I would, I could, I AM!!! di Maria Bianchetti, 21/03/2012
I would, I could, I AM!!!
Tre verbi nella lingua della sintesi per eccellenza per sintetizzare ulteriormente quanto successo nell’ultimo anno...e sì, devo partire da lontano per parlare della Maratona di domenica, devo partire da un giorno di fine 2010, quando raccontando a Tamara che mi piaceva correre, che lo avevo sempre fatto insieme a tanti altri sport, ma non avevo mai partecipato a gare, a parte quelle di Mountain Bike, mi convinse che facilmente potevo arrivare a correre la Roma Ostia.
Mi parlò inoltre in termini entusiastici della sua società sportiva, una “certa” Podistica Solidarietà che non conoscevo. Feci così il mio timido ingresso tra gli Orange, il debutto fu la Rock and Run, e poi il grande salto nel vuoto della Roma Ostia 2011, era la prima volta che correvo quella distanza.
Fu tanta la gioia e la soddisfazione di quella giornata, che un tarlo iniziò a lavorare in testa, e una vocina interiore cominciò a dirmi: “però che bello sarebbe poter completare una Maratona intera, entrare nella storia”… “I would like to be a marathoner”…
Inizia così un anno di partecipazioni a varie gare di solidarietà, e parallelamente il mio senso di partecipazione agli orange si rafforza sempre più, finché arrivo a ottobre, al primo test importante, la 30 del mare, dove per la prima volta mi confronto con successo con il temuto lungo.
Il tarlo continua a scavare, e la vocina si fa sempre più forte, e comincia a dirmi che forse forse il mio sogno si potrebbe avverare, se ho completato i 30 km posso arrivare a farne 42…“I could be a marathoner”.
La marcia di avvicinamento alla Maratona di Roma è segnata da gare importanti, tutte caratterizzate da qualche piccolo malessere, ma che comunque riesco a portare a termine con molta cocciutaggine: il Trofeo Lidense con la gastroenterite, la Tre Comuni con un colpo della strega stroncato in extremis dal voltaren/muscoril, la Roma Ostia con i postumi del raffreddore, i 30 km della Strasimeno con la faringite e una voce da trans… ma è proprio la Strasimeno che rappresenta l’ultimo test importante, la corro prudentemente a un ritmo molto basso, l’ultima salita di 3 km la faccio in scioltezza, e allungo nell’ultimo km, arrivo bene alla fine…e qui la voce interiore si fa forte: “yes I can” . Le due settimane che precedono la maratona le conoscete bene, vi ho massacrato con le mie ansie e le mie domande:: “come corro… quanto corro,… quanto dormo… quanto mangio…pasta e ceci si o no.. glucidi su glucidi giù.. ma dove ci vediamo.. aiuto dov’è via dei Normanni…!!” ..
Ma domenica mattina, alla vista delle tute azzurre e delle canotte orange, dei vostri sorrisi, dei saluti, degli abbracci, degli incoraggiamenti, delle foto, del sole, della maestosità del Colosseo, della bellezza dei Fori, dei preparativi alla partenza, della folla chiassosa, gioiosa e colorata che veniva da ogni parte del mondo per godersi una città in festa, tutte le paure si sono sciolte al sole di quella che è poi è stata una bellissima giornata di inizio primavera. Saluto Fabrizio che si avvia con il gruppo dei staffettisti, e vado incontro al mio personale ingresso nella storia… e la vivo così, assaporando ogni passo, ascoltando il mio “orologio interno”, visto che il garmin mi aveva abbandonato e i pacer delle 4h e 30 giocavano all’elastico, riempiendomi gli occhi dei colori della città, dei visi di sostenitori sconosciuti che in tutte le lingue incitano gli atleti, assaporando gli odori, ascoltando i suoni, percependo il cuore di Roma che per un giorno batte al ritmo del passo dei podisti.
Incontro diversi orange, che come angeli appaiono nei momenti giusti, sono d’accordo con Fabiola, questo accade. Vedo Giuseppina e Bruna che al mattatoio fanno un tifo sfegatato, incrocio due volte Francesco Valerio, mi raggiunge l’ubiquo Jonny, mi scorta per un tratto Fabrizio alla fine della sua staffetta, supero ad un certo punto Mauro..fino ad arrivare al 36 km, dove comincio ad accusare stanchezza e indolenzimento ai piedi, forse i sanpietrini?
Ma ormai ci sono, non posso fermarmi ora, l’ultimo passaggio a Piazza Venezia mi aspetta, via di San Gregorio mi aspetta, il giro d’onore intorno al Colosseo mi aspetta, e lì mi aspetta anche il presidente, pronto a immortalare tutti i suoi orange, e Anna Maria e ancora Jonny.
Completo il giro del Colosseo, sento intorno a me urla di gioia nel vedere via dei Fori, e l’arco di arrivo, e l’ingresso nella storia… “YES I AM!”.
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Maria Bianchetti Gara: Maratona di Roma (18/03/2012) SCHEDA GARA |