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Vivicittà: riflessioni a due mani e quattro zampe
di Maria Teresa Fiorentino, 16/04/2007

Diario di Mel

La mia Tata amatissima va a correre a Roma.
si è alzata in frettissima e in ritardissimo e brontolando come fa in tutte le domeniche mattina che non riesce a consacrare al sonno.
L’ho vista ingoiare acquapanemarmellatadentifricio, fare la doccia e vestirsi senza quasi asciugarsi… io però speravo mi elargisse qualche biscottino e un lungo grattino sotto la pancia: ho subito il recente trauma del bagno e ho diritto a coccole extra; alla fine però ho ottenuto solo una carezza frettolosa. Vado a sonnecchiare per consolarmi sotto la mia coperta a cuori anche se sono un po’ curiosa di vedere cosa, in questo momento, meriti più attenzione di me…

Diario di Maria Teresa

Stamattina il cielo fa da sfondo turchino alle mie tappe. Stazione. Treno preso per soffio. Stazione. Metro. Circo Massimo. Podistica.
Trovo Pino, una simpatica Rita e Nicoletta e Susanna Cesarini che ora, per me new entry di Podistica, hanno finalmente un volto.
Oggi corriamo la bellissima Vivicittà: 12 km abbracciati da sole, sete (ACQUA DOVE SEI?) chiacchiere amiche e qualche ingiuria ai sampietrini.
Primo giro e primi 8 tutto ok, mi godo il presente incrociato con la storia che sempre Roma regala, poi pensieri come corda sfilacciata in testa e zucchero a velo davanti agli occhi.
Dietro il vetro smerigliato della mia fatica percepisco che c’è qualcosa che non va, ma incrocio il mio mitico Sergio, le simpatiche lamentazioni di un nuovo Giovanni, sorrido e alla fine il traguardo è lì.
Cedo il numero ai guanti bianchi e i contorni di tutto si increspano, agguanto acqua e nel gazebo di Podistica trovo chi mi fa sedere e mi sbuccia persino l’arancia.
Saluto gli arrivati e osservo lo scenario del Circo Massimo tirato a lucido.
Leggo da qualche parte che Vivicittà 2007 è dedicata alla sensibilizzazione ambientale.
Sono, come ben sa chi mi legge, una podista pigra anche se tenace, e, per essere qui in tempo ho lasciato interrompere dalla sveglia un bellissimo sogno e lottato contro la pressione bassa, ho persino sottratto coccole mattutine alla mia Mel.
Ma sapere che il mio, il nostro, aver corso la Vivicittà è stato un contributo a diffondere la cultura del rispetto e dello sviluppo ecosostenibile mi fa improvvisamente sentire bene nella mia pelle: sento che oggi ho saldato, anche se in minima parte, l’enorme debito di gratitudine che personalmente ho con l’aria pulita che respiro quando corro al lago o quando mi inerpico per i sentieri dei Castelli, con i papaveri che incorniciano i binari che percorro quasi ogni giorno, con l’erba che accoglie le capriole di Mel, con l’odore di rose che mi saluta dai giardini, con la lucentezza del verde e il silenzio della sera che fa da amaca ai miei pensieri, con i ciottoli che calpesto nei miei trekking solitari, con il canto del gallo che mi sveglia nelle albe invernali, con il cinguettio degli uccelli che dona musica al mio lavoro.

Diario di Mel

La mia Tata è rientrata presto. Mi ha raccontato che hanno corso in tanti per 12 km e che è stato un po’ faticoso ma anche tanto emozionante e che non si è potuta fermare a pranzo con gli amici.
Mi ha fatto tante carezze, mi ha tirato la coda mi ha grattato finalmente la pancia e dietro le orecchie. Avevo voglia di giocare, ma lei ha raccolto i giornali e acceso il pc e per tutto il pomeriggio è rimasta incollata alla scrivania come io alla mia copertina.
Stamattina deve scrivere anche della corsa, ma prima, insieme, abbiamo inaugurato la nuova settimana cantando e ululando (nel mio caso), ancora più a squarciagola del solito, il nostro solito ritornello:

per fare un tavolo
ci vuole il legno

per fare il legno
ci vuole l’albero

per fare l’albero
ci vuole il seme

per fare il seme
ci vuole il frutto

per fare il frutto
ci vuole un fiore

per fare un tavolo ci vuole un fiore.

E chissà perché la mia saggezza e la mia sensibilità canina, mi dicono che lei ieri quella Vivicittà l’ha corsa per un fiore.


Gara: Vivicittà Roma (15/04/2007)

SCHEDA GARA



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