La fretta di chi aspettava la mezza di Romano Dessì, 09/02/2013
Cari amici solidali, credevo che per una volta potevo fare un resoconto raccontando di una gara tranquilla, ma, così non è.
Mi spiace dire certe cose, perché la prima edizione di Aspettando la mezza si era presentata in pompa magna. Organizzazione perfetta ognuno al suo posto, addirittura i gazebo messi a disposizione delle società più numerose e circuito da ripetere due volte chiuso interamente al traffico cittadino.
Sembrava un sogno, gareggiare per la prima volta senza doversi guardare le spalle dal solito automobilista maleducato. Sembrava un sogno che per la prima volta, anche l'ultimo avesse il percorso tutto per se, ma, così non è stato.
Come sapete, io partivo dalla mia solita ultima posizione, cercando di individuare chi andava più o meno alla mia velocità, il percorso era molto interessante, lunghi rettilinei e continui cambi di pendenza facevano si che la gara diventasse un po' indecifrabile.
Lungo il percorso gli addetti cercavano di fare il loro meglio. i ristori erano al punto giusto. Tutto bello, tutto perfetto, quando ad un certo punto qualcosa si è rotto.
Stavo per fare il secondo giro pregustando il mio arrivo finalmente senza macchine, quando all'altezza del parcheggio un'amara sorpresa mi svegliava dal sogno, una lunga fila di macchine intralciava gli ultimi podisti che stavano arrivando.
Mi sarei arrabbiato di meno, se avessi saputo che le macchine che intralciavano la nostra fatica, erano di privati cittadini che stanchi di aspettare avevano rotto il cordone di sorveglianza, ma, quelle macchine erano degli atleti che avevano finito la gara.
Li vedevi nelle loro scatole di latta andare contromano senza lasciarti lo spazio per passare. Questo non è bello da parte di chi sa cosa è soffrire in gara. Che cosa ci voleva ad aspettare l'ultimo arrivato? 10 20 minuti?
Il sogno sbatteva contro questo muro d'inciviltà nostrana. Una domanda, ma se fosse successo a loro che avrebbero detto o fatto?
Avrebbero azzannato gli organizzatori, rei di non aver fatto controllare il percorso a dovere, ma, dato che li c'erano gli ultimi chi se ne frega.
Come ripeto in tutti i miei resoconti, tutti quelli che partecipano ad una gara debbono avere pari dignità, gli ultimi come i primi debbono gareggiare nella più totale sicurezza, senza dover chiedere permesso a nessuno.
La gara partita sotto i migliori auspici veniva rovinata da chi aveva fretta di tornare a casa. Respirare il loro smog era la cosa che avrei evitato volentieri.
Con questo vi saluto
il vostro marciatore Romano
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Romano Dessì Gara: Aspettando la Mezza (03/02/2013) SCHEDA GARA |