E Poi Ci Siamo Noi! di Claudio Ubaldini, 17/04/2014
il ritorno di Fabiola alle competizioni, dopo un lungo stop Domenica mattina ero un po’ nervoso, avevo impiegato più tempo del previsto per prepararmi; ero conscio che sarei arrivato tardi allo stadio delle Terme di Caracalla, e avrei avuto poco tempo per gustarmi i momenti pre-gara.
L’incontro al gazebo con gli Orange è un po’ fuori dai canoni: non solo si ritira il pettorale, ci si cambia e si scambiano gli ultimi consigli sulla gara; per noi il pre-gara talvolta è il momento più bello della giornata! Si arriva prestissimo per dare una mano ai Volontari che montano e distribuiscono di tutto, si rivedono gli amici, si ride e si scherza, si balla, si assaggiano i manicaretti che ogni tanto qualche provetta cuoca ci offre; è una festa dentro la festa, tanto più che anche chi non gareggia spesso si alza all’alba per stare insieme agli altri Orange.
Poi però bisogna anche correre.
Il percorso dell’Appia Run lo trovo uno dei più affascinanti mai percorsi; la difficoltà del tracciato, data da sampietrini e lastroni sin dai primi chilometri che non aiutano a digerire bene le salite, aumenta quando si entra nel parco della Caffarella, particolarmente ostico per chi come me ha paura di correre sullo sterrato; la concentrazione è al massimo e lo sforzo inizia a diventare impegnativo. Nonostante la fatica, molti Orange si riservano comunque un filo di fiato per urlare o - al limite - sussurrare un “Alè Podistica!” e regalare un sorriso a tutti i compagni di squadra ed amici che si incrociano lungo il percorso.
Il senso della fatica in parte viene distratto dal panorama che si attraversa: si respira la storia di Roma a pieni polmoni, ed il silenzio nei 3 chilometri all’interno del parco sembra quasi magico, quasi una preparazione al frastuono di urla, incitamenti e musica che si inizieranno a sentire a poche centinaia di metri dal traguardo, e che esploderanno in tutto il loro fragore all’entrata dello stadio Nando Martellini per farti volare negli ultimi metri di sprint su pista.
Passato l’arco dell’arrivo mi avvicino al ristoro per bere e riposarmi, controllo l’orologio e mi dico “bravo, sei migliorato di un minuto rispetto all’edizione 2013”, non faccio in tempo nemmeno a riprendermi che subito riscopro il gusto di appartenere a questa squadra: si avvicina un Orange che esclama pieno di entusiasmo “sbrighiamoci, andiamo a incoraggiare i nostri che ancora devono finire la gara!”. E così ancora un po’ indolenziti raduniamo un piccolo gruppo e si riparte subito, ripercorrendo il percorso al contrario e incitando tutti gli Orange, per scoprire quasi subito che un altro gruppo dei nostri già lo stava facendo; fino ad incontrare un “bell’uomo pieno di coraggio”, al quale ci uniremo e che verrà scortato mano nella mano fino al traguardo, tra gli applausi ed il tifo di tutti a bordo pista.
Tornati definitivamente al gazebo il clima di festa man mano va scemando, così si torna a casa per compiere l’ultimo rito della giornata podistica, ovvero controllare le graduatorie e verificare quello che più ci sta a cuore, il piazzamento della squadra: seconda società classificata, ottimo! Il premio societario questa volta è importante, e ci garantirà la possibilità, anche questa settimana, di donare un aiuto a chi ne ha davvero bisogno; perché a correre ci sono capaci (quasi) tutti, ma terminata la competizione, la gara, la festa, il successo o la delusione sportiva... poi ci siamo noi, non solo runners, ma tanto Podisti quanto Solidali. Sempre.
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Claudio Ubaldini
la salita del km 10 Gara: Run5 - Appia Run (13/04/2014) SCHEDA GARA |