Quel paio di minuti di troppo.... di Claudio Ubaldini, 27/11/2012
Gigi Martinelli e Bruna Mazzoni .....“era meglio se pioveva”.
Finalmente posso dirlo liberamente! Da quel dì di Venezia, circa un mese fa, quando sembrava che il tempo fosse clemente e invece subito dopo un mio (nemmeno troppo) scherzoso messaggio a Mr Zac, come per magia si è scatenato il finimondo tra freddo, vento e pioggia, mi era stato educatamente (nemmeno troppo) chiesto di non pronunciarmi mai più sulle condizioni meteo pre-gara.
Una volta in verità mi ero dimenticato di questa promessa, avevo fatto un cenno a due gocce, era alla mezza di Fiumicino… chi c’era, sa!
Questa volta a Firenze però son stato diligente: nessun messaggio, nessun post nel sito della Podistica, nessun commento su facebook, totale silenzio stampa sulle condizioni meteo. Avevo represso la voglia di augurare diluvi e tempeste portando in valigia ogni sorta di k-way, cerata, abbigliamento da pioggia, berretti, frangivento, nella speranza recondita di almeno un po’ di sana acqua, che nemmeno era prevista dal meteo; il sabato sera avevo pure comprato al Marathon Expo l’ennesimo cappellino (il primo si inzupperà, così ho il secondo di scorta asciutto).
Ma niente da fare. Ci è toccato correre con un bellissimo tempo, anzi verso fine gara – per i miei standard – faceva pure troppo caldo.
Al di la degli scherzi (nemmeno troppo) sulle condizioni meteorologiche, la 29^ maratona di Firenze doveva essere per me la maratona della rivincita: contro me stesso, contro la piccola malattia che mi accompagna da più di un anno e mezzo, contro gli ortopedici che dicevano che non sarei riuscito a correre per più di 10km, contro chi mi ha urlato che mai avrei fatto di meglio senza il suo aiuto.
È una rivincita che aspettavo silenzioso da un anno. Nel 2011 mi ero iscritto alla 28^
edizione, ma il ricovero in ospedale a due settimane dalla maratona aveva
inesorabilmente bruciato tutto il lavoro fatto nei mesi precedenti. Per non parlare delle successive ricadute del 2012… e così a testa bassa ho ricominciato, prima con la delusione di Roma 2012 in 4h42’, la mia peggiore; poi tutte le gare intermedie, la pazienza del caro amico Massimo nello spronarmi e nel convincermi a prendere pure una bicicletta e ad aspettarmi in cima a salite che non finivano mai, fino alla esaltantissima e burrascosa Venezia 2012 a 4h26’ e finalmente la tanto attesa Firenze.
Nel periodo pre-maratona ero troppo preso da questioni personali e di lavoro che non mi son documentato sulla gara, cosa assolutamente impensabile per un “maniaco dei
preparativi” come me. A smorzare la tensione accumulata però ci han pensato già da
sabato gli altri maratoneti: partito insieme a Tiziana ed al piccolo Gianmarco da Roma in un normalissimo treno pieno di normalissime persone, iniziavo a comprendere che quelle persone tanto normalissime non erano; eleganti signore avevano al polso
cardiofrequenzimetri, giovani alla moda indossavano scarpe da running, distinti signori
viaggiavano con zainetti di varie maratone; fino al tripudio di sigle e colori su felpe, tute, berretti e zaini che si annusava appena usciti dalla stazione!
L’atmosfera era quasi surreale: una delle più belle città d’arte del mondo invasa da
migliaia di persone unite da un’unica passione, dove potevi incontrare amici maratoneti ovunque come Simone o Pit e Tamara, oppure incrociare il Campione del mondo di ultramaratona, salutarlo da lontano, ed emozionarti vedendolo allontanarsi dai suoi amici per correre da te e fare una foto insieme.
Durante il ritiro dei pettorali al Marathon Expo mi son reso conto, per l’ennesima volta, della bellezza della Podistica Solidarietà: Orange ovunque, un continuo scambio di saluti e abbracci tra amici e nuove conoscenze, e poi quel “hey Claudioooo” di Morgan della Podistica di Finale Emilia, che tra le migliaia di persone mi aveva riconosciuto… son cose che fanno bene al cuore.
La sera trascorre serena: piattone di pasta con Tiziana e Gianmarco, passeggiatina
digestiva dove – non poteva non succedere! – incontriamo altri della Podistica con i quali ci mangiamo insieme un dolcetto, poi di corsa in albergo a preparare maniacalmente indumenti e accessori per la gara (in silenzio come da promessa, ma sperando in pioggia e vento, tanto che berretti e frangivento li ho voluti lasciare fuori dalla valigia), e tipica notte insonne.
La mattina mi vesto mi svesto mi rivesto con altri indumenti non si sa mai dovesse piovere, anche solo due gocce, spilla della fondazione Komen sulla canotta, per ringraziare – uno per tutti – chi fa volontariato e ricerca contro le malattie, e bandiera della Palestina al braccio, come piccola manifestazione di solidarietà verso tutti i civili che vivono in territori flagellati dalle guerre.
Alla colazione incontro un maratoneta che mi chiede indicazioni per andare alla partenza, ci diamo appuntamento nella hall per trovarla insieme; si aggiunge anche l’Orange Alberto e partiamo, man mano ci aggreghiamo ad altri maratoneti sul lungarno e creiamo un divertente serpentone colorato. Ai camion adibiti al deposito bagagli man mano si incontrano altri Orange, dai veterani dei 42km come il marciatore Romano ai novizi della distanza come Andrea o Daniele, Mr Zac che è più pratico di noi ci aiuta a orientarci, il clima è festoso e scherzoso. Poi ci si divide per entrare nelle rispettive gabbie di partenza, e chi mi ritrovo di fianco se non un altro Orange, il mitico Attilio, la firma dei divertentissimi ma anche profondi articoli che ogni tanto leggo sul sito della Podistica.
Facciamo scorrere il tempo fino a che… … BANG…
Partenza, punto i pacers da 4h15’, visualizzo in parallelo i consigli di Massimo e Fulvio, seguo il primo ma le gambe vogliono andare come il secondo, e così sia, tanto son loro che comandano fino al 30esimo km; passo i pacers e mi avvicino a “quelli dopo”, so che non è ancora roba per me, ma non è colpa mia se Fulvio ha detto 5’35”/km, al limite 5’40”…
Il percorso scorre alternato tra attimi di tifo caldissimo e momenti di totale silenzio, ma io son preso da quel 5’35” di media che segna il mio crono, sto bene di fiato e di gambe e anzi spesso devo frenarmi; so che non ce la farò a tenerlo fino alla fine, però intanto perché no, non si sa mai. I km passano e si macinano bene a quel ritmo, rallento giusto ogni 5km per bere un pochino ai rifornimenti; nei momenti di stanchezza mi metto lateralmente al percorso e aspetto che qualcuno mi inciti o che qualche bimbo mi dia il 5, che citando un altro maratoneta “son i momenti più belli di una gara”.
E funzionano molto più di ogni tipo di integratore.
Poi arriva il dolore. Lo stavo aspettando, sempre lui, sempre quello per il quale non
dovevo correre per più di 10km, sempre alla stessa distanza, i 28km. Rallento, mi fermo un attimo per fare stretching, riparto piano, l’ho promesso. Vedo altri Orange che mi passano… un bel momento è stato quando il gentilissimo Daniele mi sorpassa, rallenta un secondo e mi chiede se ho bisogno di gel o altro, lo rassicuro, gli do una pacca “sotto le 4 ore!” e lo vedo volare via. Non sapevo che fosse il suo obiettivo, poi ho scoperto che ha chiuso in 3h53’. E lui non sapeva che io maniacalmente porto sempre dietro scorta di gel e sali vari per un esercito!
Dopo il 30esimo km ci riprovo, più di testa che di gambe, ma non va; rallento tanto, a tratti passeggio, la gamba fa male, non sono crampi e il fiato non manca.. e questo fa ancora più male. Rientrato nel cuore di Firenze, anche grazie all’incoraggiamento di fiorentini e turisti, riprendo timidamente a correre. E poi Gianmarco che mi chiama e mi da il cinque, Tiziana che mi aspetta e mi bacia al 39°km, mi fanno veramente ripartire.
Avevo notato che il mio cronogps era un po’ sfalsato rispetto al chilometraggio ufficiale della maratona, ma comunque ancora segnava come media i 5’56”/km. Ottimo. Non sarà la gara che volevo, ma comunque rimango sotto ai 6’00”/km, il mio secondo obiettivo.
Stringo i denti e mi avvio al traguardo tra un incredibile incitamento, tra le vie di una delle città più belle del mondo, sento persone che al mio passaggio urlano “Alè Podistica”, e Domenico che mi da il cinque, e David che mi incita e gli amici di Finale Emilia che mi danno l’ultimo slancio, Santa Croce arrivo! …
I pensieri al traguardo sono tanti, dai motivi più intimi che mi hanno portato li, a chi
pazientemente mi ha seguito e in alcuni casi sopportato, alle persone con le quali non posso più condividere queste esperienze. Ma sono più sensazioni che pensieri, non si ha tempo di elaborarli che subito spuntano altre canotte Orange: Attilio che arriva circa un minuto dopo di me, e poi Patrizia, e fuori dal traguardo incontro Mr Zac, non posso non dirgli “era meglio se piovevaaaa” e mi complimento per il suo personal best, e mentre mi avvio a ritirare i bagagli e mi cambio, incito tutti i maratoneti nel tratto finale, vedo Raffaele dolorante ma deciso a concludere, e Bruna all’esordio scortata amorevolmente da Gigi tornato indietro appositamente per lei, e nel rientro incrocio Romano tenace quanto mai che continuava imperterrito la sua marcia verso la vittoria (se sei un marciatore e fai certe distanze noncurante della solitudine, del traffico riaperto, del tempo impiegato… sei un vincitore già quando parti). Passa il tempo e arrivano notizie di prestazioni esemplari di tutti gli esordienti e pure dei veterani, e ciò aiuta a rendere un po’ meno amara la vista dei miei tempi: 4h15’34” per 42,195km alla media di 6’03”/km, che è pur sempre il mio personal best, ma non è il mio vero obiettivo; peccato che il mio gps ne segnasse 42,840 di km con una media di 5’58”/km. Pazienza, sarà per la prossima volta… ma non prima del 2014!
Claudio.
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Claudio Ubaldini Gara: Maratona di Firenze (25/11/2012) SCHEDA GARA |