Corriamo con Carlo è una gara giunta alla sua settima edizione, e io personalmente non ne ho persa una.
Perché, con tutte le gare vicino Roma che ci sono nella stessa giornata, ogni anno mi faccio 1 ora e mezza di macchina per raggiungere una frazione di un paesino in piena Ciociaria? Come descrivere questa gara?
Potrei evidenziare l’aspetto tecnico e competitivo, visto che è una 10 km certificata, molto veloce, che fa parte del Gran Prix FIDAL del Lazio, e per questo infatti attira numerosi atleti della regione alla ricerca del personale e di un piazzamento nell’ambito di questo prestigioso torneo, per la cronaca il vincitore di quest’anno è un certo Giorgio Bizzarri, nostra vecchia conoscenza... ma non è solo questo, anche se da solo già questo meriterebbe una nutrita partecipazione da parte di chi è in cerca di gare sfidanti, e ama la competizione con i più forti...
Potrei parlare del percorso, due giri da 5 km praticamente piatti, immersi nella bella campagna ciociara, che costeggiano le sponde di un laghetto artificiale, perfettamente segnati e chiusi al traffico, con due ristori liquidi per ogni giro e doccette a rinfrescare per quanto possibile la prima vera giornata torrida di quest’anno….
Potrei parlare della perfetta organizzazione, che offre la possibilità di una salutare e rinfrescante vera doccia dopo la gara, dei ricchi e numerosi premi, della calorosa accoglienza degli abitanti, e del pantagruelico ristoro finale...
Già tutto questo varrebbe lo sforzo del viaggio, ma non basta... la particolarità di questa corsa si capisce veramente al momento della partenza: dopo le chiacchere e i saluti di circostanza, ogni anno un rito si ripete, prende la parola la mamma di Carlo, che nonostante la sua voce tremante dall’emozione, riesce a catalizzare l’attenzione di tutti… e mentre ricorda Carlo,
riesce con le sue parole a materializzare l’enormità dell’assenza di un figlio nei piccoli gesti quotidiani, un assenza che lei descrive “ senza risposta”... in quelle domande “senza risposta” che da 7 anni rivolge al cielo e condivide con i presenti, ci arriva netta la percezione dell’immensità del dolore più grande che si può provare, un dolore che strappa le viscere e tiene il cuore stretto in un pugno...
ma questa donna non si spezza di fronte a questo dolore, perché c’è una cosa più grande in lei che lo supera, è l’amore che prova per suo figlio...
E questo enorme amore è l’infaticabile motore dell’organizzazione di questa gara, curata nei minimi dettagli, lei lo riversa su tutti noi partecipanti, continuando a ringraziarci per aiutarla a tenere vivo il ricordo di Carlo. Non è un semplice ricordo...
lei compie il miracolo di strappare per qualche ora Carlo alla morte e di farlo correre con noi, noi corriamo “CON CARLO” nella sua terra che tanto amava... dopo la gara gira infaticabile tra i tavoli del ristoro per assicurarsi che tutti siano contenti e soddisfatti, e quando vede noi con le canotte orange si illumina, sorride e ci ringrazia, perché
“la Podistica è la squadra di Carlo...”
E dopo che le premiazioni sono terminate, il ristoro è finito, e tutti i partecipanti se ne sono andati,
noi affezionate canotte orange restiamo ancora in compagnia di Andrea e Antonio, rispettivamente fratello e cognato di Carlo, perché un altro rito si deve compiere, il brindisi tradizionale con birra bella fredda, a suggellare la buona riuscita della giornata e
la promessa di rivederci il prossimo anno... con loro…e con Carlo...