Ogni gara, la prima gara di Roberto Lombardi, 03/01/2013
foto di Gianni Marchese Ho partecipato alla 33a edizione della “Natalina”, che. si è svolta a Monterotondo il 30 dicembre.
Bella atmosfera, davvero. Un sole quasi caldo baciava tutti i concorrenti pochi minuti prima delle dieci, come a premiarli per la loro ennesima alzataccia. Sono belli gli occhi delle donne che corrono, anche perché per farlo fanno cose nobili e difficili, come assicurarsi che i propri cari non abbiano troppo a risentirne di questa sana abitudine.
Tornare dietro al nastro di partenza dopo sei mesi mi ha dato molte più emozioni di quanto immaginassi. Solo il rituale della preparazione è una lenta, inesorabile caduta negli inferi del “perverso” piacere che genera la corsa.
Ogni centimetro del corpo è studiato: coprire accuratamente testa e mani, comodità sui polpacci con adeguate calze. Anche noi maschietti dobbiamo proteggerci i capezzoli per evitare di finire la corsa sanguinanti dal petto a causa dello sfregamento della maglia. Il tessuto sintetico dei cosciali e la fascia in pile per il collo. Poi le scarpe, allacciate con cura. Tutte cose apprese sul campo, cioè sulla strada.
Tutto è pronto. Pochi minuti di riscaldamento e si è dolcemente ammassati uno vicino all’altro con il pettorale appena fissato con le spille e il cuore che comincia a ballonzolare nel petto.
Tanti pensieri e il piacere di vedere vecchi e nuovi amici/competitori/rivali. Tutti in attesa dello sparo.
Natale è alle spalle e nel Club della Podistica Solidarietà tiene banco la disavventura della Paciotta che ha fatto spaventare tutti per un calo di pressione a Santo Stefano. Ma adesso è qui, a gareggiare. E’ eroismo, è incoscienza, è tremenda fede? Taglierà il traguardo? Speriamo.
Si parte, tra poco si parte. Il Pres, roccioso come al solito fa trasparire una sottile gioia nel ritrovarsi ancora col gruppo di questi pazzi vestiti di arancione. Vogliamo vincere il premio società.
Ed eccolo, atteso, agognato: lo sparo!
Si parte con calma, come la saggezza insegna.
E si mettono in atto le strategie necessarie apprese in tante gare. Correre al passo di qualcuno che porta il nostro stesso passo. Inseguire e superare quando ci si sente pronti. Piccoli passetti in salita senza scomporsi. Steady. Costante.
Funziona, funziona…Nonostante sei mesi di stop, supero diversi atleti e supero la crisi di dolore agli stinchi. Gli inglesi la chiamano “shin splint“ un nome che somiglia a un gelato o ad un’aspirina ed è invece la descrizione di un dolore boia tra le ginocchia e le caviglie. Ma niente di grave.
Così con una salita che è anche una lunga pista ciclabile va terminando questo percorso di 10 mila metri. e partono le mie riflessioni.
Quanti significati simbolici dietro una gara di corsa! Quanto è antico e profondo nell’uomo il desiderio e la necessità di correre.
Corriamo per scappare da qualcosa o andiamo solo verso uno scopo?
A ognuno la sua risposta. Monterotondo ci saluta allo Stadio.
Aspetto al traguardo chi ancora non è arrivato. Giungono uno dopo l’altro tre presidenti di tre società diverse e tra essi Pino Coccia.
Purtroppo, per poco, Podistica non è stato il running club più numeroso, stavolta.
Ma eccola lì. E’ Daniela. Ce l’ha fatta, ancora una volta. Chi pensava bastasse una defaillance a fermarla si sbagliava.
Il ristoro è bello e genuino con pane e olio, tè, vino, nutella e panettone. Tutti amiamo questo momento di convivialità da gustarsi assolutamente ancora sudati ed eccitati .
Devo andare a restaurarmi, tra un paio d’ore devo essere al lavoro.
Ma sento, sotto sotto, di essere appena tornato a casa. Rivedo come in un film tutte le gare che ho fatto. Le emozioni sono le stesse. Qualcosa che si sente nel petto e serve una canotta e un traguardo da tagliare per provarlo: ogni gara è la prima gara.
Roberto Lombardi
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Roberto Lombardi
foto di Gianni Marchese Gara: La Natalina (30/12/2012) SCHEDA GARA |