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“La fatica non è mai sprecata. Soffri ma sogni”
di Giuseppe Morelli, 01/12/2015

Quest’anno l’avventura della Firenze Marathon l’ho condivisa con l’amico orange David Macchini con il quale ho trascorso due piacevoli giornate in terra Toscana.
Dopo l’obbligatorio passaggio all’Expo per il ritiro del pettorale ci siamo concessi un veloce giro per la città parlando di tante cose e non solo di running. La cena tranquilla, senza esagerare, l’abbiamo consumata in una trattoria tipica in zona Santa Croce. Nulla di trascendentale ma personale gentile e ambiente gradevole. Lunga camminata con finalità digestive e finalmente il meritato riposo notturno.

La mattina inizia con la canonica colazione pregara e via verso la partenza. Sebbene le previsioni meteo annunciano il sole per il momento il cielo è coperto e la temperatura è intorno ai 3 gradi. Sul lungarno corro avanti e indietro per scaldarmi non solo dal punto di vista atletico!!! Con David abbiamo due griglie diverse: io quella di colore verde e lui quella grigia. Gli addetti agli ingressi ci dicono che una volta entrati nelle gabbie (che brutto termine) non si può più uscire. Allora ci prendiamo un thè caldo e scambiamo quattro chiacchiere per ingannare l’attesa. Trascorrono i minuti e inevitabilmente arriva il momento di separarci. L’appuntamento per il dopo gara è fissato direttamente in hotel. Un caloroso abbraccio di incoraggiamento sancisce di fatto l’inizio vero e proprio di questa nuova esperienza.

Adesso si fa sul serio: ci sono più di quarantaduemila metri da percorrere. Non sarà una passeggiata per nessuno, tapascione o top runner che sia.
Per quello che riguarda la gara non ho nessun obiettivo particolarmente ambizioso. Lo scorso anno ho chiuso in 4h 30m 13s e mi accontento di limare quella manciata di secondi che mi permetterebbe di scendere sotto la soglia delle 4 ore e 30 minuti.
La gara scorre tranquilla accompagnata dal tanto atteso sole che, finalmente uscito, rende la temperatura molto più gradevole. Il percorso lo conosco quindi so perfettamente quello che mi si presenta davanti con il passare dei chilometri.
Al 27° km davanti alla zona dove il giorno prima abbiamo ritirato i pettorali un piccolo crampo dietro la coscia sinistra mi mette in allarme. Faccio un po' di stretching e riparto. Il peggio sembra essere passato e fortunatamente riesco a continuare sebbene accompagnato da una costante apprensione. Passo dopo passo cerco di capire quale è la reale situazione ma intanto i chilometri scorrono con mio enorme piacere.

Al 38° km mantengo ancora trenta secondi di vantaggio rispetto al passaggio del 2014 ma all’improvviso sento due forti crampi: uno nella parte posteriore della coscia sinistra (la stessa di prima) e l’altro al polpaccio della gamba destra. Allora provo di nuovo con lo stretching ma questa volta non è assolutamente sufficiente. Sono costretto a rallentare vistosamente e non mi resta che stringere i denti per percorrere gli ultimi lunghissimi quattromila metri finali.
Ormai siamo nel centro storico della città e il percorso è prevalentemente fatto di lastroni. Piove sul bagnato. Alla fine comunque riesco ad arrivare e questa è la cosa più importante.
“La fatica non è mai sprecata. Soffri ma sogni” diceva l’indimenticabile campione Pietro Mennea. Ma chi corre sa benissimo che se c’è una gara in grado di far svanire i sogni di ogni atleta quella è sicuramente la maratona. Fino all'ultimo metro non sai cosa ti può accadere. E’ questo il suo aspetto più intrigante. Prendere o lasciare.

Voglio ringraziare Raffaele Buonfiglio, Francesco Crudo e Daniel Peiffer per l’incitamento che mi hanno dato negli ultimissimi km quando i cattivi pensieri stavano prendendo il sopravvento. E’ stata una iniezione di energia e fiducia che nessun integratore o barretta mi avrebbe potuto dare in quel momento di intensa sofferenza. Grazie ragazzi.
Colgo, inoltre, l’occasione per consigliare questa gara a tutti coloro che non l’hanno mai corsa. Si tratta di una maratona che ogni anno riscuote un grande successo ed è seconda soltanto a quella di Roma per numero di partecipanti. Un successo che, a mio modesto avviso, è ampiamente meritato.
Il percorso ben studiato e collaudato consente di vedere gran parte dei luoghi caratteristici del capoluogo toscano. Dal Parco delle Cascine a Ponte Vecchio, da Palazzo Pitti al Duomo, da Piazza della Signoria al Battistero.

L’organizzazione ha fatto un gran lavoro per offrire il meglio a tutti gli atleti. I ristori lungo il percorso sono sempre risultati forniti e facilmente accessibili. Nella zona partenza sono stati predisposti un ampia area spogliatoio coperta e un area per la distribuzione pregara di thè caldo e barrette energetiche.
Ho potuto constatare con molto piacere l’assoluta assenza delle classiche liti o proteste per la viabilità. Si è corso sempre in un contesto festoso pieno di incitamenti da parte di tutti. Un pensiero particolare va ai numerosi volontari i quali sempre gentili non hanno fatto mai mancare una parola di conforto e soprattutto un sorriso. Mettiamoci pure qualche band musicale niente male e il gioco è fatto.
Possono sembrare cose scontate ma sappiamo tutti che non è sempre così.


Gara: Maratona di Firenze (29/11/2015)

SCHEDA GARA



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