Capita ... di David Kevorkian, 18/07/2016
David durante la Corsa de Noantri Capita che, nel mezzo della vita di tutti i giorni, si smarrisca non la dritta via (quella l’ha smarrita un mio concittadino ben più illustre di me tanti anni fa), ma la fiducia in se stessi.
Capita che all’improvviso, senza alcun elemento scatenante, senza nessun fulmine a ciel sereno, senza nessuna rivoluzione copernicana, passi la voglia di fare tutto.
Così. Senza un apparente perché, senza un motivo vero o perlomeno facilmente individuabile.
Capita che dopo anni passati a guardare dritto e a non farsi troppe domande, si avverta la testa più “pesante” o comunque meno lieve e meno incline al sorriso, alla compagnia, all’allegria e, in termini più generali, all’affrontare con la necessaria spensieratezza le cose della vita. Tutte.
Capita ... Ed è capitato a me.
Non nascondo di aver avuto paura. E di averne ancora un po’. Le sensazioni “nuove”, soprattutto se negative, fanno paura e non c’è alcuna vergogna nell’ammetterlo.
Non so dove sia l’uscita, ma so che c’è.
Nel frattempo vivo.
Ho una famiglia solare che mi supporta. Anche se dovrei dire che ultimamente … mi sopporta!
Ho una buona amica, lontana molti chilometri, che legge i miei sfoghi e mi rincuora. E ogni tanto mi “cazzia”, passatemi il termine. Perché un amico fa anche questo.
E posso dire di conoscere un metodo che mi aiuta a vivere tutte le situazioni della vita dando loro il giusto peso. Si chiama corsa. Pardon, si chiama Podistica Solidarietà.
“Perché non viene alla Corsa de Noantri?”, mi chiede Laura Toniarini Dorazi qualche giorno fa.
“Dai, vieni. Dai che viviamo l’atmosfera della gara! Dai è una vita che non gareggi!”
Ci penso. Corro dal 2011 e la corsa ha accompagnato i miei ultimi anni con costanza. Con lei ho visto posti, vissuto emozioni, sofferto fatiche ed indossato medaglie senza mai pensare né tantomeno sentire che avrei potuto farne a meno. Ma sono mesi che non indosso un pettorale. Corro e sudo da solo, a volte girando sui circuiti dietro casa come un criceto, io ed i miei pensieri. Da solo. E non nascondo di aver avuto molte volte la tentazione di regalare il garmin, regalare le scarpette e dire “basta”. Ma i momenti di lucida follia, per fortuna, durano poco.
“Ma si, dai… andiamo”.
Preparo la borsa … come se fosse la prima volta: incredibile come azioni diventate meccaniche ed automatiche, nel giro di qualche mese diventino … “nuove”. La ricontrollo 100 volte, come se chissà cosa dovesse contenere. Poi parto. Domenica mattina mi ritrovo in largo de Matha come un marziano appena sbarcato sulla terra. Ma basta un minuto per riassaporare tutto! TUTTO!
Raffaele Pirretto mi abbraccia forte e mi consegna il pettorale. Marcello Riccobaldi lo segue a ruota e poi arriva Maurizio Ragozzino con l’instancabile macchina fotografica.
E poi … e poi la solita marea orange che mi travolge.
Dal 2011 sono arrivati molti atleti che per me sono solo … nomi. E talvolta nemmeno quelli. Non conosco più così tanti compagni come qualche anno fa. Ma la semplice canotta che indosso mi regala un sorriso da parte di tutti.
Poi arrivano Laura e Antonella Falerno e la marea che mi travolge diviene risata continua e costante! Episodi raccontati, battute e saluti per tutti, foto su foto … tutto un rituale al quale mi ero disabituato. E che è … davvero un toccasana per gli animi agitati tipo il mio.
L’abbraccio di Pino, energico e forte, è l’ultimo incoraggiamento in senso temporale! Il suo sorriso ed il suo “bentornato David” mi accompagnano tuttora. Il presidente serve anche a questo. La sua grinta, il suo inesauribile sorriso che regala a tutti, la sua stretta poderosa … se è il presidente, un motivo c’è!
La gara è un dettaglio. Almeno oggi è così. La temuta via Dandolo, però, scorre via senza problemi: ho adrenalina addosso che potrei davvero venderla a Porta Portese! Il riscontro cronometrico è anche buono per il mio stato di forma, ma oggi non conta. Non conta proprio nulla. L’incitamento dei top orange quando mancano poche centinaia di metri all’arrivo è un toccasana per le mie gambe, il mio urlo quando passo la linea del traguardo è liberatorio. Posso farcela, posso stare bene, posso trovare quello che voglio, come dicevano in latino gli antichi romani, pedetemptim. Ossia un passo alla volta.
Un passo alla volta … che altro non è che la base della corsa. Quello che conta, alla fine, è che la Podistica Solidarietà è una seconda famiglia per me. E quando si sta male, quando l’umore è a terra, quando abbiamo bisogno di un aiuto … beh, la Podistica è qui anche per questo.
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David Kevorkian
David in compagnia di Laura Gara: Corsa de' Noantri (CE) (17/07/2016) SCHEDA GARA |