Eccomi qui, dopo quasi un anno lontana dalle gare, a correre la più importante, quella per combattere il male. È il mio contributo per la ricerca della cura contro il tumore al seno, un mostro cattivo che si insinua subdolamente e colpisce quando meno te lo aspetti.

Al gazebo della Podistica ritrovo gli amici e le amiche orange che mi abbracciano, contenti di vedermi nuovamente in pista, ed è un'occasione per conoscere nuove
persone prima di dirigersi verso la zona di partenza, dove poter effettuare un leggero riscaldamento. Girando lo sguardo mi vedo circondata da decine di migliaia di persone, almeno 60.000, pronte a correre e camminare per le donne colpite dal mostro, alcune non ce l'hanno fatta, molte altre sono qui, a testimoniare la loro esperienza con la maglia rosa e il cappellino. Anch'io indosso il cappellino rosa, a rappresentare te, cara amica, e te, cara cugina, perché possiate vincere sul male. E mentre muovo i primi passi sento crescere in me la sensazione che da tutti noi si sprigioni un'energia tale da sconfiggere il mostro.

Salite e discese sui sampietrini, per un breve percorso di 5 km nella splendida Roma, con il Colosseo e il Vittoriano ad affascinarci ed alleviare la fatica; cerco di non allungare il passo, la paura dell'infortunio è in agguato, ma l'ultimo tratto è in discesa e non è facile rallentare, mentre mi avvicino al traguardo vedo il mio presidente Pino Coccia con la macchina fotografica, pronto ad immortalarci, e gli sorrido felice sbracciandomi per salutarlo.
Sono contenta, la gamba non sembra avere problemi, tornando al gazebo vengoaccolta dagli amici che mi chiedono "com'è andata?" ... "sto bene" rispondo ... per ora.
Il mio rientro non poteva essere altro che una corsa per la vita, sono orgogliosa di aver contribuito, con la Podistica Solidarietà, alla raccolta di € 30.000 per la
Race for the cure. Alè Podistica!