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CORRENDO a ROMA con ROMAno...
di Maurizio Zacchi, 27/12/2011

"Quanto sei bella Roma...", comincia così una meravigliosa canzone di Antonello Venditti che enfatizza le virtù magnifiche di una città, che in certi momenti ti ricorda quale privilegio può essere quello di vivere nella "capitale del mondo".

In quei momenti dimentichi tutti i suoi aspetti negativi: il traffico, una cronica mancanza di senso civico da parte dei suoi abitanti, la sciatteria dei suoi amministratori, i fenomeni delinquenziali che l’attraversano, il degrado di alcuni quartieri. Tutto scompare di fronte a un raggio di sole in grado di scaldare l’inverno, di fronte a un cielo terso colorato di un azzurro intenso, di fronte a una giornata di festa, di fronte alla maestosità dei suoi monumenti.

Questa è Roma, la mia Roma, la nostra Roma, la Roma di tutti…

In queste giornate anche la gente è diversa e ritrova il proverbiale sorriso, e ritrovando l'amore per questa città, la voglia di curarla e proteggerla.

Un giorno già così speciale, è stato resto indimenticabile da una tradizione orange, quella per cui nella mattinata di Santo Stefano si attraversa di corsa il centro storico di Roma, facendo tappa nei principali luoghi di questa meravigliosa metropoli.

Una corsa in compagnia che si conclude con un brindisi di auguri condito dai dolci della tradizione e dal famosissimo “pan pepato” preparato dal Presidente.

L’appuntamento è fissato alle Terme di Caracalla, luogo storico della “tradizione podistica” romana, un luogo che sin dai tempi degli antichi romani era sinonimo di benessere. Il gruppo orange cresce lentamente, ma ormai la tradizione si è arricchita della presenza di podisti che non fanno parte della Podistica Solidarietà, come gli atleti della Podistica Ostia o quelli dei Free Runners di Lariano.

Alle 9.30 un gruppo variopinto lascia il luogo dell’appuntamento, si appropria delle strade capitoline, e da il via a questo speciale “tour” turistico e podistico allo stesso tempo.

La prima tappa è di fronte al Colosseo, sotto all’Arco di Costantino, la dove si festeggiavano i trionfi dell’Impero Romano, oggi si festeggia il trionfo dell’amicizia e della passione aggregante della corsa. Si scattano le prime foto ricordo e nel gruppo serpeggia entusiasmo misto ad eccitazione.
Il ritmo di corsa è allegrotto e il nostro marciatore Romano Dessì fatica a mantenere la coda del gruppo. Decido allora di staccarmi e di correre accanto a lui, deliziandomi nell’ascoltare le sue storie di corsa e di marcia, una sorta di enciclopedia degli ultimi 45 anni dell’atletica amatoriale capitolina.

Il sole sta salendo e la temperatura aumenta rendendo ancora più piacevole questo lento sciorinare per le vie del centro, con questa insolita coppia tra un marciatore e un “aspirante” podista. Ogni tanto qualcuno si stacca del gruppo e si lascia risucchiare da questo improvvisato sodalizio: una volta il Presidente, una volta Anna Maria Ciani, una volta Marco Perrone Capano, addetto alle riprese fotografiche, una volta Pietro Paolo Imperi e poi ancora Rinaldo Ceccotti e tanti altri.

Ecco Piazza Venezia, dominata da quel monumento che i romani hanno saputo rinominare, con la loro proverbiale ironia, la “macchina da scrivere”...altre foto, altre manifestazioni di esultanza.
I turisti stranieri accompagnano il serpentone con i loro applausi, mentre i pochi podisti isolati incrociati sul percorso, salutano gioiosamente, anche se nelle loro facce si può leggere la sorpresa. Inoltre l'allegra brigata è accompagnata dal “fotografo delle corse” e da un “regista americano” che riprende ogni momento, aumentando la curiosità dei passanti, soprattutto di quelli stranieri che si chiedono cosa stia succedendo.

Ecco Piazza di Spagna e il serpentone si distribuisce sulla scalinata di Trinità dei Monti, risalendo verso Villa Borghese. Romano continua il suo racconto, perché ogni luogo attraversato evoca ricordi di corse passate ed è associato inevitabilmente ad un passaggio chilometrico della Maratona di Roma. Tutta "cultura" per un "neofita" come me.

Ecco la Terrazza del Pincio deturpata da un cantiere infinito, ma non per questo meno affascinante. Ecco Piazza del Popolo...ancora una foto e si riparte verso il Corso. Il racconto di Romano scivola sulla corsa, sul suo passato, prima della scelta di marciare. Mi racconta di una Maratona corsa a 3.30 e allora mi viene istintivo chiedergli di abbandonare il suo passo perfetto e di correre insieme a me. Romano mi guarda sorpreso, e improvvisa qualche passo di corsa, dimostrando uno stile invidiabile, molto leggero a dispetto del suo fisico imponente. Dopo qualche passo si ferma e poi riprende; si ferma ancora, mi guarda e dice: “sono in pochi ad avermi visto correre”.

Non riesco a trattenermi e racconto l’episodio a tutti coloro che si staccano dal plotone per scambiare due chiacchiere con noi. Ora sono tutti lì a chiedere a Romano di correre, ma lui non ne vuole sapere. Ma quando sono io a chiederglielo ancora decide di regalarci questo simpatico momento: assume la posizione del corridore e parte all’inseguimento del gruppone, che intanto ha lasciato via del Corso verso l’Ara Pacis. E’ partito e non si ferma più, richiamando nella mente di tutti le vicende di Forrest Gump. Eccolo lì che risale il serpentone tagliandolo in due, guadagnandosi gli sguardi stupiti di tutti i podisti, manco avessero visto “Gesù camminare sulle acque”. Dopo 500 metri pensa che la dimostrazione possa bastare e riprende il suo stile da marciatore.

Dopo la foto all’Ara Pacis è la volta di Piazza Navona e poi del Pantheon. Il serpentone attira la curiosità dei tanti passeggiatori che si godono questa meravigliosa giornata dicembrina.
Dopo aver costeggiato Piazza del Gesù e il famoso "bottegone", simboli della "Prima Repubblica", si sale verso il Campidoglio con la tradizionale foto sotto al Marco Aurelio che domina la piazza e che sembra divertito nel vedere tutti quei podisti così allegri e contenti.
Si scende su via dei Fori Imperiali, dove il gruppo fa fronte compatto e avanza come una falange romana, con il rumore dei passi che rimbomba sul selciato e sembra risvegliare addirittura l’orgoglio delle statue. Di fronte c’è la maestà del Colosseo, che ha fatto sempre da sfondo sia alle grande imprese dell’Impero Romano, sia alle tante imprese sportive che si susseguono nella Capitale, Maratona di Roma inclusa. Con alle spalle “il tempio” della potenza romana si consumano gli ultimi scatti e le ultime riprese.

Ormai siamo arrivati. C’è ancora il tempo di qualche divertente siparietto, immortalato dall’occhio della macchinetta, come le foto ricordo con un’avvenente signora travestita da leopardo, e siamo già proiettati su via di San Gregorio verso Caracalla, costeggiando le rovine di quei grandi palazzi imperiali che restano una testimonianza eterna della grandezza di Roma.

C’è ancora il tempo per brindare e per scambiarci ancora gli auguri di rito. C’è il tempo per condividere la bellezza di questa ennesima esperienza podistica. Marco Forrest Taddei costringe ancora tutti a cantare a squarciagola l’inno della Podistica, sulle note di “Maledetta Primavera”. Lo affianca una sorprendente Lisa Magnago, che nonostante tutti i chilometri percorsi quest’anno ha ancora il fiato per cantare e anche bene. Anche gli amici della Podistica Ostia non si sottraggono alla performance canterina. C’è anche Alfonsina, che è arrivata tardi all’appuntamento, ma ha aspettato paziente il ritorno del plotone.

Si sale in macchina e mentre affronto il ritorno a casa, ripenso sorridendo alla “chicca” della giornata: quella di aver CORSO per ROMA con ROMAno...


Gara: Passeggiata di Santo Stefano (26/12/2011)

SCHEDA GARA



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