cari amici orange,
nell'arrivare a Jenne, nel tardo pomeriggio, di questo primo sabato di luglio, il cielo è pennellato da grossi nuvoloni grigio-scuro che si alternano, in un gioco di luci ed ombre, a spruzzi di nuvole bianche filtrate dai raggi solari.

Inizio a percorrere, nel silenzio della vegetazione boschiva, i tornanti della salita.Il verde degli alberi frondosi è colorato da variopinti fiori selvatici. La mia camminata precede di poco l'inizio della gara. Gli atleti sono al nastro di partenza. Non lì vedo da lì tutti insieme.
Poi alle mie spalle un respiro pesante, senza parole, rompe il silenzio della natura.
È il respiro di corpi sudati che incedono con passi cadenzati lungo la salita. Fiutano il percorso come animali che cacciano la preda. Ciò che cattura la mia attenzione è l'ascoltare il respiro della corsa, la voce dello sforzo, del fiato che esce fuori da questi corpi in movimento, sotto sforzo, e che s'infrange nella voce del vento, che con folate improvvise e bizzarre si diverte a fare resistenza.

È l'uomo nel suo sforzo, messo corpo a corpo con la forza della natura. È l'animale che corre e che falca la strada, spingendo il corpo in avanti, sfidando le sue forze e la potenza della natura che nel suo silenzio e nell'imponenza delle sue altitudini, ascolta e osserva.

È il battito di cuori che palpitano all'unisono nel comune sforzo di raggiungere il traguardo di questa bellisima e suggestiva gara di 10,5 Km sulle vette di Jenne.

È il brivido di una sensazione che ti fa sentire tutt'uno con la Natura che ...ci guarda e tace.

a presto Tiziana Colamonico