Competiamo e compitiamo in Atletica di Sera … di Marco Taddei, 02/08/2016
Alcuni Orange protagonisti delle gare in pista E’ la seconda serata, ma io ho saltato la prima, impegnato a festeggiare i miei 50 anni!!!
In queste gare a parte le iscrizioni e qualche “dritta” dal campo, siamo autonomi e finito il duro e impegnativo lavoro di Alessandro Libranti , volto ad inserire ad uno ad uno i numerosissimi partecipanti alla competizione serale, il resto e’ confermare l’iscrizione e dare il meglio di sè stessi.ViceSalto
Competere in Atletica Leggere, non significa solo correre, ma anche saltare e lanciare, è davvero un modo speciale di vivere la gara, non ci sono paragoni con la strada e qualsiasi altra superficie, ma questo non è piu’ solo il mio pensiero, ma un po’ quello di tutti i partecipanti, cosi ho chiesto di imprimere con caratteri digitali le loro emozioni e ho voluto raccoglierle in questo articolo …
A noi piace cosi, piace gareggiare, raccontarci e soprattutto leggerci , e questi sono bellissimi momenti di aggregazione ci permettono di esercitare sia il gesto atletico che quello umanistico letterario
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Forrest
Lancio del Disco
Non ho mai lanciato l’attrezzo circolare, quando vedo Germana in pedana e vedo soprattutto l’atteggiamento scostante e poco concentrato tipico di chi è fuori luogo … accorro per provare a spiegarle i fondamentali.Sono osservato da un’esperta, che non solo e’ allenatrice di lanci ma anche insegnante al corso Istruttori e rappresentante della commissione d’esame. Sento che non le piace quel che dico e … indico, ma Germana riesce a lanciare e questo e’ l’importante! L’allenatrice mi riprende severamente con parole dure e dirette che accuso notevolmente, tanto che i miei successivi lanci sono altamente al di sotto della “minima possibilità”!
Praticamente mi getto il disco tra i piedi!
Il problema piu’ grande e’ che sono “svuotato”, scarico … da una intensa (anche troppo) giornata di lavoro e questo episodio che renderebbe “venticello” anche il più devastante degli uragani mi ha davvero messo a terra!!
Non è da me “subire” cosi passivamente, ma non ho elementi per “reagire” e per una delle “pochissime” volte in vita mia sento che sto in difficoltà!
Nel frattempo iniziano le serie di corsa e incito gli Orange che si cimentano delle diverse distanze dai 400 agli 800, fino alla mia distanza del giorno … i 1500!
1500 mt
Non mi scaldo al meglio, ma quel poco che faccio mi da le sensazioni positive che ho sempre prima della prestazione, l’aria fresca sulla faccia , la convinzione di centrare l’impresa! Mentre elaboro queste considerazioni penso alla giornata e alla serata e mi chiedo interdetto … come andrà ? Sarà un altro flop … o una meravigliosa rivincita!??!?!
Del resto non devo far altro che … mettere in pratica la cosa che sempre mi è riuscita meglio … dall’ infanzia … correre!
Alzerò la gamba, imprimero’ un ritmo … e gestiro’ la sofferenza, e poi il risultato sarà una logica conseguenza.
Sono l’ultima serie, quella dei senza tempo, dei non classificati … Non devo certo vincere o competere ma solo inseguire un tempo e fermare il cronometro come previsto nella tabella … il problema e’ che quella tabella propone qualcosa di impossibile!!!
Sono l’ultimo chiamato e quindi il piu’ esterno, nella linea di partenza, ma per effetto anomalo della linea dei 300 ho la corda dritta davanti a me. C’e’ un ritardo dello starter che mi permette di elaborare nel dettaglio la strategia dei primi 50 metri. Parto forte, lascio passare i primi e mi metto in corda nel buco, tagliando la strada a chi si attarda …
La giudice che conosco abbastanza bene ha la pistola in mano, sarà di buon auspicio … un metro dietro la linea, ai vostri posti ..passa troppo tempo, la gamba in tensione trema .. il muscolo della gamba “forte” è tiratissimo … non spara ..perche’ non spara? Cilecca!!
Allora si butta fuori la tensione, un paio di salti e si torna .. un metro dietro la linea …
Ai vostri posti … Bang!!
Ci siamo … si parte davvero!
Tutto come previsto, partenza spinta, passi decisi, sono la’ nel buco che si crea tra quelli che faccio passare e .. quelli a cui non lo permetto. Comando io!
Primi 100 metri e tutto e’ definito, chi sta avanti … andrà per la propria strada e io sto la’ … dietro a gestirmi. Non so chi è dietro di me e dove sta … e non mi interessa, io devo solo lappare!
Passo al 300 , 3” sotto il tempo stabilito!!!
E dire che un 300 sotto il minuto non l’ho mai corso (recentemente) neanche in ripetuta!
Faccio il primo check! Come sto? Come rispondo a questa che per oggi e’ un’andatura da sogno??
Sto beneeeeeeeeeeeeeee! Incredibilmente bene! Fiato a posto, nessun dolore, questo passo è mio! Incredibilmente mio!
E allora che si fa? Teniamo, non esageriamo … teniamo!
Qualcuno mi dice i passaggi al 400 e sono musica per le mie orecchie! Ma quel che conta è la sequenza, 300, 400 , 400 e 400 finali! E’ solo in quel momento che si farà la somma e ci verificherà se sara’ stata una prestazione di rilevo o una delusione!
Non c’e’ niente di peggio che partire alla grande e poi scoppiare … vanificando in pochi metri lo sforzo abnorme di tanti altri ..precedenti!
Concentrazione, respirazione e andatura! Questo è quel che mi dico! Dietro di me rinviene il “keniano” … allenato da Oso, mi usa come riferimento, succede. Ma non ho alcun interesse a competere con lui , non oggi … sicuramente la prossima volta … ci farò un pensierino …
Sono la serie peggiore, sono solo nel vuoto che si e’ formato avanti … e immagino dietro. Con la coda dell’occhio, passato il runner Oso, non scorgo nessuno a distanza di … pericolo.
Passo al 700 e la tribuna incita in tutti i modi il mio nome, chiamano me … Marco, Forrest, coach .. sono sempre io ..e in questo momento sono tutti insieme!
E tutti insieme abbiamo un obiettivo impossibile : 5’!
L’ho dichiarato, come un pazzo, ho messo le mani avanti e ho informato tutti quale fosse l’obiettivo, proprio per dimostrare che non sono solo chiacchiera, ma anche fatti!
Lappo sul cronometro, ma non guardo il tempo, non voglio perdere neanche un secondo , neanche un decimo di secondo, devo solo correre!
Iron mi da i passaggi , e sono … confortanti.
Corro e tengo .. non ho nessun problema a gestire questa andatura, e’ mia!
Forse mi sento cosi bene perche’ fisiologicamente ho rallentato, è normale nel 1500 perdere contatto con la tensione di gara massimale al terzo giro. Mi godo un altro passaggio sotto la tribuna , costato che dietro non ho minacce e .. inizio l’ultimo giro!!
E ora? Che puo’ succedere? Perche’corro cosi forte? Perche’ non rallento anzi … aumento??? Come è possibile?
E’ gia’ successo piu’ volte nella mia vita di Runner, quando … passi il gap, salti il fossato … cambi livello! Succede a tutti a fronte di un lavoro continuo, sei la’ che non schiodi da quel tempo e poi d’un tratto …abbassi notevolmente le prestazioni! Succede a tutti … nessuno escluso!
Quando il lavoro inizia a diventare forza e potenza, quando le gambe girano e non si fermano né tantomeno rallentano …quando il fiato tiene … c’è la prestazione! Sono a 300 metri dall’arrivo e … ancora tengo!
E se mi fermassi ora? Che succederebbe?
300 metri sono un’enormità ancora … posso tenerli?
Certo che posso, mi faccio portare da questo bellissimo passo … è bello correre cosi … forte, certo sono ancora tempi “mediocri” per molti, ma per me sono un piccolo traguardo!
Iron mi dice il passaggio, leggo nei suoi occhi lo stupore, come se … stessi facendo qualcosa che non si sarebbe mai aspettato, e questo mi gratifica!
Non so dove e’ Paolo Rossi, ma lui ha corso gli 800 prima , non e’ un riferimento proponibile.
Osservo eventuali allunghi “lunghi” alle spalle, per gestirli nella volata finale … ma non ho pericoli nel radar .
Siamo ai 200 metri, ne avrei ma voglio partire ai 150 mt … come dico di fare … come è giusto che sia! Qualcuno incita il Runner dietro di me a passarmi, ma a vista è fuori portata e se ora parto … non puo’ di certo riprendermi! Non so quale sia il riscontro cronometrico, sento che probabilmente l’impossibile e’ fuori portata ma qualcosa di straordinario lo sto comunque compiendo! Finisce la curva, mi godo la passerella del rettilineo, non ho battaglia e come si addice ad una gara contro il tempo, corro solo contro i secondi che passano … quanti ne sono passati? Non conta, conta quanti ne posso “rubare” da qua alla fine e allora …dai ancora in allungo, tirando fuori tutto quel che e’ rimasto … perche’ sorpresa … ce ne è ancora!!! Dajeeeeeeeee !!! Gli spalti acclamano ancora, sono meravigliosi gli Orange !!! E io tagli il traguardo … 5’05″66 non male!
A chi ancora ora non sa spiegarsi come sia potuto succedere posso anticipare un discorso che riprenderemo in allenamento, ci sono “sostanze” dopanti che permettono questo , ecco perche’ molti (pseudo)atleti riescono a compiere prestazioni di livello da un giorno all’altro, poi ci sono quelli che riescono a riempire il corpo di adrenalina, di endorfina … di sostanze naturali che oscurano non tanto la fatica, quanto la “tapasciona” idea che non ce la puoi fare …!!!
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Antonio De Caro
“C’è un solo rammarico che sta crescendo gara dopo gara…
quello di non averlo fatto prima.
Magari in gioventù, quando, grazie a qualche piccolo dono di madre natura, sarebbe stato bello lavorare per qualche traguardo ambizioso.
Poco male.
C’è ancora tempo per prendersi qualche soddisfazione e, soprattutto, divertirsi.
E’ stimolante vivere l’ansia agonistica del pre gara. In pista non è come le gara su strada. Non ti confondi nella massa. Ci sei tu, una corsia, gli avversari (sportivi) al tuo fianco ed il tuo amico / nemico: il cronometro!.
E’ emozionante (pare quasi masochistico), sentire quel non so che alla bocca dello stomaco quando la gara si avvicina.
E’ favoloso sentire la scarica di adrenalina al solo immaginare di sentire la pistola dello starter che dà l’avvio alla competizione.
E’ superbo tagliare la linea del traguardo, con la consapevolezza che hai dato tutto quel che potevi (forse anche qualcosa in più) e che i sacrifici che hai fatto fino al giorno prima, ti hanno portato a quel risultato (anche se a volte le cose non vanno come avresti voluto).
E’ coinvolgente condividere tutto questo con i tuoi compagni d’avventura e gioire per i risultati di ognuno. In pista, forse, si è più squadra…”
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Ombretta Spuri
Potrei descrivere la mia “atletica di sera” con una sola parola: esaltante, ma voglio aggiungere anche qualche dettaglio per spiegare meglio le emozioni vissute in quei pochi minuti, che difficilmente verranno offuscati dal tempo.
Due gare, una diversa dall’altra, l’inferno degli 800 metri, una grande tensione durante l’attesa, un’enorme ansia alla chiamata del giudice perché non so mai come posizionarmi in corsia, un inferno perché subito dopo lo sparo c’è un’adrenalina tale che ti fa correre più veloce del solito, mi è sembrato di aver fatto abbastanza bene il primo giro, ma non so è stato realmente così o era solo la fatica a farmi percepire una sensazione diversa, nel secondo però sono sicura di essermi lasciata un po' andare, comunque un miglioramento di qualche secondo rispetto alla gara Latina c’è stato e per ora va bene così. I 1500 li ho affrontati in maniera diversa, meno ansia, meno agitazione, sempre velocità, ma anche resistenza, sono partita con il mio ritmo, non troppo lento, né troppo veloce, ma sembrava funzionare, ho superato, ho mantenuto fin QUASI alla fine. Incitamenti da ogni dove, tu e Paolo nella zona giudici di gara, Max ai 100 metri, Stefano ai 200, Elena ed Alessandro ai 300, subito dopo le voci dalla tribuna, che non si sovrapponevano, riuscivo a distinguerle tutte, una per una. Poi il tormento degli ultimi 100 metri, che sembrano chilometri, le gambe non si alzano, rabbia per non cedere e finalmente il traguardo.
Battere il cinque, allontanarsi per qualche metro per riprendere a respirare con normalità, estraniarsi per qualche minuto per recuperare la fatica muscolare, fino a quando qualcuno ti chiama, ti raggiunge e ti fa svegliare dal torpore dei tuoi pensieri.
Nessun riferimento sui 1500 per fare un paragone, ci sarà la prossima volta, ora solo soddisfazione e leggerezza.
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Andrea Ascoli Marchetti
Oggi è una corsa dall’inizio della giornata: corri in ospedale, col pensiero di finire presto. Meditate parole con il coach e poi la scelta: l’unica gara di cui non ho risultati ufficiali.
E l’ultima, dovrei fare in tempo, sono i 5000. Dovrei finire alle 15,00, c’è il tempo di fare un po’ di tifo prima. Ma tra un ritardo e un rinvio,…. No!!! Si finisce al lavoro alle 21,00!!
Di nuovo corsa : mezzo GRA, la Flaminia e via al Farnesina. Arrivo, mi cambio vado a confermare: mi dispiace abbiamo già chiuso. Dai per favore, non puoi fare un eccezione? Vabbe’ ….. Per questa volta…..Grazie anche perché sto’ nella batteria dei lenti. Più stimolante…. Per me. Durante il riscaldamento sento il mio nome nella 1 batteria. Ma come ? dovevo essere nella seconda, Io.
Altra corsa alla partenza. Poi comincia quella vera. Tabelle e passaggi non sono come dovrebbero e alla fine sono lento, per quello che immaginavo dopo poco sono tutti davanti. Ma ci può stare. Tre volte dal Primo e una volta dal Todde, Non sono soddisfatto, ma oggi è così. Di corsa a casa, l’ultima della giornata……mezzo pieno e mezzo vuoto.
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Domenico Bovi
… qualcosa è cambiato, qualcosa cambierà ancora…. da tempo ho smesso di sgomitare in area e di scattare lungo una fascia per stendere quello con il pallone.
Ora mi sono messo a correre per il solo gusto di farlo per sudare e basta, dopo un annetto che andavo tranquillo, è scattato qualcosa, domenica scorsa alla Noantri, non mi sono scansato alla prima spinta, no anzi ho sgomitato e mi sono tenuto la posizione, non mi sono spostato per far passare quello che arrivava da dietro, anzi mi sono tenuto la corda.
Ombretta Spuri sta notando questo cambiamento … è preoccupata!!!!
Questa premessa per raccontare le sensazioni dei miei primi 400 in pista, la mia terza volta di gara in pidomBovista.Mi sento subito carico, sono nell’8 serie, studio le partenze, ho avuto una giornata pesante e piena di tensioni, ormai viviamo in un ambiente ostile, penso che le gare possono diventare una giusta terapia antistress,questi 400 devono scaricare la mia tensione e non ho alcun timore di fare una figuraccia, sto qua per buttare tutto fuori e per divertirmi.
L’unico timore è quello di strapparmi, se succede devo stare fermo e siccome non so quanto mi è ancora concesso di correre, mi seccherebbe non farlo, starò attento, magari parto piano e poi allungo….e penso..poi penso e ripenso ancora..!!!! Arriva Elena Monsellato mi sgrida mi dice non frenare, vai libero dai tutto!!!!! SIII farò così!!!
Ecco la chiamata della mia serie, Bovi 2° corsia…. ci siamo, un ragazzo mi posiziona i blocchi, ma gli chiedo di toglierli non sono ancora pronto per quelli, ho paura di strappare la schiena, arriva il ” ai vostri posti” ….e con grande sorpresa mi accorgo che non mi sono solo rannicchiato, no, vedo che sto cercando la posizione migliore per guadagnare ogni centimetro possibile, le dita sono andate a sfiorare la linea di partenza, non farò un cm in più oggi, sento che sono pronto, ” diciamo che mi sento come una molla compressa, attendo il “Pronti”….pochi secondi …. un colpo di pistola….
tutto si ferma, sento solo il ritmo del mio respiro che aumenta, cerco di farlo funzionare come un metronomo, è il mio respiro, seguo lui, con la coda dell’occhio vedo quelli delle corsie esterne sono partiti davanti per ovvi motivi, ma alla fine della 1° curva sono già più vicini, allungo, penso di essere partito piano, ma ai 200 arriva il grido dalla tribuna di Alessandro Libranti, strilla “31 ai 200″….
cavolo sono troppo lento, penso che nei 200 avevo fatto 30 l’altra volta, quindi scelleratamente accelero ancora, chiudo la seconda curva dei 300mt, e sulla fettuccia finale arriva il segnale dal corpo, sento alleggerirsi le braccia, subito dopo un leggero formicolio alle dita, mi ascolto, non so quale messaggio sia, ma lo ascolto, anche se le gambe ci sono ancora e il cuore vive sereno la sua partita, a 50 mt dalla linea arriva il comando di rallentare, e rallento vistosamente nonostante l’urlo degli amici a bordo pista e di Elena Monsellato che sento strillare “DAI non mollare”, il calo è vistoso, ma meglio essere cauti, i primi due atleti della mia serie ormai non li prendo più, quello dietro è molto dietro, prendiamoci un terzo posto relativo….. e chiudo in 1.08 e spicci, insomma della serie accontentiamoci, è pur sempre la prima volta nei 400, li chiamano il giro della morte …..e mo so il perchè.
Ora studiamo ‘ste fibre di che colore sono, ma basta che mi fanno correre, perché in fondo, ma proprio in fondo i daltonici con i colori c’hanno sempre litigato!!!
Veramente divertente la pista!!!! Ma dopo le scarpe per l’allenamento, dopo quelle da 21km e poi quelle da 42km con ultime le altre da trail …. no quelle chiodate no!!!!! non le compro …
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Tiziana Malatesta
Ultima come sempre, ma vorrei fare anch’io qualche riflessione sulle gare di atletica di sera – seconda prova. Anche questa volta mi sono messa alla prova su due gare di velocità, i 100 mt e i 400 mt.
Nei 100 mt non avevo nessun riferimento, se non un tentativo di qualche anno fa, per cui sono stati una sorta di “prima volta” così come per la prima volta sono partita dai blocchi cercando di farlo nel modo giusto, cioè sfruttando la spinta iniziale. In una gara come questa non c’è niente da pensare, appena senti lo sparo le gambe schizzano e devono girare al massimo fino in fondo e così ho cercato di fare; devo ammettere che aver corso in 17,83 a pochi centesimi di distacco da un’atleta di 15 anni più giovane di me mi ha dato una bella soddisfazione, ma soprattutto mi ha fatto venire voglia di fare di nuovo questa gara arrivando con la giusta preparazione, partenza dai blocchi compresa.
E veniamo ai 400 mt; rispetto a questa gara mi sento masochista, ogni volta mi iscrivo e ogni volta fino a pochi minuti prima della partenza guardo preoccupata quel giro interminabile che mi aspetta e mi chiedo “ma chi me l’ha fatto fare?!”…una sorta di amore/odio.Questa volta però l’amore ha prevalso sull’odio, li avevo corsi appena una settimana prima con un tempo deludente (1’37″53) e volevo avere un’altra chance. E l’ho avuta…a distanza di una settimana ho migliorato il mio tempo di cinque secondi (1’32″04)…un’enormità.
Come è stato possibile? Sicuramente mi ha aiutato aver risolto i problemi al ginocchio ma sono certa che la cosa che ha contato di più è stata quella di avere ancora in testa la gara della settimana precedente; questo mi ha permesso di gestire meglio tutti i 400 mt osando un po' di più già dal primo rettilineo anzichè risparmiarmi e tirare solo negli ultimi 150 mt , come faccio di solito per paura di non arrivare fino in fondo. Da questa gara, quindi, ho imparato che “se la conosci, non la eviti….l’affronti nel modo giusto”. Ecco, questo sarà uno dei miei obiettivi per il prossimo anno: correre di nuovo queste distanze con più consapevolezza e preparazione …e per questo confido nel Coach …
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Fabio Settimo Pasquale De Gregorio
Eccomi d nuovo qui a raccontare le emozioni come richiesto dal coach.
Emozioni in pista. Quanti allenamenti abbiamo fatto questo inverno, non finalizzati alle corse di velocità in pista, ma per abituarci alla velocità. Quanti km veloci e quanti a sensazione. Ora capisco. Oggi spero che tutti i consigli ricevuti mi torneranno utili.
Un bel gruppetto di Orange ma soprattutto del Forrest team è presente al trofeo Vitamina, che decreterà per la città di Roma, il velocista sui 1000 metri.
Non avendo accrediti parto con la batteria dei più lenti, la cosa mi consola, penso dentro di me, non arriverò ultimo. Ritiro pettorale, un po’ di riscaldamento e mi avvio alla linea di partenza.
Il grande momento è arrivato. Sono sotto l’arco di partenza, ci chiamano per nome, per sincerare la presenza, si dai l’ok a partire, bang si parte.
Sono nel secondo gruppetto (i primi 3 runner partono veramente forte). Primi 200 metri sbircio GPS perché non voglio esagerare e voglio tenere il passo programmato. Alessandro mi grida che sto andando bene, secondo quanto prefissato. Le gambe girano veramente bene, e il corpo risponde bene. Mantengo la mia posizione
Continuo al passo impostato e mi ritrovo già al secondo giro, 400 metri. Adesso inizio a sentire un po’ di fatica, ma tutto funziona alla perfezione, anzi sento che ne ho, ma non ne approfitto e rimango diligente al mio passo, arrivando così al passaggio come da programma.
Si entra nel tracciato dei 600 e vengo superato da un altro runner che provo a tallonare, ma il GPS mi fa desistere a tenere quel passo, devo star buono ancora per pochissimo, non voglio sbagliare e murare alla fine.
Ale e Paolo mi incitano e mi dicono che sto andando bene.
Siamo a 800 metri la fatica emotiva si sente forte, brucia nelle gambe e mi dimostra che sto correndo bene. Dentro di me dico che è solo una ripetuta. Aumento il passo. Metto nel mirino i runner che prima erano solo sagome e che si avvicinano in fretta. Ne sorpasso 1 arrivo ai 900 metri, il gruppo orange mi incita.
Accelero ancora, le gambe bruciano davvero, devo stringere gli occhi e inizio e a concentrarmi al massimo per tenere duro.
Ed eccolo lì, il runner davanti a me che mi aveva sorpassato, lo posso prendere è lì è vicino, non lo so, non vedo più gli occhi sono due fessure strette e vedo solo davanti a me, le gambe sono di acciaio fuso, ecco sono a fianco del podista non mollo. L’ho passato, ho tagliato il traguardo prima di lui.
E’ finita, il crono mi regala il mio personal best.
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Daniela Reali
Un’emozione dal primo all ultimo metro condivisa con gli amici. ..difficile trovare parole adatte …
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Giuseppe Morelli
Per me è stata l’occasione di provare per la seconda volta una esperienza di velocità su pista.
Anche in questa occasione mi sono cimentato sui 100 e sui 400.
Devo dire però che solo il giro di pista è stato in grado di regalarmi emozioni forti ed intense. In altre parole sono rimasto ‘stregato’ da questa gara. Una distanza dove non conta solo la velocità , ma soprattutto la resistenza ad una determinata velocità. Questo è l’aspetto veramente intrigante di questa disciplina.
Sei consapevole che prima o poi ti presenta il conto e allora sono dolori, non solo in senso figurato ma anche fisico. I muscoli delle gambe , i polpacci in particolare modo , vengono intossicati dall’acido lattico e ad un certo punto ti sembra di andare al rallentatore.
A me il conto è arrivato, probabilmente troppo presto visto lo scarso allenamento, in piena curva prima del rettilineo finale a circa 150 mt dal traguardo. A quel punto è stato molto difficile concludere la gara ma alla fine ho stretto i denti e sono riuscito a portare a casa un dignitoso risultato anche dal punto di vista cronometrico ( 5 sec. in meno del primato precedente ). Sono arrivato sulle ginocchia ma la soddisfazione provata subito dopo l’arrivo è stata indescrivibile. Voglio ringraziare tutti gli orange che durante la corsa mi hanno incitato prima a spingere ( le ragazze che si stavano riscaldando alla prima curva per i loro 400 ) e poi a non mollare ( quelli sulla pedana del disco e quelli sulle tribune all’ arrivo ).
Volendo fare una similitudine con le gare che noi della podistica siamo più abituati a correre devo dire che i 400 mt assomigliano dal punto di vista emozionale alla maratona : mentre li corri ripeti a te stesso che questa è l’ultima volta che lo fai , ma poi appena superato il traguardo ti chiedi QUANDO C’E’ LA PROSSIMA GARA ?
E come diceva un noto imbonitore televisivo “provare per credere!!!”
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Alessandro Libranti
Nelle ultime manifestazioni in pista, sono sempre più coinvolto non solo nelle gare a cui partecipo, ma anche in tutte quelle dei compagni Orange, un po’ perché dal punto di vista organizzativo c’è sempre da buttare un occhio (iscrizioni, conferme, rispetto degli orari, ecc…), un po’ perché… “so’ er Vice” ed in questo ruolo mi piace esserci, con l’umiltà di chi sa di non avere chissà quale bagaglio tecnico da trasferire, ma anche con la disponibilità di chi si mette a fianco di chi gareggia per dare quello che può: un incoraggiamento, un passaggio intermedio, una sensazione, un consiglio, una spiegazione o un semplice sorriso.
E’ così che alla fine sei presente a bordo pista in tutte le gare, condividi obiettivi, paure, strategie, difficoltà, … e ti ritrovi anche tu magicamente dentro la gara… le emozioni si moltiplicano, le difficoltà hanno bisogno di uno strillo in più, le piccole o grandi imprese vanno sostenute ad ogni angolo della pista, la gioia di un risultato è grande come fosse il tuo.
E allora di questa giornata mi restano tante storie, che riaffiorano una ad una alla mente quando il giorno dopo trascrivo tutti i risultati per il Criterium, ma dietro ai numeri quello che lascia il segno sono le emozioni vissute: il limite che viene affrontato e superato, il dare sempre il proprio meglio (quanti Personal Best!), la prestazione che lascia increduli tutti, la delusione per qualcosa andato storto, una gara da regalare a un genitore in tribuna o un tempo che mai avresti pensato di poter fare.
Tra queste emozioni c’è anche quella della mia gara di salto triplo, che inizia con la paura di dover staccare a 9m perché è una gara assoluta. Mai provato una battuta così … se sbaglio qualcosa non arrivo neanche alla sabbia! Tutto svanisce dopo il primo salto vicinissimo al mio personale, poi ancora un crescendo che non mi aspettavo, fino al mio primo salto oltre i 10 metri; gioisco come un bambino a braccia alzate e faccio sorridere i ragazzi che salteranno ben altre misure di lì a poco, ma io sono stra-felice così. C’è ancora il tempo dell’ultimo salto per aggiungere ancora qualche centimetro (10,09) e poi via di corsa alla pedana del disco.
Ero iscritto alla marcia, ma le prove del giorno prima mi hanno fatto capire che non sono ancora pronto. Mi piace molto provare le diverse specialità, e ogni volta che ne avvicino una nuova, si scopre un mondo e c’è sempre tanto da imparare. Nel disco ci sono anche Marco e Raffaele così la gara vola via rapidamente, più di quanto volino i nostri dischi.
E’ tempo di tornare a bordo pista… mi aspettano ancora tutte le altre gare!
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Marco Taddei Gara: Atletica di Sera (20/07/2016) SCHEDA GARA |