Correre in periferia di Maurizio Zacchi, 20/11/2011
Oggi la carovana dei podisti romani si è ritrovata in una zona della periferia di Roma, il Tiburtino, per disputare una prova da 10 chilometri che, giunta alla 12a edizione, può essere ormai considerata una classica di fine stagione.
10 chilometri molto veloci su un percorso prevalentamente pianeggiante letteralmente strappato alla prepotenza delle macchine che sono costrette ad aspettare nervosamente il passaggio del serpentone, prima di riprendere la loro folle corsa verso "chissa dove".
Al volante di quelle auto ci sono spesso persone che si lamentano del degrado dei loro quartieri, dell'intenso traffico romano, ma poi quando possono condividere un momento di sport e di sana aggregazione, preferiscono montare sulle auto e attendere il passaggio dei podisti, con il motore acceso e con la mano pigiata sul clacson.
Curioso l'episodio della "signora" che prima della partenza, ad atleti già schierati e alla presenza della Polizia Municipale, pretendeva di passare sopra a quella marea umana perché doveva raggiungere la sua abitazione a 100 metri di distanza. Tutto questo nonostante stesse circolando all'interno della "zona verde" durante il blocco del traffico.
Questo è lo scenario tipico e un po' triste delle corse in periferia: palazzoni incombenti, macchine parcheggiate ovunque, strombazzare di clason...insomma uno scenario classico.
Però per un'ora, lo sport si è imposessato di quello scenario e lo ha riempito di sport, di sudore e di fatica, ma soprattutto di grandi sorrisi.
Questo è proprio il senso di queste corse in periferia, un grande messaggio lanciato contro il degrado urbano.
Certo ci sono gare dove lo scenario è sicuramente migliore, ma il ritorno sociale e ambientale di questa corse periferiche è indubbiamente molto superiore.
Non è mica da tutti riuscire a sottrarre la "Palmiro Togliatti" al traffico romano...ebbene gli oltre 1600 podisti che oggi hanno indossato l'ennesimo pettorale, sono riusciti a farlo.
In un contesto quindi difficile bisogna fare un plauso all'organizzazione, che ci è sembrata inappuntabile.
E poi, poi c'è il grande squadrone orange, quello che non tradisce mai, che oggi ha portato al traguardo ben 105 canotte arancioni, conquistando il terzo premio, equivalente a 200€ che entrano nel bilancio a disposizione delle iniziative solidali.
Ci sono anche dei bei risultati sportivi, come quelle di Dario Salerni e Francesco Tesoro, tra gli uomini e di Paola Patta, tra le donne. Buono anche il ritorno alle gare "nostrane" di Daniele Pegorer, dopo il suo personale newyorkese.
E poi ci sono i grandi sorrisi, la voglia di stare insieme e di convivere i momenti che precedono e seguono la performance atletica vera e propria.
Ci sono addirittura atleti "in borghese" a seguire le performance degli orange, come Salvatore Cairo, Andrea Capasso e Alfredo Donatucci.
Il vero spirito solidale che caratterizza questa squadra e che nasce dalla consapevolezza di correre per traguardi importanti.
|
Maurizio Zacchi Gara: Corriamo al Tiburtino (20/11/2011) SCHEDA GARA |