Un Ferragosto diverso dal solito di Maria Bianchetti, 16/08/2014
Qualche mese fa abbiamo cominciato a navigare in internet alla ricerca di possibili soluzioni per le vacanze estive; il fatto di essere costretti per le rispettive chiusure aziendali ad andare in ferie le due settimane centrali di agosto non ci ha reso molto facile la scelta. L’idea era quella di utilizzare la vacanza per visitare a posti a noi nuovi, immersi nella natura, e quale migliore occasione quella di un trail, tanto per non perdere il vizio. Ovviamente non ne troviamo molti in questo periodo; inizialmente un trail nelle Fiandre attira la nostra attenzione, ma quando abbiamo provato ad organizzare il viaggio ci siamo resi conto che la logistica era un po’ complessa e dispendiosa. A questo punto ci imbattiamo nel sito dell’Eco Maratona della Val d’Arda, ci incuriosisce il fatto che venga organizzato ormai da 7 anni sempre il 15 di agosto, segno che ci sono altri matti come noi alla ricerca di un Ferragosto diverso dal solito, inoltre ci attirano i luoghi dove si snoda il percorso, la colline piacentine, un pezzo di Emilia che ancora ci manca da scoprire, e ormai abbiamo esperienza sull’accoglienza e la cura ai dettagli degli emiliani, nonché della loro buona cucina! Aggiungiamo la seconda parte della vacanza, qualche giorno il Trentino, e la decisione è presa e il viaggio organizzato.
Lo start della gara è fissato alle 8,30 a Morfasso, usciamo quindi verso le 7,30 dal delizioso bed and breakfast che abbiamo trovato a circa 7km, dopo una abbondante colazione preparata dalle amorevoli mani della proprietaria. Sulla strada verso Morfasso vediamo all’orizzonte delle cime rocciose che si stagliano dal profilo delle colline di un verde intenso, pensiamo che non le percorreremo, sono troppo lontane … Il cielo è terso, e tira un vento fresco e frizzantino, a dispetto delle previsioni del giorno prima che davano pioggia, bene ci diciamo, se mantiene così è perfetto. Ci guardiamo intorno, e la nostra idea che siano tanti i matti che hanno deciso di svegliarsi presto anche il giorno di Ferragosto e di trascorrerlo non con le gambe sotto il tavolo, ma impegnate in altre attività decisamente più movimentate, è confermata; siamo circa 130 iscritti all’Eco Maratona e 70 alla gara minore di 25 km. 200 partecipanti per una gara il giorno di Ferragosto in un paesino disperso nelle colline piacentine è un numero di tutto rispetto. Da aggiungere inoltre un numero imprecisato di accompagnatori impegnati con la “Marcia dei Casali”, percorso non competitivo di 5 km. Con sorpresa ci avvicina un ragazzo di Roma che ci ha riconosciuto dalla canotte orange, e che avevamo incrociato in altri trail, e quindi i rappresentanti della capitale sono ben tre.
Dopo il briefing e con un quarto d’ora di ritardo per aspettare il medico finalmente si parte. Si fa il giro d’onore del paese, scortati dalla macchina dei vigili, e poi cominciamo la prima dolce salita che ci fa fare i primi 300 metri di dislivello (siamo partiti da circa 600); quello che ci colpisce è il verde intenso di tutto quello che circonda, degli arbusti che circondano il sentiero sassoso ma corribile, della valle che cominciamo a vedere distintamente, delle colline che la circondano, bellissimo è il passaggio in mezzo ad un prato con l’erba ancora alta. Arriviamo fino al punto della separazione tra i due percorsi, e dopo un breve tratto su asfalto arriviamo al primo dei sette ristori, e capiamo subito che gli emiliani non hanno deluso le nostre aspettative, dopo solo cinque km, oltre a acqua, tè, Coca Cola e sali, troviamo biscotti, uvetta, dolci, pane e formaggio! Poco dopo il ristoro, sempre mantenendo la stessa quota, entriamo nel bosco, che ci accompagnerà per buona parte del percorso, un bosco fitto, ombroso, con sentieri larghi e facilmente corribili, l’unica accortezza è di fare attenzione in alcuni tratti dove le piogge copiose dei giorni precedenti hanno lasciato pozze di fango e scavato il terreno. Mi colpisce come pur percorrendo per la maggior parte sentieri del CAI, e quindi normalmente frequentati da escursionisti o dalle famiglie per le loro passeggiate festive, come succede anche oggi, i sentieri siano pulitissimi, nessuna traccia di cartacce o bottiglie di plastica abbandonate. Dopo una ripida discesa e un’altrettanto ripida salita arriviamo a Madonna del Monte, a 900m di quota, passando per lo splendido bosco del Parco di Moria. Dopo il terzo ristoro, affrontiamo il primo picchetto della giornata, solo un assaggio di quello che verrà dopo, è un picco scoperto, intorno ai 1100 m, la cui discesa è resa insidiosa dal terreno composto da sassolini molto fini e scivolosi. Ritorniamo a quota 800m, e ripercorriamo a ritroso un tratto di 3 km, ripassando per passo Guselli e per il ristoro del 5km, che ora corrisponde al 20km, segnando quindi l’arrivo a metà gara, ma anche l’inizio della parte più difficile. E infatti inizia una salita lunga circa 6 km che ci porta fino al Passo Santa Franca a circa 1300m; il bosco si alterna a radure colonizzate da vacanzieri che hanno approfittato del tempo che ancora regge per il picnic di rito, si è fatta l’ora di pranzo, e i profumi appetitosi che provengono dai numerosi barbecue sono pericolosamente invitanti! Per fortuna il ristoro è affidato a un gruppo di simpaticissimi alpini che ci rifocillano con ogni ben di Dio, incluso pane e salame. La vista sulla vallata è notevole, ma è anche notevolmente diminuita la distanza dalle ripide aspre cime che vedevamo in lontananza la mattina. E infatti dopo circa 3 km di saliscendi affrontiamo la prima, ripida salita al Monte Menegosa (km 29, 1355 m ), su un terreno sassoso e scivoloso, abbiamo ormai capito che una volta diradato il verde, è questo il tipo di terreno con cui fare i conti. Ma una volta conquistata la cima, e raggiunta la relativa croce, il panorama è mozzafiato: siamo tutto sommato non tanto alti, neanche a 1400 m, ma l’impressione è di stare a 2000m tale è l’asperità della rocca, e le spaccature laterali che creano dei crepacci profondissimi che si tuffano nella valle, nel frattempo si è anche formata qualche nube, che dà al tutto un aspetto ancora più surreale, ma ci fa anche preoccupare, perché la montagna è mutevole e basta un attimo per ritrovarsi sotto una grandinata. Acceleriamo il passo, ma non possiamo andare tanto veloci in discesa perché molto ripida e sdrucciolevole, tanto che gli organizzatori l’hanno messa in sicurezza con una corda, che in effetti si è rivelata utilissima. Subito dopo la discesa ripida, inizia un’altra salita simile alla precedente, che ci porta sulla cima del Monte Lama (32 km – 1340 m) e al penultimo ristoro, nel bel mezzo di un pratone anch’esso preso di mira per i picnic, nonostante il cielo si sia fatto nel frattempo meno amichevole, e l’aria sia diventata decisamente fredda. Ci aspetta un ultima cima da scalare, più bassa delle altre ma non meno ripida e faticosa, anche perché la stanchezza comincia a farsi sentire, una serie di leggeri saliscendi ci portano fino al Groppo di Gora (34 km – 1290 m). Arrivati sulla sommità siamo avvolti da una nube lattescente, nonostante il freddo ormai pungente e l’umidità che penetra nelle ossa vogliamo però trovare il tempo per una foto che ci scatta un simpatico e colorito podista romagnolo di Cesenatico, con il quale abbiamo percorso praticamente tutta la gara. Si scende dapprima ripidamente, sempre sul solito letto di sassolini, e poi si rientra nel bosco. Il cielo si è nel frattempo chiuso, e sentiamo un unico lungo intenso tuono, che squarcia il cielo e le nubi, che decidono di riversare tutta l’umidità accumulata durante la giornata mentre noi percorriamo i nostri ultimi 7km, praticamente una lunga discesa verso l’arrivo, a Casali di Morfasso, a circa 8 km dalla partenza. Ci diciamo fortunati perché prendere l’acquazzone su una delle cime sarebbe stato molto peggio, e con questo confortante pensiero affrontiamo di buona lena gli ultimi tratti nel bosco, facendo lo slalom tra il fango e i fiumiciattoli d’acqua che si stanno formando, e infine l’ultimo tratto di asfalto che ci porta all’arrivo mano nella mano, tra i complimenti dello speaker. Nel frattempo il servizio navetta, che poi ci riporterà a Morfasso dove abbiamo lasciato la macchina, ha portato le borse degli atleti all’arrivo, possiamo quindi farci una meritata caldissima doccia, e gustare il ristoro finale preparati dall’efficientissima proloco locale a base di gnocchi e spiedini lunghi mezzo metro! In conclusione il giudizio sulla gara è senz’altro ottimo, il percorso è molto bello e panoramico, con un giusto livello di difficoltà che permette a tutti, sia ai più esperti e scalmanati che ai meno avvezzi e più prudenti, di divertirsi e di scoprire un angolo della nostra bellissima Italia che merita senz’altro di essere visitato.
Ciao a tutti Maria
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Maria Bianchetti Gara: Ecomaratona della Val D'Arda (15/08/2014) SCHEDA GARA |