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8 Luglio, Triathlon di Parigi, distanza olimpica.
di Stefano Borgioli, 18/07/2012

Prologo.
Tendone della distribuzione dei pettorali del triathlon di Parigi, di fronte alle torre Eiffel.

“Pre-iscrizione?”
“Eccola!”
“Licenza giornaliera”
“Qua, già compilata”
“Certificato medico”
“QUALE CERTIFICATO MEDICO?!?!!”
“Il certificato medico. Senza di quello non si può partecipare al triathlon”.

Detto alle sette di sera del sabato a uno appena arrivato in treno da Francoforte. In Germania nessuno mi ha mai chiesto nulla (si parte dal presupposto che uno è abbastanza adulto per decidere se partecipare a un triathlon o a una maratona e ne assume i rischi in proprio) e deve essermi sfuggita una frase del regolamento di partecipazione (in francese).

Panico.
Ma l’intuizione femminile viene in soccorso: “Guardi che lui è iscritto a una società sportiva per la quale si deve sottoporre tutti gli anni a dei controlli medici rigorosissimi!” Geniale, assolutamente geniale.
“E questa società ha un sito internet che io possa vedere?”
“Mais naturellement monsieur !”
Il giudice di gara ci porta in uno sgabuzzino sul retro con un computer e mi chiede di mostrargli il sito.
“Le voilà! La Podistica Solidarietà! Guardi, ci sono anche le foto del mio ultimo triathlon, guardi belle, mentre corro, quando esco dall’acqua, in bicicletta …”
“Perfetto, monsieur, tutto a posto. Può partecipare!”
Profondo sospiro di sollievo.
In sintesi, alla fine tutto è andato bene grazie a una brillante illuminazione della consorte, al sito della Podistica e a quelle poche parole e fotografie che ci carico di tanto in tanto.


Prologo del Prologo.
In Francia, come in Italia, per partecipare a un evento sportivo competitivo occorre il certificato medico. Ma, come in Italia, spesso si rimedia.

8 Luglio, Triathlon di Parigi, distanza olimpica.
Mi sono iscritto all’evento già mesi fa, appena ho visto che il nuoto si sarebbe svolto nella Senna. La tentazione di nuotare nel fiume era troppo forte.
Domenica mattina, sveglia alle 5.30, colazione robusta e camminata fino alla torre Eiffel sotto una pioggia scrosciante.

Entro nella ‘transition area’ sotto la torre, dove ho lasciato la bici la sera prima, e preparo tutto il necessario per i due cambi successivi. La pioggia battente e il fango rendono tutto più lento e penoso. Devo insacchettare le scarpe da corsa e quelle per la bici, per non trovarci i pesci dentro, al momento di indossarle.

Finiti i preparativi di rito, ci si incammina sul lungo senna verso il Ponte Alexander III, luogo di partenza del cimento. Sembra un film post catastrofe nucleare o una visione dantesca; un corteo improbabile di personaggi in muta nera, spesso indossata solo a metà, sfila ordinato sotto la pioggia e un cielo marmorizzato da varie tonalità di grigio. La cosa più bizzarra è che tutti stanno per rimanere a mollo per mezz’ora nella Senna, ma evitano accuratamente di mettere un piede in una pozza!

Finalmente ci danno il permesso di entrare in acqua! Ci caliamo da una rampa provvisoria montata sul lungofiume. La linea di partenza è tenuta da una fila di canoe, cerco di arrivare in prima fila, ci riesco, mi attacco a una canoa, assieme a molti altri, e aspetto lo start. La corrente è forte e sposta in avanti tutto il gruppo dei nuotatori, il tempo che siano entrati in acqua tutti e siamo già avanzati di qualche decina di metri.

Via! Lo starter spara e si parte. Il fiume è bello largo e non ci si accapiglia selvaggiamente come in altri triathlon (mi ricordo ancora Darmstadt l’anno scorso …). Mi metto abbastanza al largo, non proprio al centro del fiume, ma comunque distante dalla spalletta. Si viaggia bene, anche se le onde sono forti, a tratti mi sollevano per poi risbattermi giù. Ogni tanto alzo la testa per controllare la direzione, vorrei evitare di battere una craniata in qualche arcata, dobbiamo infatti passare sotto tre ponti , prima di arrivare al traguardo davanti alla torre Eiffel. Nuoto comunque bene e arrivo in fondo in ottima posizione, esco dall’acqua, transito come tutti sotto la doccia di acqua pulita e mi precipito alla stazione di cambio.

Raccolgo dal fango le scarpe e il pettorale, mi metto casco e occhiali e via! È smesso di piovere ma la strada è bagnatissima. Per fortuna non ho gonfiato i tubolari a pressioni stratosferiche e le gomme tengono abbastanza.

Dalla Torre Eiffel percorriamo un breve tratto nell’abitato e poi ci inoltriamo nel Bois de Boulogne dove si svolge la maggior parte del percorso ciclistico. Come sempre comincio a essere superato da nugoli di partecipanti. Mi manca proprio il mestiere di ciclista. Sui rettilinei tengo botta e non perdo terreno, c’è solo da chinare la testa, mettere il rapportone e spingere. Appena servono un minimo di agilità e di sapienza nell’usare i cambi, su una salitina o ripartendo di slancio dopo una curva ad U, perdo sempre terreno e posizioni.

In onore a certe mie ascendenze senesi da parte di madre, provo perfino una manovra da Palio. Sorpasso in curva fra avversario e steccato. Solo che alla frenata finale mi parte il posteriore sull’asfalto bagnato, la bici si imbizzarrisce e decide di sdraiarsi per terra, e io finisco disarcionato contro lo steccato. Per fortuna la bici non riporta danni e riparto subito. Fine delle acrobazie da fantino.

Finisce la frazione ciclistica, si rientra nell’area di cambio, via le scarpe da bici, su quelle da corsa e si riparte.
Avevo sperato che almeno questo triathlon fosse in piano. Speranza vana. Anche qui ci sono delle salitelle assassine. In più sono davvero bollito. Di solito nella frazione di corsa faccio più meno pari, stavolta perdo soltanto posizioni. Non mi riesce spingere. I colpi d’occhio ripagano comunque della fatica. Magnifico lo scorcio da sopra il Trocadero, verso la torre.

Dopo aver attraversato e riattraversato la Senna, si arriva alla fine, si passa il Pont d’Iena e si arriva al traguardo davanti al Trocadero. Che gioia arrivare in fondo, attraversare le majorette passare sotto lo striscione!

Risultato finale: 992-esimo. Non male, con più di 4000 iscritti.
Interessanti i parziali: 185-esimo (!) a nuoto, 1285-esimo in bici, 1578-esimo a corsa.


Praticamente ultimo nei cambi! Rispetto all’uscita dalla Senna, in bici ho perso circa 600 posizioni e a corsa altre 200. Forse sarebbe forse il caso di ritirare fuori la calottina dall’armadio e rimettersi a giocare a pallanuoto …

Un gran bel triathlon, posso solo raccomandarlo. Ben organizzato e il posto è magnifico, non serve neanche dirlo.

Chiusura dedicata alla biologia. Questo triathlon mi ha confermato di avere un lavandino al posto dello stomaco. Dal risveglio al traguardo ho ingurgitato, in sequenza: due tazze di caffè, una borraccia di beverone zuccherato, acqua della Senna, il resto del beverone zuccherato, tre sacchettini di gel di carboidrati, acqua, due bicchieri di cola. Senza conseguenze apparenti.

Stefano Borgioli

Link alla manifestazione
www.triathlondeparis.fr/


Gara: Triathlon de Paris-Ile de France. (08/07/2012)

SCHEDA GARA



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