Salita, sofferenza, soddisfazione, Speata! di Cristiano Ceresatto, 05/08/2009
Nik Calello La mia vita sportiva è caratterizzata da due anime. L’una la bici, l’altra la corsa. Le due anime hanno un unico filo conduttore. La salita. Per molti sinonimo di fatica inumana, per pochi piacere estremo da vivere metro dopo metro, poesia da scrivere tornante dopo tornante.
La Speata è salita vera, piacere, poesia. Non un metro di riposo, mai uno spiraglio di respiro per dodici interminabili chilometri. La Speata è la mia di incontrare più di settecento faticatori al via. Qui non si partecipa per divertirsi, qui si fatica dall’inizio alla fine. La ricompensa è un insieme unico di soddisfazioni, poggiare i piedi sull’erba fresca e morbida, percepire i profumi della montagna, sentire il sole che brucia le spalle, respirare aria vera.
La Speata è una grande lezione di corsa. Ogni passo ha un suo significato, un suo peso pienamente percepibile nell’economia della corsa. Esagerare, anche solo per cento metri, significa pagare il conto nei cento metri successivi, senza via di scampo. Le precedenti lezioni mi hanno insegnato a misurare ogni battito del cuore, ogni goccia di sudore. La paura di dover saldare un conto salato negli ultimi chilometri mi ha reso parsimonioso nella gestione della corsa. Forse un po’ troppo, l’ho capito nello strappo finale, quando sono spuntate energie nascoste.
E’ proprio difficile da trovare, nella corsa, l’instabile equilibrio tra azzardo e parsimonia. Forse non esiste nemmeno, oppure è proprio la ricerca di questo equilibrio che ci spinge a gareggiare di domenica in domenica, cercando il limite, alternando le batoste e le rivincite. Ben felice di non averlo trovato, se questo significa dare un senso nuovo ad ogni gara.
La Speata è un sorriso che si allarga a dismisura quando si supera il traguardo. Anzi. Prima del traguardo. Quando si scollina e all’orizzonte si vede tanta gente pronta ad applaudire, una ad una, le storie di ciascun atleta. Quando si incontra lo sguardo felice di chi ci ha accompagnato fino a qui, come ogni domenica, con la sveglia all’alba, per attendere poi per oltre un’ora un passaggio veloce e istantaneo. Dopo il traguardo. Quando ci si sdraia sul prato, con le mani colme di biscotti, a osservare gli altri arrivi, a comprendere quanta fatica ci sia nel volto di ognuno.
La Speata è condividere la propria fatica solitaria con altre fatiche solitarie. Ritrovare i volti dei propri avversari, per lo più concentrati e sempre poco sorridenti, e quelli di chi va più piano, sempre affabili, accoglienti, festanti. Conoscere un nuovo compagno di squadra, grande persona, senza la cui disponibilità non avrei potuto godermi questo grande spettacolo di sport e di vita.
La Speata è per me l’ennesima conferma. La strada piatta, larga e dritta, non fa per me. La salita è il compimento di una vita di sport, l’emozione unica di raggiungere con le proprie forze ciò che i più non conoscono.
Al prossimo anno, Speata, speriamo con le stesse gambe, lo stesso entusiasmo, le stesse soddisfazioni!
Cristiano Ceresatto.
Giulia Moccheggiani Carpano e Mario Di Pilla
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Cristiano Ceresatto
Cristiano Ceresatto Gara: La Speata (02/08/2009) SCHEDA GARA |