Dopo l'infausto esordio sulla distanza nella Roma-Ostia ho voluto riprovare la mezza maratona in un contesto 'esotico' come puo' essere Genova, dove mi trovo per lavoro.

La prima sorpresa gia' qualche settimana prima della corsa: ben 3 oranges in arrivo da Roma, con Salvatore e Sergio riesco a scambiare qualche parola a Ciampino, anche se organizzare qualcosa insieme non è possibile per mille ragioni.

Al ritiro dei pettorali scopro che in totale siamo 6, dall'elenco spunta fuori un certo Quatrini di cui nessuno dei 4 che si ritrovano prima della partenza conosce. 

Si sospetta un copia-incolla maldestro da parte dell'organizzazione... Foto-ricordo e poi ognuno per la sua strada, visto che sembra proprio che terremo andature diverse.

10 minuti prima della partenza invece ecco una familiare canotta arancione che si rivela essere Giuseppe Quatrini, un altro romano emigrato ed "arruolato" nelle nostre fila da Nicoletta Cesarini.

Con lui Elena Ferro, ma intanto è sparito Sergio Paris! Altra foto ricordo e poi ci prepariamo davvero al via, non senza esserci ripromessi di trovarci una mattina su Corso Italia per una sgambata insieme.
 
La giornata è soleggiata, ma non ancora caldissima, il maltempo dei giorni precedenti ci ha lasciato un'arietta fresca e piacevole, direi proprio condizioni ideali per correre. Il primo tratto è in pieno centro storico: Largo della Zecca, Via Cairoli, Via Garibaldi con i suoi splendidi palazzi, Piazza de Ferrari, via Venti (per i non genovesi: via XX settembre!).

Dopo 4 km il lungomare, ed il mare che ci fara' compagnia per quasi tutto il resto della corsa. Mi accorgo di andare troppo forte per le mie possibilita' attuali e cerco di rallentare un poco, ma è come se corressi in casa mia, conosco ogni metro di questo tratto e non riesco a trattenermi troppo!

Sull'altro lato della strada passano Giuseppe, Sergio, Salvatore, Hassan, con ognuno scambio un cenno d'intesa e di incoraggiamento.
 
La soprelevata! Questo serpentone di asfalto comunemente vietato ai comuni bipedi non motorizzati che corre da un'estremita' all'altra del centro: che effetto strano stare lassu' e vedere la gente che si affaccia dalle finestre direttamente sul guardrail: per una mattina possono prendere un po' d'aria senza rischiare l'avvelenamento, chissa' se ce ne saranno grati.

Al decimo km sono in perfetta media per le 2 ore, vediamo se reggo...
Per fortuna dopo un breve tratto in salita la strada è un lungo falsopiano in leggera discesa: comincio a pensare che al ritorno sarà tutta leggera salita, ma per il momento mi accontento.

Arrivo alla Fiumara dopo un'ora e mezza e quasi non me ne sono accorto (scherzo!), potenza della musica che mi rimbomba nelle orecchie.

Prima del giro di boa incrocio di nuovo Salvatore e Hassan (gli altri sono gia' passati evidentemente) ed ora di puntare il traguardo: il 'rampone' per tornare sulla soprelevata mi sembra il Tourmalet, accorcio il passo e salgo piano piano, ma non mi fermo!

17, 18, al 19° la salita comincia a farsi sentire sui quadricipiti...mi avvicino al 20°, Edoardo Bennato mi ricorda che non posso fermarmi proprio ora, corri forte va' più forte che puoi, non arrenderti ne' ora ne' mai...

Giro intorno ai magazzini del cotone, ecco l'arco: 2 ore e 4 minuti netti. Le mie tifose personali mi accolgono festanti e mi abbracciano incuranti del "bagno" che gli riservo.

Salvatore, Sergio e Hassan mi danno appuntamento alla prossima corsa a Roma e mi rendo conto che e' gia' ora di tirare le somme.
 
Non avevo aspettative particolari, mi sono allenato poco, la cosa che mi più mi soddisfa è che ho finito in pieno controllo di me stesso, mentre a Ostia era arrivato una specie di zombie nevrastenico.

Ma soprattutto ho potuto provare e di nuovo toccare con mano cosa significa appartenere a questo gruppo speciale, la familiarita' spontanea che si crea per il solo fatto di correre con la stessa canottiera arancione.

Angelo Dominici