Sono passati pochi giorni dalla Straernicana, le mie gambe ancora un po' doloranti ma tutto sommato in buono stato, vado sul sito Podistica e controllo le mie prossime gare, Trail del Parco Nazionale del Circeo, ok ci sono, poi il giorno dopo … Amatrice-Configno, mmm sono molto dubbioso, in effetti mi è già capitato di fare gare molto ravvicinate, ma erano in pista, distanze più brevi, mmm ci penso un po' e poi … ma si dai clicchiamo.
Dopo un po' arriva il messaggio di Paolo: “ho visto che hai cliccato sull'Amatrice - Configno, dai che facciamo una bella doppietta!”. Mosso dall’entusiasmo mi convinco che sia la scelta giusta.
Un fine settimana molto intenso di gare si prospetta e vista la distanza tra i luoghi, mi metto d’accordo per viaggiare assieme ai compagni di squadra, sabato si va al
Circeo con
Ombretta, Paolo e Mario che in extremis si è segnato dopo una lunga opera di convincimento da parte mia sulle salite di Monte Mario.
Dopo un’ora e mezza di viaggio si arriva al Circeo, preso il pettorale ci si cambia al Gazebo Podistica, si fanno le foto di rito e ci si riscalda, questa volta non da solo ma in compagnia di Mario.
Ci siamo manca poco alla partenza, ci infiliamo nel mucchio e cerchiamo di guadagnare le posizioni più avanzate, poi il count-down, “tre due uno via!” si parte, come avevo promesso:
“Tranquillo Mario io oggi parto piano me la faccio tranquilla la gara senza forzare” eh! Come non detto, cerco di divincolarmi dal mucchio e dopo 500 m raggiungo Paolo, altri 500 metri e poi si imbocca il bivio per i campi e per la famigerata sabbia.
I primi appoggi sono cauti ma bisogna spingere, cerco di trovare il mio ritmo fra la gente ma non è per nulla facile, il caldo non è asfissiante ma si fa sentire, cerco il conforto di parti di terreno più consistenti ma non è facile azzeccare.
Poi finiti i campi, si imbocca lo sterrato e poi ancor asfalto fra le case, respiro e mentre gli altri si fermano ai ristori io cerco di recuperare più tempo possibile, le gambe sono abbastanza provate da due mesi intensi di gare ma ci sono.
Finalmente si imbocca il bosco, terreno più compatto e più agevole, per contro ci sono tante radici ed ostacoli ben segnalati,
i km scorrono e come mio solito, prendendo coscienza di ciò inizio ad accelerare, ultimi 3 km vissuti al massimo, cercando di controllare i battiti, ma nulla da fare, l’istinto di spingere e recuperare è più forte di me!
Alla fine il traguardo, non riesco a sprintare come mio solito, ma sono soddisfatto, chiudo in 50:15 a 4’22”/Km di media, che considerando il terreno non agevole è un buon risultato.
Poi inizio ad aspettare, Mario ancora non si vede, poi dopo un po' eccolo, ma capisco subito dal suo sguardo che qualcosa non va, come avevo percepito, una caduta gli ha compromesso la gara e la caviglia, sono molto dispiaciuto dell’accaduto.
Lo aiuto ad arrivare a cambiarsi, ghiaccio, un panino e una birra e si torna a Roma, contento per il risultato anche se un po' triste per le vicende di Mario, arriva la sera, siamo rientrati tutti a casa, ci andiamo a riposare domani ci aspetta la seconda gara.
Domenica mattina, il cielo è terso, la temperatura gradevole, sembra proprio la giornata giusta, ecco arrivare Paolo sotto casa, si parte per un lungo viaggio, questa volta destinazione
Amatrice.
Dopo circa due ore di viaggio lungo la Salaria e le stupende gole del Velino arriviamo ad Amatrice, tempo di trovare il palazzetto dello sport e il parcheggio, scendiamo dalla macchina e facciamo un giro in paese in cerca di un bar.
Torniamo al parcheggio ed ecco il furgoncino Podistica con il nostro
Ragozzino e Giuven, quest’ultimo per una sventura non ha le scarpe per gareggiare, io ne ho un paio in più e gli dico: “provale se ti stanno puoi correrci tanto io ne ho un altro paio per correre".
L’atmosfera è rilassata, il clima è ottimo, al sole si sta bene ma l’aria in compenso è fresca, perfetta per una gara tosta ed insidiosa come questa, si fanno le solite foto di rito, si ride e si scherza con i compagni di squadra.
Lo spirito Orange è sempre presente fra di noi, oggi pochi ma buoni come si suol dire! E quando uno di noi ha bisogno di una mano, oppure semplicemente di un paio di scarpe, non c’è problema! Ci siamo noi
Dopo esserci rilassati e creato una bella atmosfera ci dividiamo ed inizia il riscaldamento, questa volta assieme a Paolo, intuiamo subito che la gara sarà tosta, non tanto per il percorso ma perché il parterre è ben gremito e la presenza dei kenioti incute sempre un po’ di rispetto.
Ci siamo manca poco oramai, ci schieriamo, ci avviciniamo e finalmente si parte! Tatticamente io e Paolo abbiamo deciso di fare gare molto giudiziosa, l’insidia della discesa nei primi km può metterci K.O. ma grazie agli avvertimenti del nostro
Puma (al secolo Gianluca Corda) e della descrizione entusiasmante e certosina del nostro inossidabile
Forrest (questa volta fermo ai box per problemi alla schiena) non ci facciamo trascinare dalla folla.
Usciti dal paese attendiamo con ansia l’inizio della salita, controlliamo il gps per non sforare la tattica studiata, un piccolo richiamo da parte di Paolo per una piccola affondata in discesa e tutto scorre regolare.
Dopo il terzo km ecco che inizia la salita, continua insidiosa ma non stucca fiato per fortuna! Controllo che Paolo sia sempre al mio fianco e quando inizio a vedere che gli altri rallentano il ritmo cerco di non perdere velocità ed iniziare la rimonta.
Passano i km e ogni volta che incontriamo il corrispettivo numeretto disegnato sull’asfalto mi giro e faccio a Paolo: “dai meno 4!”, la salita non molla, solo ogni tanto ci fa respirare, ma è sempre una trappola perché invita ad aumentare il ritmo e il rischio di andare in fuori giri è sempre dietro l’angolo!
Scorre la salita, gli avversari che riprendiamo e i km che diminuiscono, inizio a scorgere le case di Configno, dai manca poco,
la benzina è quasi finita nelle gambe ma stringo i denti e sempre fianco a fianco a Paolo continuiamo con la nostra progressione.
Passiamo l’ultimo Km ed oramai da poco è iniziato un tratto in falsopiano in discesa, dentro di me penso: “dai che ce la facciamo!” le gambe sono alla frutta, ai meno 500 Paolo mi fa: “che faccio ci provo?” ed io gli rispondo:”che aspetti, se ne hai vai! Io più di così non riesco”, detto fatto Paolo accelera, oramai siamo in vista del traguardo, ultima curva cerco di darci dentro anche io, per un attimo riesco anche a recuperare qualche metro a Paolo, ma poi capisco che il ritmo è al limite e dai va bene così.
Arrivo finalmente sorridente al traguardo, la gente applaude, uno scenario che toglie il fiato, guardo il cronometro e magia! 35:15 tempo strepitoso!
Taglio il traguardo, raggiungo Paolo e un lungo abbraccio è testimonianza della grande collaborazione che abbiamo espresso in questa fantastica giornata.
Doppietta è Fatta! Fantastica, ora ci si rilassa, si beve si mangia, piccolo defaticamento, un bel piattone di Amatriciana e si conclude questo intenso fine settimana di gare.