La prima non si dimentica mai di Roberta Ricci, 02/12/2014
la meritatissima medaglia "Emozioni a caldo"
Ero decisa a fare una maratona, mi sembrava il giusto modo di onorare una passione, ma anche un ulteriore mettermi alla prova...
Sono arrivata alla maratona di Firenze non troppo convinta, temevo di non essermi preparata adeguatamente, sentivo altri runners che avevano fatto tantissimi lunghi, il mio " lungo" più lungo era stato di 30 km quindi avrei partecipato alla maratona con un buco di 12 km dove sarebbe potuto accadere di tutto!
Devo dire che per carattere sono una persona molto determinata, ho passato tante esperienze nella mia vita alcune veramente difficili, e credo che proprio facendo tesoro di queste, ho conosciuto una parte di me che ignoravo, la Roberta guerriera quella che non si arrende di fronte ad un tumore, che lotta per la sua famiglia e tanto altro...
Fare una maratona è un grosso impegno, bisogna essere preparati fisicamente (per evitare infortuni o cose più serie) metterci la passione e tanta tanta forza di volontà... Quindi traducendo: corpo, cuore ma soprattutto testa!!
Arriviamo (io e mio marito condividiamo questa passione) a Firenze il giorno prima della gara e andiamo direttamente a prendere i pettorali, poi in albergo a posare le borse e via a fare un giro per Firenze, città carismatica che ti fa fare un tuffo nel passato; visto che amo molto l'arte ci andiamo a vedere la mostra di Picasso poi cena (fondamentale non sbagliare alimentazione il giorno prima della gara) quindi un bel tagliolino al tartufo (non proprio l'ideale ma che buono!!!) e verdure poi ninna (è importante non arrivare troppo stanchi!)... e che ve lo dico a fare, l'emozione era talmente tanta che praticamente non ho chiuso occhio! Mi sono rigirata nel letto come una cotoletta augurandomi di riposare almeno un po' e leggermente irritata dal sonno tranquillo di mio marito!!!
Alle 06:00 la sveglia, ricca colazione a base di pane integrale, miele, marmellata, caffè, succo di ananas e una banana e poi doccia, vestizione con la canotta orange di cui vado orgogliosa, il gonnellino sempre della società e le mie scarpe alleate numero uno di ogni runner, sono pronta!
Arriviamo alla partenza, fa un po' freddo, c'è molta umidità e leggera pioggerella, incontriamo altri della Podistica, ci facciamo la foto di rito poi entriamo nelle griglie di partenza; e come una spugna assorbo tutti i consigli che sento dagli "esperti"! Inizia il count down, partono i primi poi finalmente tocca a me!
Si parte!!!
La testa mi dice di non esagerare, ma tanto non c'è pericolo: siamo talmente in tanti che andiamo pianissimo, cerco di trovarmi un po di spazio e mi tengo tutta sulla sinistra; i primi 10 km non li considero, li elimino proprio dalla mente, parto dall'undicesimo e fino al 25° km cerco di conservare le energie. Tra i 25 e i 30 km avverto un dolore alla caviglia ma stringo i denti ed ignoro il dolore, punto ai 30 con timore reverenziale, i maratoneti dicono che li ci sarà un muro; superato il 30° km devo trovare una strategia per non pensare a quanto manca quindi inizio a cantare Ebony and Ivory di Paul mc Cartney e Stevie Wonder, cerco di guardare la città con occhi da turista! Non voglio pensare alla stanchezza, non sono stanca, non voglio pensare a quanto manca ma non mi aiuta neanche pensare a quanti ne ho già fatti, mi dico "ami la corsa quindi ok vai avanti...".
Al 35° km inizio a pregare, a qualcuno potrà suonare inopportuno ma mi ha aiutata tantissimo; al 38° km mi rendo conto che arriverò al traguardo, non so i miei tempi, il garmin è andato in risparmio energetico (pure lui!!!) ma sento le lacrime arrivare e questo mi provoca un alterazione nel ritmo del respiro, quindi mi dico non è finita, non è ora di piangere, se proprio devi lo farai al traguardo...
Ecco il 39° km le gambe vanno da sole
40° il cuore va da solo
41° ecco di nuovo la lacrimuccia prontamente ricacciata indietro e con estrema determinazione spingo quell'ultimo km con gioia nel cuore ma tanta tanta testa
ecco vedo il traguardo, accelero ancora e lo taglio con le braccia alzate!
è una gioia incontenibile, ce l'ho fatta 42 km 195 mt tutti con le mie forze, rido e piango e parlo con una ragazza che mi guarda sorridendo e poi mi accorgo che è straniera e non ha capito nulla di quello che ho detto ma mi abbraccia ed esulta con me!!!
È fatta, altro traguardo raggiunto!
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Roberta Ricci
Roberta nel centro storico di Firenze Gara: Maratona di Firenze (30/11/2014) SCHEDA GARA |