La libertà dei runners di Alessandro Todde, 02/02/2016
Ultima curva prima del traguardo Ci sono tanti motivi che accomunano lo start nella vita di un runner, ognuno ha il proprio momento zero, splendente, oscuro, pieno di motivazioni di rivalsa o semplicemente prodotto della voglia di esprimere ciò che si è dentro davanti a noi stessi e a tutto il mondo.
Qualsiasi sia la motivazione che porta una persona ad essere un runner, esiste un senso di appartenenza comune che ci lega, un filo invisibile che a volte ci confonde e ci spinge ad essere quello che vorremmo ma che ancora non siamo preparati ad essere. Questa condizione che ritroviamo ogni volta che infiliamo le scarpe e facciamo viaggiare le gambe veloci, al limite del dolore, io la chiamo LIBERTA'.
Libertà che è stata brutalmente sottratta a Miguel Benancio Sanchez durante il pieno della sua crescita sportiva e umana, la cui unica colpa (forse) è quella di essere vissuto in momento storico in cui il valore della vita umana era inferiore a quello del potere politico e degli affari.
Noi siamo fortunati, il passato possiamo viverlo con i ricordi, il nostro senso di libertà ancora non è stato sopito e nel momento in cui ci sentiamo confinati in un angolo buio, inforchiamo le nostre calzature e iniziamo la nostra corsa a perdifiato.
Oggi è stata una gara particolare, una gara in cui ho voluto farmi accompagnare almeno sul pettorale dal nostro Alberto Botta, che è ancora fermo ai box, questo piccolo pensiero mi ha aiutato a spingermi oltre i miei usuali limiti, portandomi anche ad esagerare, ma facendomi vivere sensazioni uniche e irripetibili.
Cielo grigio piombo che ci accompagna da subito mentre andiamo con Paolo Rossi allo Stadio Pietro Mennea, scenario suggestivo ed impegnativo, ogni mossa oggi sembra azzeccata, il riscaldamento dentro lo stadio, la foto sulle gradonate, entrare in griglia prima di tutti (rischiando di far saltare i nervi all'organizzazione, che dopo chiude il cancello e fa aspettare gli altri per entrare).
Una leggera pioggerella che si inserisce poco prima dello start, acqua che stranamente non da fastidio, anzi stempera un clima molto carico, poi finalmente dopo tanta attesa si parte.
I timori del ginocchio che ha dato fastidio tutta la settimana svaniscono nei primi metri, secca curva a destra e si punta dritti sul lungotevere, passando davanti al villaggio olimpico mi ritrovo in una posizione del tutto insolita, vedo Simone Pietro Nascimben davanti a me, sul lato destro Costantino Sammarco e poco più avanti sulla sinistra Claudio Mcm Lucchesini, dovrei essere un po’ spaventato da questo, ma oggi sembra tutto diverso, oggi le gambe girano, il cuore sta ala limite ma non va mai oltre.
Scorrono i chiolometri e il percorso si fa sempre più impegnativo con repentini cambi di direzione, la concentrazione rimane sempre massima, fin quando arrivati alla temuta inversione della ciclabile all'incrocio con il lungotevere della vittoria succede un po’ il patatrack, non riesco ad infilarmi tra i dissuasori e devo fare il giro del marciapiede perdendo inevitabilmente contatto con Paolo Rossi, Giuseppe Dell'Olio, il mio unico riferimento rimane Claudio Mcm Lucchesini che oggi sembra non andare, cerco di non perdere contatto da lui e nei momenti in cui sembra non farcela più, lo prendo per un'orecchia (metaforicamente parlando) e lo incito "daje Claudio non mollare, tieni duro!".
Incitare un'altro runner mi aiuta a non pensare alla fatica che le gambe iniziano a non sopportare più come prima, i chilometri scorrono e vengo sfilato da Gianluca Alba, Carlo di Basilico e da Federico Giorgi, intanto lo stadio Olimpico si avvicina, rientriamo dalla strada in zona Stadio dei Marmi, vengo affiancato da Alberto Lauri e dalla grandissima Michela Ciprietti che oggi corre dopo uno stop forzato per problemi alla gamba.
La visuale di Paolo Rossi davanti a me mi conforta, non sono troppo lontano, anche se al limite cerco di tenere duro.
Finalmente si entra dentro il recinto dello Stadio Olimpico, oramai manca pochissimo e cerco di forza anche io l'andatura per quello che permettono le gambe oramai piene di acido lattico.
Imbocchiamo il sottopassaggio ed ecco aprirsi lo scenario dello stadio, manca poco, 150 m accelero e do tutto quello che posso, finalmente si taglia il traguardo, è finita!!!
Appena tagliato il traguardo vengo redarguito da Giuseppe Dell'Olio per la mia condotta sconsiderata di gara (effettivamente sono partito un tantinello forte ...), dopo esserci scambiati tutti i complimenti, ci dirigiamo al sottopassaggio in direzione dello Stadio dei Marmi, dove ci rifocilliamo e ci prendiamo il meritato riposo.
In un primo momento rimango un po' con l'amaro in bocca per non aver tenuto una condotta di gara più conservativa, ma adesso a bocce ferme, controllando tutti i tempi e tutti i valori rimango soddisfatto di una prestazione che va a migliorare i miei tempi precedenti, finalmente sfondato il muro dei 3'50"/Km e pazienza se non sono riuscito a sfondare il muro dei 35' (oggi il percorso era 9,3 Km), le sensazioni sono buone e il miglioramento è costante.
Si continua a lavorare in direzione Roma, con la consapevolezza di poter fare un grande miglioramento, ma servirà pazienza e saggezza per raggiungere l'obbiettivo.
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Alessandro Todde
La coppia 'attenti a quei due' in attesa dello start Gara: La Corsa di Miguel - (Top) (31/01/2016) SCHEDA GARA |