La giornata inizia presto, il sole ancora non si vede, è nuvoloso e non fa fresco.

È un'altra mattina, ma durante il viaggio verso Rieti percepisco che non è una mattina come un’altra, è leggermente diversa.

Dopo qualche ora, mentre attendo il via alla gara n. 300, ascolto la “sinfonia” dell'acqua verdastra e vedo il fiume Velino alla mia destra.

In quei pochi minuti, che precedono lo start, penso che anche nella corsa, come nei compleanni, i numeri con lo “0” hanno ogni volta un fascino e un sapore diversi, che ognuno gusta a suo modo ricercando il succo migliore; a me piace tornare indietro nel tempo, ricordare emozioni e sensazioni già sperimentate sulle stesse strade negli anni passati, sensazioni ed emozioni che non si cancellano, così come gli altri infiniti ricordi che mi legano ad ogni angolo di questa città, sempre vivi nel cuore e pronti ad accompagnare un'altra partenza (la scelta di correre qui, oggi, non è casuale).

Sento intanto il countdown, mancano pochissimi istanti, è tutto pronto, a volte si può partire anche senza sparare ma non si può evitare di sperare lungo il percorso…

All'arrivo, nel momento in cui poggio gli occhiali neri sulla testa, rivolgo lo sguardo all'azzurro-grigio del Cielo e ringrazio...

Un'altra gara è ormai alle spalle, mi avvio lentamente verso il parcheggio nei pressi dello stadio e a breve vado a cambiarmi.

La solita canotta “orange”, che da sempre abbina la solidarietà alla corsa podistica, adesso è zuppa di sudore, pesa più di prima e in alcune parti quello stesso sudore ne ha scurito il colore; la fisso qualche secondo, mi soffermo sulla scritta e il suo logo, è parte di me ed io di lei, abbiamo condiviso un po’ di tutto…, poi istintivamente dico “grazie Podistica Solidarietà, grazie Presidente Giuseppe Coccia per l’indimenticabile inizio tanti anni fa, grazie per i 300 traguardi tagliati insieme e - si spera - da superare ancora”...

Alfredo Donatucci