La mia Cortina Dobbiaco Run di Rosa Montemurro, 05/06/2024
La mia #cortinadobbiacorun
Il meteo degli scorsi giorni non lasciava sperare a una gara facile che già di suo facile non è. Molto indecisa anche sull'abbigliamento, venerdì abbiamo persino camminato sotto la neve fresca in quota.
Prendiamo la navetta alle 7 da #Dobbiaco sotto un cielo nuvoloso e un po' di pioviggine, indosso pantaloncini maglia a manica corta e canotta traspirante con la possibilità di fare un cambio all'ultimo minuto con la manica lunga leggera o la giacca impermeabile che porto nella borsa da lasciare ai camion.
Tuttavia stamattina a #Cortina abbiamo finalmente visto l'azzurro del cielo con le cime innevate.
Bell'atmosfera pre gara, ci dirigiamo su in centro dove c'è la partenza ma ci dicono che il raduno è sotto dove ci hanno lasciato le navette.
Ci sono 6 gradi centigradi ma il sole poi scalda velocemente, decido di lasciare anche la giacca che mi porterei solo in tasca, gentilissimi i volontari che ripescano la mia borsa.
Ci si raduna in base ai colori dei pettorali e si cammina in 3 mega gruppi fino alla partenza, circa 2000 partecipanti. Ci saranno tre griglie, alle 9.00 parte la prima e a seguire le altre due. Per noi lo sparo è alle 9.04. Ci scambiamo l'in bocca al lupo con Luigi che ho conosciuto allo stand della #PodisticaSolidarietà alla Roma Ostia. L'idea di preparare questa gara è nata lì.
Non ho avuto modo di scaldarmi ma si và così, mi scalderò in salita. All'inizio il flusso di podisti occupa tutta la ciclabile poi man mano ci si sfilaccia, ognuno al suo passo.
La pendenza non è eccessiva e riesco a tenere un ritmo più o meno costante nei primi 4 km sui 6:35. Siamo in ombra nel bosco e anche se accaldata e già sudata il fresco inizia a farsi sentire sulle gambe, le sento di legno.
Non sono delle buone sensazioni, la preparazione non è stata ottimale, dopo la 30km delle Crete Senesi ho sofferto molto di una forte infiammazione del nervo sciatico, ad aprile ho avuto una strana lunga influenza che mi ha debilitato.
Inizialmente l'obiettivo era di fare la gara entro le 3 ore ma ho ridimensionato le aspettative. La gara del 5 maggio dura, con saliscendi impegnativi l' ho chiusa in 3 ore e mezza circa per cui adesso immaginavo di poter fare questa in meno.
I primi due ristori del 5° e 10° km si trovano in corrispondenza delle vecchie stazioncine dell'ex ferrovia, bevo acqua. La salita vera è propria finisce al 12° km decido di recuperare ogni tanto al passo.
Ho la mia strategia di gel 1 ogni ora circa ma il primo l' ho preso verso il 5°km a poco più di mezz'ora.
I panorami ovviamente ripagano tutta la fatica e mi soffermo a scattare qualche foto.
Mi supera con un Alè Podistica un romano, non riesco a capire a quale squadra appartenga, lo risupero e ci incrociamo così più volte. Lo vedo in posa sulle sponde del lago e mi fa: "eh questa gara è così!" Tutto quello che ci circonda è di una bellezza straordinaria.
Lago di Landro, con un lungo tratto in piano, si sente che la salita è finita ma non è comunque semplice continuare a correre: il vento è contro, sono sudata, faccio in modo che il pettorale mi copri la pancia, non mi sento benissimo. Ho un po' freddo, quasi rimpiango la mantellina lasciata ma resisto.
Ormai siamo a metà, 15 km in 1 ora e 44 minuti, adesso si scende un po', dovrei riuscire ad andare più veloce e chiudere almeno in 3 ore e mezza. Prendo il secondo gel e spero che la discesa vera arrivi presto.
Al 18° ancora in falsopiapiano comunque duro. La vista si apre a destra sulle #3CimediLavaredo, sto camminando e scatto una foto.
Intravedo sulla strada Raimondo che è andato su in bici, provo a chiamarlo urlando e lì mi rendo conto che la voce non ce l'ho. Sulla strada l'Hotel 3 cime dove siamo stati in vacanza anni fa, ora è chiuso. C'è un fotografo piazzato sul percorso mi faccio forza e ricomincio a correre per farmi immortalare.
Ora sì, la pendenza a favore si fa sentire e posso finalmente andare più veloce. 5:30 5:40 forse pure troppo, ma se riuscissi a tenere un ritmo medio di 6:00 posso stare sul mio nuovo obbiettivo.
E niente ora che spingo più forte con le gambe inizio ad avere crampi, si risente la sciatica, devo rallentare. Devo cercare di tenere un ritmo blando per non forzare i muscoli più di tanto. Devo camminare ogni tanto sia per i crampi che per la fatica anche in discesa.
Ieri Rai è passato sulla ciclabile e mi ha raccontato di un tratto allagato da un canale, l'acqua ha una forte gettata e lui è dovuto tornare indietro. C'erano gli organizzatori in perlustrazione, beh oggi c'è un ponticello in legno nuovo di zecca!
Continuo concentrandomi su ritmo sostenibile cercando di tenere a bada i crampi, quando la pendenza diminuisce è proprio dura.
Ultimo ristoro dei 25km, il mio GPS ne segna quasi 26 per via delle gallerie passate. Sto sulle 3 ore forse riesco a chiudere quanto le Crete Senesi.
Incontro un gruppo di camminatori con cappelli da alpini con la tromba, intonano qualche motivo e faccio un video, ogni scusa è buona per recuperare.
Lago di Dobbiaco un buon km in piano, una fatica enorme, non vedo l'ora che finisca. Vedo la notifica di Rai che non riesce a capire dove sono, ho condiviso la posizione ma evidentemente per le impostazioni di risparmio energetico si aggiorna molto di rado.
Gli mando un vocale, mancheranno 2 o 3 km. Finalmente si vedono le prime case di Dobbiaco e in lontananza il campanile verde della chiesa. Ci siamo ultimo sforzo, eccolo Rai pronto a farmi una foto.
Molti in giro con la medaglia al collo, diversi incitano "dai è fatta" ma quest' ultimo km è infinito. Per decenza cerco di correre fino alla fine.
3 ore e 41, è fatta!
Al di là dei tempi, mi è dispiaciuto un po' patire così tanto, avrei voluto correre con più piacere ma anche questa medaglia è conquistata.
Ora una settimana di stretching yoga e recupero.
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Rosa Montemurro Gara: Cortina-Dobbiaco Run (02/06/2024) SCHEDA GARA |