partita per il primo assaggino di salita fino alla rocca, attraversandola, scendendo nel campetto sportivo e uscita sulla strada inerpicandomi poi per una serie di saliscendi a salire fino a 600 metri per scendere, risalire, riscendere su uno sterrato strettissimo che a tratti apriva una finestra sulla val d’orcia, a tratti formava boschetti di macchia mediterranea fitti fitti.
Ogni tanto qualcuno della 100 km mi superava, sorridendoci e incoraggiandoci a vicenda (ognuno soffriva a modo suo) Ho incontrato un ragazzo in difficoltà, che aveva sonno, un dolore al piede e una forte demotivazione. Così mi sono fermata (non me ne vogliano le mie amiche di staffetta) e per circa 10 min mi sono dedicata a fargli il reiki che gli ha ridato nuova vita!
Dopo circa 12 km è cominciata la discesa, anzi le discese, perché non ho mai fatto discese così variegate: strette, larghe, nell’acqua che scorreva, nel fango, nell’erba e con la creta attaccata in spesso strato sotto le scarpe, persino una con la corda per quanto si scivolava..così proseguendo, ogni tanto le salite o le discese aiutate con le bacchette, ogni tanto marciando, ogni tanto correndo. Poi l’arrivo al Castelnuovo Abate, un piccolo paesino dove lungo la strada c’era il ristoro (ho riempito la borraccetta di cocacola, acqua e integratore) passaggio sotto un grande arco e una discesa ripida e resa bagnata dalla pioggia, con il terrore di finire sul fondo schiena davanti a tutti!!!
Praticamente discesa mozzafiato fino a 185 slm e poi…il delirio in salita. Oltre 6 km su sterrato fino a 600…non finiva mai, le gambe semidistrutte, la pioggia che aveva cominciato a cadere con insistenza..dopo la vista della vallata, giuro che riuscivo a vedere solo per terra e le gambe di chi mi superava.
Salire salire e la salita non finiva mai. Dopo le tante discese le salite sono massacranti (o forse è vero il contrario? Boh!) e la mia ansia per il cambio che si apprestava a darmi Germana, con i tuoni e lampi che si sentivano a distanza forse quasi 24 km invece che 23… Però..va bene è andata ! HO vinto la mia personale battaglia e ho goduto di un panorama incantevole che in città non avrei mai potuto vedere… Partite per aspettare Germana all’arrivo!!!!
In questi anni di podistica ho fatto tante staffette, di giorno, di notte, veloci, lente, emozionanti ed emozionabili, però, la commozione e l’emozione che ho provato in questi giorni con Chiara e Germana e anche Paola, è stata in un crescendo incredibile, ho vissuto insieme a loro ogni cambio , ogni batticuore, ogni respiro, immaginando ogni passo e ogni goccia di pioggia e ogni soffio di vento vissuto dalle altre fino all’ultima incredibile mezz’ora in cui abbiamo tifato per l’arrivo di Germana che aveva affrontato la più terribile e pesante delle quattro frazioni. Ma, insomma, siamo riuscite anche a vincere il terzo posto delle staffette femminili !
Dany Paciotta
Quarta staffettista, Germana
Che ogni giornata podistica divenga una piccola grande avventura, non si può negare. Certo non è un assoluto, ma accade spesso ( almeno per quel che mi riguarda).
Poi accade anche che queste avventure a volte si trasformino in un viaggio, quello "on the road", e quel viaggio che è metafora di emozioni, di gioia, di sorpresa, di scoperta, di condivisione, di tutto ciò che diventa in sostanza, nutrimento per l'anima...
Quanto appena descritto appartiene agli ingredienti che hanno aggiunto spezie, sapore e profumi alla già bellissima Val d'Orcia, e a quell'incredibile avventura lunga 100 km.
Comincia tutto con l'idea di Daniela, coadiuvata poi da Chiara, di partecipare all'appena menzionata staffetta. Ma nella 25x100 occorrevano altre due Ladies per formare quello che sarebbe stato il gruppo tutto al femminile battezzato "Le Ladies orange". Detto fatto! Dopo una serie di vicissitudini, inutili da raccontare, ecco la terza staffettista, Paola, atleta di Torino, e la sottoscritta a chiudere il cerchio.
Il gruppo rosa ora è al completo!
Finalmente il giorno della partenza arriva. Come ogni viaggio, grande o piccolo che sia, l'emozione è alle stelle!
Si parte in macchina, in quell'abitacolo l'energia sembra quella dei bambini! "Mamma" Daniela, sempre accorta, ha portato panini e dolcetti hand made, che avrebbero sfamato un esercito!
Ma bando alle ciance!
Ci perdiamo almeno quattro volte prima di arrivare finalmente nel luogo che ci ospiterà per due notti. Il "nostro" meraviglioso agriturismo sorge sul cocuzzolo di una collina, solitario e bellissimo, e domina la vista su tutta la vallata e sulla suggestiva Rocca di Castiglione d'Orcia.
Prendiamo confidenza e possesso con le nostre belle stanzette, sembra di essere proiettati indietro di decenni li... A quell'odore di pietra appartiene un'atmosfera ancestrale... Il tempo di lasciare le borse e voliamo al punto che sarà la base d'arrivo e di partenza della staffetta, alla pro-loco di Castiglione d'Orcia.
Giunte sul posto troviamo un clima diverso dal solito... Qui l'emozione, (che riempie ogni angolo), gli atleti, l'organizzazione, si preparano ad affrontarne 100 di chilometri. L'aria è quieta, il grande spazio accogliente. Un'enorme sala con tavoli e panche di legno, dove ci si appresta tutti per il briefing pre-gara. Incontriamo molti dei nostri, con la maggior parte la sera condividiamo il pasta party offerto agli atleti. Conosciamo finalmente Paola, la nostra prima staffettista, giunta da Torino. Vivace e sorridente, è subito feeling! Ma presto si va a dormire, un po' di riposo è necessario. Il giorno dopo ci aspetta una lunga giornata!
H 7, sveglia!
La nostra prima staffettista, Paola, è partita da poco. Ha indosso il numero 12, un unico pettorale x le quattro staffettiste. È una bella metafora il passaggio di quel pettorale ad ogni cambio... Sembra unire sudore, silenzi, fatica, emozione di ognuna di noi, in una cosa sola...
Ci avviamo a S. Quirico d'Orcia, dopo quel cerimonioso rituale che è indossare la maglia ed i colori Orange.
Chiara sarà la nostra seconda staffettista. Non riesco a tenerla ferma, zompetta eccitata e fremente ad ogni passo, mentre Daniela recita le sue silenziose preghiere, una danza segreta tra lei ed il sole ed io mi godo quella meravigliosa compagnia e quell'aria mattutina.
Arrivate sul posto troviamo un'atmosfera calda e carica. Il sole tiepido delle 8 del mattino risplende sulla piazzetta dove c'è il ristoro x gli atleti. Non sarà un caso che in quel giorno si festeggia in Paese la Primavera...
Incontriamo il bravissimo Marco "Ultratrail" che arriva sorridendo. È alla prima tappa dei suoi 100 km!
E arriva anche la nostra bravissima Paola che cede pettorale e chip a Chiara, che scatta sorridendo, e che vediamo allontanarsi tra i vicoli del Paese. Nel frattempo sfilano atleti ed atlete della 100 km, tra gli applausi e gli incoraggiamenti di tutti noi.
Fatico a trattenere le lacrime, come spesso mi accade da quando ho ricominciato a correre..
Questi climi di festa e fatica, di sorrisi, di sacrificio, di passione, di bellezza, di condivisione... Nella semplicità di quanto accade, ritrovo quello che definirei, l'essenziale...ed in quei momenti, come cantavano i Metallica, " nothing else matter"...
E credo che sia una fortuna avere la possibilità di vivere certe esperienze!
Ma torniamo a noi.
Rimaniamo la Dany ed io, chiacchieriamo un po' con gli altri atleti e gli organizzatori. Poi di nuovo alla macchina, ci avviamo verso Montalcino ad aspettare Chiara, per quello che sarà il secondo dei nostri cambi.
Respiriamo a pieni polmoni le grandi distese di verde che si offrono si nostri occhi, a tratti file di pioppi che caratterizzano insieme ai vigneti ed a immensi tratti erbosi, il paesaggio di questi luoghi.
Arriva il messaggio di Chiara, di li a poco sarà pronta a passare il testimone a Daniela, che nel frattempo si scalda sugli scalini della piazza a ritmo di musica.
Eccola Chiara, arriva sudata e sorridente, ed in fretta e furia chip e pettorale sono già passati a Dany. Al via la nostra terza frazionista!
Nel frattempo sorrido e mi emoziono al fiume di parole di Chiara, ancora eccitata ed adrenalinica della tappa appena compiuta. Bellissima ed emozionante saranno le parole che accomuneranno l'esperienza di ognuna di noi!
Ci fermiamo un po' al ristoro, io ne approfitto per mangiare un piatto di pasta. Il clima ora è caldo, un bel sole gioca a fare "capoccella" tra i tetti ed i campanili di Montalcino. Purtroppo di li a poco si annuvolerà un po', con pioggia e grandine a tratti, che renderà il terreno fangoso e scivoloso. Pensiamo a Daniela, sotto quella pioggia!
Ma non sarà di certo quella a spaventarci. La corazza delle Ladies in questione è dura e tenace!
Ci avviamo nuovamente a Castiglione d'Orcia, dove aspetteremo la nostra guerriera Daniela, e partirà l'ultima staffettista, la sottoscritta.
Aspettiamo al ristoro, dove nel frattempo arrivano provati dai già 70 chilometri sulle gambe, gli ultra trailer della 100. Arriva anche il nostro orange Christian, stanco ma sorridente.
Chiacchieriamo un po' con lo staff dell'organizzazione quando Dany ci avvisa che sta per arrivare.
Sono le 16.30, il mio momento.
Festeggio velocemente Daniela, appena giunta, ritiro chip e pettorale, saluto le ragazze e vado!
In un attimo mi ritrovo in mezzo a spazi di verde e sentieri sterrati. Non si ode più nessuna voce. Solo l'incredibile canto dei grilli, devono essere a migliaia chissà dove!
In poco tempo perdo l'orientamento, non so più dove sto correndo. Seguo solo il sentiero, tracciato benissimo.
Che strana e bella sensazione... Mi affido a quei nastri colorati, so solo che di li a poco, dovrò conquistare la vetta del Monte Amiata. Ed infatti non ci mette molto ad arrivare la salita!
Vado su senza indugio, mi sento una capretta, ed ho addosso una tale carica che dovrebbero legarmi per fermarmi! Complice quel silenzio e quei boschi, che carezzano i pensieri e sembrano portarti per mano...Ed il pensiero che le mie compagne mi aspettano, finalmente per fermarci e festeggiare insieme questa lunga avventura!
E poi quella sensazione dove il tempo non è più scandito da lancette che non danno tregua, ed intimano al dovere. Posso sentire il mio respiro, i passi, lo scricchiolare dello sterrato al mio passaggio...
Caspita, la salita è lunga, ma ad un certo punto giungo al punto che tutti gli organizzatori mi descrivevano come meraviglioso. Uno scenario di bosco di un verde smeraldo incredibile si materializza davanti a me, li vicino un ponte di legno, che sovrasta un cristallino torrente e piccole cascate sparse ovunque che si gettano tra le rocce... Uno scenario che funge da doping, mi ricarica di nuova energia, riprendo velocemente il mio passo. Inutile star qua a descrivere ogni angolo di quello, che in quel momento poteva benissimo essere il paradiso... Posso solo dire che viversi quella Pace in solitudine è come rigenerarsi dall'interno, risveglia emozioni sopite, o semplicemente dimenticate in un quotidiano cittadino sempre di fretta. Qua tornano a prendere forma e vita certe intime sensazioni... Come ogni volta accade quando si entra in contatto con la Natura e le sue infinite e bellissime varianti.
Tra i miei bucolici pensieri, e gli occhi colmi di tanti doni, mi accorgo di essere arrivata alla salita finale. Ormai è l'imbrunire, riconosco la Rocca sopra la mia testa. Ultimi 2 chilometri di "muro".
Chiamo le ragazze, le avviso che di
li a poco sarei arrivata.
Mi rispondono eccitate di non farmi superare da qualche donna, siamo terze nella classifica femminile a staffetta!
Mi viene da ridere. Mi guardo intorno... Al massimo mi può superare qualche cervo qua!
Comunque mi affretto, l'idea del podio eccita anche me, ed in men che non si dica sono all'arrivo.
Quel lungo abbraccio al finish con Daniela e Chiara al termine di una giornata cosi incredibilmente intensa di emozioni, e questa bellissima esperienza sono il dono più grande che potevo ricevere da questo viaggio...
Un grazie di cuore alle mie compagne di staffetta e di quest'avventura di Vita.
|
Chiara Milanetti
Gli Orange alla Val Dorcia Gara: Tuscany Crossing Val D'Orcia [Crit. Trail] (26/04/2014) SCHEDA GARA |