Quando una squadra spinge anche ai bordi della gara ...
di Alessandro Todde, 12/04/2016 Quasi un anno fa inizia la mia storia con la signora maratona, un inizio in sordina, sotto una pioggia incessante che nasconde e i colori e non ti permette di apprezzare appieno le bellezze di Roma. Dopo un anno, riaffronto di nuovo questa magnifica avventura, questa volta la mia presenza però non passa inosservata, anzi ... questo sarà uno degli elementi fondamentali per portare a termine una delle più difficili battaglie che un runner può affrontare, perché come detto da Stefano La Cara: "la puoi fare come ti pare, ma rimane sempre un b...o di C..o!"
La mattinata inizia presto, con la sveglia che suona all'alba, anzi a dire la verità anche un po' prima, fortunatamente rispetto a Firenze 2015 la notte è passata tranquilla permettendomi di riposare nel modo giusto (Paolo, non pensare che aver condiviso la stanza di albergo abbia portato sfiga eh!), colazione e vestizione e sono pronto per uscire di casa, dove mi aspetta un mattiniero e sempre puntuale Paolo; pochi minuti di attesa e compare sfrecciando con il suo scooter anche Ombretta (questa mattina sembra aver molta fretta ... che sia agitata per la maratona?), si parte e ci gustiamo una Roma ancora assonnata e svuotata dal blocco del traffico, le uniche macchine che ci sono sono riempite da alcuni dei partecipanti, chi riconosce lo zainetto NB color celeste ci suona e ci incita.
Arriviamo finalmente a Via dei Normanni e già troviamo presenti oltre al presidente Giuseppe tanti altri componenti della squadra, tutti pronti per l'adunata e foto di rito sulla scalinata di fronte l'esattoria.
Ore 7:45, puntuali come un orologio svizzero ci lasciamo immortalare dai fotografi (oggi per l'occasione il sempre presente Maurizio e il prestigioso Vice Presidente Marco Perrone Capano).
Espletato il rito, io e Paolo ci dirigiamo a passo svelto verso il deposito bagagli, lungo Via di san Gregorio
veniamo sommersi da una marea di runners che riempiono con il loro calore il centro storico della città eterna.
Mentre ci cambiamo, ecco che compare dalla folla il nostro grande
Domenico Liberatore, dopo esserci scambiati l'imbocca al lupo ci dirigiamo ai camion deposito e siamo pronti per avviarci verso le griglie.
Con tutta questa gente (oggi sono stati dichiarati più di 16.000 partenti) sembra di navigare un fiume in piena, il nostro riscaldamento diventa così un viaggio pieno di zig zag e di cambi di direzione, quello che ci vuole per scaldare i muscoli e le caviglie!
A metà di Via dei Fori imperiali iniziamo ad intravedere i gate, a destra c'è il nostro (sembra quasi di stare in aeroporto!!!) lo imbocchiamo e di li a poco incrociamo
Paolo Giovannini, saluti ed imbocca al lupo, noi ci dirigiamo alla griglia mentre lui prosegue il suo lungo riscaldamento.
Entrati in griglia, ci mettiamo subito in fila per il bagno, oggi per non rischiare la disidratazione (viste le previsioni che parlano di rialzo delle temperature e giornata assolata) abbiamo iniziato a bere sin da subito ed adesso scappa!!!!!!
Espletati i nostri bisogni, incontriamo altri TOP Orange:
Emanuele Pastore, Cristiano Giovannangeli e Giovanni Battista Torelli, poi in ultimo ecco che si unisce anche Paolo, oramai manca poco,
dieci minuti ed il sole irrompe sulla nostra griglia facendo luccicare tutte le scarpe, oramai è ora di togliersi il poncho e ... proprio quando mancano solo 5 min ... cavolo di nuovo la pipì!!!!!! Questa volta con non-chalance utilizzo la bottiglietta d'acqua vuota (tenuta fino all'ultimo con lungimiranza) che come tanti altri runners ripongo a bordo griglia.
8:45 puntuali e parte la 22ª edizione della Acea Maratona di Roma, la partenza è sempre affollata, ma questa volta per non commettere lo stesso errore di Firenze io e Paolo ce la prendiamo con comoda, (iniziamo a prendere il ritmo solo dopo aver imboccato Viale Aventino)
il calore del pubblico è palpabile e già iniziamo ad intravedere un colore particolare in mezzo alla folla, sono i nostri splendidi supporters orange!!!
Dal primo contatto con il nostro capo Cighialone (al secolo
Fabrizio De Angelis)
la maratona si trasforma da semplice regina dell'Atletica a motivo di appartenenza ad un grande gruppo, che ha saputo sopperire ad una condizione non ottimale con urla di incitazione, tutte per noi, senza lesinare nemmeno un dB di dirompente tifo, come se oggi i 42 Km e 195 m fossero di un'unico colore ... quello Orange!
Così scorrono i Km, 1...2...3...4...5...6 che usiamo per cercare di prendere il ritmo giusto, cercando di sprecare meno energie possibili, poi arriva la prima verifica: il passaggio ai 10 Km effettuato in 45'43" ed ampiamente in linea con quanto studiato con Paolo, poi dopo una specie di giro di boa ritorniamo verso la Bocca della Verità e qui dopo qualche centinaia di metri
la prima grande botta di Adrenalina pura: un nutritissimo gruppo di Real Supporters in cui riconosco uno scalmanatissimo
Marcello Riccobaldi, Roberta Annibali e tanti altri splendidi compagni di squadra che cercano di sostenere la nostra corsa, poco più avanti riconosco anche
Flavia Sette cui lascio un bacio mentre dalla parte opposta della strada intravedo anche
Fausta Porcelluzzi che urla a squarciagola i nostri nomi.
Tutto questo comporta una grande gioia ma anche un innalzamento dei battiti e la pelle d'oca.
Oramai comprendiamo che il percorso è disseminato dei nostri compagni orange, che costituiranno un aiuto sia adesso sia nei momenti più difficili, quando la maratona presenterà il conto a tutti in modo cinico e inevitabile.
Passano i km 13...14...15...16 e 17, volano i nostri piedi sul nastro d'asfalto alternato a momenti di tensione sui sampietrini (qui sopra ogni appoggio è critico, va ben studiato e soprattutto "sentito") passiamo Via della Conciliazione e dopo aver abbandonato la maestosa vista di San Pietro, ci rituffiamo per le vie strette e sinuose di roma.
Prima del passaggio alla mezza maratona riconosco fra la folla un altro grande supporters
Gianluca Alba, che oggi cerca di trasmetterci la sua carica, gli do un bel cinque e proseguo.
Il passaggio alla Mezza maratona lo facciamo in scia ai Pacer delle 3h15' in 1h36'37" ancora una volta in linea con quello che volevamo, l'imperativo categorico di oggi era:
"non sorpassiamo i pacer delle 3:15 prima della mezza". Appena superato questo scoglio, ci divincoliamo dal gruppone e proseguiamo con il nostro ritmo.
Scorrono i km 22...23...24...25 e ci avviciniamo ad un altro punto cruciale, quello del 28° km, ovvero la salita che riporta verso via della Moschea, strappo importante che potrebbe mettere in crisi il nostro ritmo.
Ma già dal km 25 non sento più Paolo dietro di me, l'ultimo ristoro ci ha diviso, dopo aver perso un po' di terreno, mi volto e intravedo la sua sagoma, fortunatamente adesso è tutta discesa e giungiamo ai piedi della salita con di nuovo il nostro ritmo. Poi durante la salita sento di nuovo Paolo che si stacca ...
cavolo adesso è dura, potei rimanere solo ... e invece ... non si è mai soli ...
Spunta dallo spartitraffico la figura Teutonica di
Alberto Botta, bello come il sole, con in mano la macchina fotografica, mi incita e mi aiuta a superare questo primo momento di difficoltà.
Appena scollinato e iniziata la discesa che porta verso l'auditorium, inizio ad intravedere un altro Orange che sta in difficoltà, è
Marco Accardo, lo affianco e lo incito ma lui non riesce a reagire causa improvvisa esplosione del suo polpaccio destro.
La discesa mi aiuta molto, fa abbassare i battiti e fa girare le gambe, ma ahimè mi ritrovo di nuovo da solo ed adesso vicino al 30° Km
è dura per arrivare alla fine ... e invece ... ancora una volta ... non si è mai soli ...
Mi si affianca con passo deciso
Giovanni Tiscione, mi incita e mi aiuta a cambiare passo, adesso con lui riesco a scendere sotto i 4'30"/km ci alterniamo davanti, ci sorpassiamo e risorpassiamo, passiamo insieme i Km 30...31...32...33... una lunga volata dove le mie gambe sembrano di nuovo anestetizzate (come quando al km 33 di Firenze avevo gettato la spugna e non ero riuscito più a reagire) ma nonostante ciò girano.
Sul lungotevere incrocio il mitico
Daniele Pegorer che mi urla affianco e mi incita a non mollare. Anche questo incitamento risulterà fondamentale perché il sottovia che affrontiamo è terribile, ricordo vivido dello scorso anno, tanta fatica da superare, ma per fortuna passiamo indenni anche questa trappola.
Passando per Piazza Navona veniamo inondati da una folla festante e riesco a farmi immortalare da amici fotografi. Uscendo da Piazza Navona superiamo Giovanni che in evidente stato di crisi ci cede il passo e si fa da parte ...
ma non sempre, in maratona, le cose appaiono per quelle che sono ...
Prima di imboccare il lungo rettilineo di via del Corso, di nuovo il gruppo orange che avevamo incontrato all'inizio ci urla e ci supporta, io mi sposto verso di loro e ringrazio a braccia aperte.
Adesso è il momento della Verità, da adesso in poi non ci sono più gambe o energie a sostenere la nostra corsa ...
Adesso è fondamentale resistere con la testa, così passiamo il lunghissimo e interminabile rettilineo che ci immette a piazza del Popolo (ma un giro un po' più largo della piazza no? xD).
Poi è la volta dell'inesorabile e impercettibile salita che da Via del Babbuino ci porta a Piazza di Spagna e poi ci avvicina al vero incubo di ogni maratoneta che corre qui a Roma:
la Salita verso Via Nazionale, tutta in galleria!!!
Un ambiente scuro, tetro che impone di concentrarsi al massimo per non perdere velocità, adesso i miei passi sono più corti, cerco di aumentare la frequenza ma la fatica è tanta e il benedetto conto da pagare si sta materializzando.
Tengo duro e alla fine vedo la luce, mi immetto su via Nazionale cerco di distendere nuovamente i miei passi ma alla soglia del 41° km un accenno di crampi mi induce a cercare un allungo più graduale e meno incisivo.
Finalmente finisce Via Nazionale, mi butto in discesa e piano piano inizio a realizzare che sta per finire, manca solo la passerella finale, cerco di mantenere la velocità ma senza esagerare troppo,
questa volta me la voglio godere, come dice Forrest "gli ultimi 195 m di una maratona sono PURO GODIMENTO".
Ma non sempre, in maratona, le cose appaiono per quelle che sono ... a pochi metri dal traguardo, con la coda dell'occhio scorgo la figura di Giovanni che resuscitato dalla crisi del 37° km adesso compare come un condor pronto a tagliare il traguardo davanti a me.
Tutto quello che succede negli ultimi 10 m ha qualcosa di indescrivibile ...
Nonostante le energie finite ...
Nonostante le gambe doloranti ...
Nonostante un sole a picco su di noi ...
Raccolgo forze insperate e riesco a sprintare con Giovanni e riesco a vincere anche questo ultimo sprint.
Tagliato il traguardo mi giro e lo ringrazio, poi mentre mi avvio verso la zona smistamento e raccolgo la mia medaglia aspetto l'arrivo dei miei compagni, che uno alla volta compaiono in mezzo ad un fiume di runners, un sentito abbraccio (come quello di Firenze) con Paolo che oggi ha pagato un dazio pesante, ma che è riuscito nonostante tutte le difficoltà a chiudere la gara.
Piccolo siparietto con i nostri TOP RUNNERS
Simone Pietro Nascimben, Gianluca Corda, Emanuele Pastore con un selfie che racchiude tutte le fatiche e le emozioni di questa mattinata fra la storia.
Poi una volta ritirato lo zaino ci andiamo a cambiare sotto l'immensità del Colosseo ed attendiamo che gli altri amici orange terminino la loro avventura.
Salutato Forrest, Paolo, Francesca Lippi, Massimo Rodolico, Stefano Narsete, Valter Santoni, Domenico Nuzzi, Fabrizio Laboureur, percorro a ritroso il fiume di runners che hanno appena terminato la maratona, incontro Mariano Marco Scamarcio, Germana Bartolucci, Enrico Zuccarino, e recupero anche una stanchissima Ombretta con cui poi condividerò il viaggio di ritorno, in cui ripercorriamo la nostra avventura appena conclusasi.
Alla fine
3h13'52", non proprio quello che speravo, ma per come è andata la giornata
un nuovo PB nella mia Città, dove l'anno scorso con pura incoscienza avevo avuto il mio primo incontro con la Signora Maratona.
Ringrazio tutti gli Orange per il supporto ed il sostegno che hanno trasmesso con forza e caparbietà.