Sinfonia di Romano Dessì, 08/04/2015
'ogni passo in più verso l'arrivo era una nota e un colore che ti invadeva il cuore' Cari amici solidali, insieme a Daniel abbiamo affrontato per l'ennesima volta la Maratonina del Partigiano a Poggio Mirteto. Solita partenza e solito arrivo, ma, le sensazioni sempre differenti. Io amo questa che è più di una gara, è una sfida contro se stessi, dove dal primo all'ultimo sono protagonisti e vincitori.
Alla partenza un cielo azzurro come non mai salutava la partenza dei pochi audaci che avrebbero da li a poco affrontato le ardue salite che portano da Poggio Catino a Monte San Giovanni. Una sinfonia di colori e di musica allietava il mio passaggio lungo il percorso. Un panorama che non ti saresti mai stancato di ammirare, sembrava che la natura si burlasse di noi dicendoci, "Tu uomo distruggi tutto quello che hai intorno. ma io cerco ancora di resistere, non so per quanto, ma resisto".
Una sinfonia di colori mi riempiva gli occhi, la primavera ci regalava una sinfonia di verde, dal più chiaro al più scuro che mi alleggeriva la fatica, e poi la musica, non c'erano orchestre che suonavano, ma, la musica veniva da dentro di me. Vedevo le note musicali che volteggiavano nel cielo, sentivo una melodia che mi avvicinava a Dio. Più andavo avanti, più la musica invadeva il mio essere, da una musica quasi sussurrata alla partenza, ad un andante fino a Poggio Catino, fino alla marcia trionfale che mi ha accolto all'arrivo.
Conosco il percorso a memoria, ma come sempre certe salite riuscivano a sorprendermi, sono sempre le stesse e stanno sempre li da anni, ma, quando le affronti ti sfidano dicendoti, "Io sono sempre la stessa e tu invece sei invecchiato di un anno, voglio vedere come te la cavi." ed io accetto quella sfida, più per ripicca sul tempo che passa che per altro. Noi non accettiamo volentieri che il tempo passi velocemente, non accettiamo il decadimento fisico che inevitabilmente si appropria del nostro corpo. Siamo sempre pronti all'arrembaggio di una nave in deriva, cercando in tutti i modi di esorcizzare quella brutta malattia che si chiama vecchiaia, ma, il tempo passa inesorabile per tutti. E noi stiamo sempre li ad affrontare le nostre paure e le nostre fobie, cercando di costruire una Torre di Babele che ci avvicini a Dio.
Quante volte ci siamo domandati se ne vale la pena di affrontare certe imprese, molti di noi vorrebbero, ma, pochi riescono. Per riuscire ci vuole cuore e testa. La musica e i colori non mi abbandonavano mai lungo il percorso, sembrava che eravamo un unica cosa ed ogni passo in più verso l'arrivo era una nota e un colore che ti invadeva il cuore. Ogni nota ti dava la forza di affrontare quelle paure che sono dentro di noi, ogni colore ci dava il coraggio di arrivare. Poi l'incantesimo è finito, con l'arrivo, ma, una cosa è certa, quella musica e quei colori non finiranno mai di accompagnarmi, fino a che Dio vorrà.
Un saluto dal vostro marciatore Romano.
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Romano Dessì
Il nostro marciatore Romano Gara: Maratonina del Partigiano (06/04/2015) SCHEDA GARA |