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Ma che cosa vi racconto?
di Maurizio Zacchi, 19/03/2012

Romano Dessì riceve le stimmate...

Romano Dessì riceve le stimmate...

Già, io sono uno che scrive sempre, che riempie il sito delle sue elucubrazioni, delle sue farneticazioni, che commenta tutto, pure le passeggiate a Villa Borghese…e figuriamoci una Maratona. Ci sono ben 42 km e 195 metri da descrivere, metro per metro, perché in questa città, ogni metro racconta una pagina di storia. Già, come posso tirarmi indietro proprio oggi, dopo la Maratona corsa nella città più bella del mondo, la mia città...

Però mi manca lo spunto, non so da dove partire, su cosa porre l’attenzione. Eppure qualcosa mi devo inventare, e anche in fretta, altrimenti rischio di deludere tutti. Che fine ha fatto il poeta della Podistica Solidarietà? Questa domanda riecheggerà nell’area commenti del nostro sito, monopolizzando l’attenzione di questa settimana particolarmente calda. Sto rischiando la peggiore "debacle" della mia breve carriera di articolista orange, un ruolo in cui sono certamente più abile che nella corsa vera e propria.

Comincio a sudare mentre cerco il giusto "incipit" per iniziare, ma non mi viene in mente nulla…il vuoto si è impadronito della mia mente…e nella mia testa si materializza un incubo: l’espulsione. Vedo già il Presidente con il dito puntato verso di me: “ma come, con tutto quello che ho fatto per te?”. Lo vedo riprendersi la canotta orange e voltarmi le spalle. Immagino il mio futuro di podista sbattuto tra una squadra e un’altra. Potrei chiedere “asilo politico” ai Villa Ada Green Runner dei miei amici Vanessa Ranieri e Massimo Fucili, ma non sarebbe lo stesso, in questa squadra ho mosso i primi passi.

Insomma sono confuso e disorientato mentre cerco l’idea giusta o in alternativa una scusa sostenibile. Magari è solo colpa della carenza vitaminica dovuta allo sforzo di ieri, ma la mia creatività sembra spenta.

Potrei parlare della mia migliore performance sulla lunga distanza, ma ho migliorato il tempo di Firenze solo di 3 minuti e sono ancora abbondantemente sopra le 5 ore, meglio evitare questo argomento, rischio una sonora figuraccia.

Potrei parlare dell’emozione di aver corso con il mio amico Fabio Tucci, macché, neanche questa. Al 13’ chilometro, il “top dei top” ha preferito simulare un dolore alla gamba pur di abbandonarmi al mio destino (Tucci, si fa per ridere).

Potrei parlare di una malattia, un disagio, che ha funestato la mia prestazione, sulla scia di quanto accaduto a Firenze, ma stavolta non ho avuto neanche uno straccio di raffreddore a disturbare la mia prova.

Potrei parlare di come sono andato bene grazie alla scuola di Podismo di Fulvio e Pino, ma purtroppo da quel punto di vista non sono un modello, considerato che l’ho frequentata solo per 3 allenamenti.

No, non funziona!

Potrei provare con l’emozione fortissima di correre a Roma, magari me la potrei cavare con una lunga descrizione delle bellezze che si incontrano durante il percorso. Del resto quale altra Maratona può contare su una tale concentrazione di monumenti, palazzi storici, piazze e fontane. In quante città potrete avere come sfondo il Colosseo, San Pietro, Piazza Venezia, Piazza Navona, Piazza del Popolo, Piazza di Spagna, il Circo Massimo, Fontana di Trevi. Una cosa fantastica, ma sono certo che la maggior parte dei resoconti pubblicati punteranno decisamente su questo argomento: rischio di essere scontato.

Potrei parlare della famiglia orange, dei tanti podisti solidali “in borghese” che mi hanno incitato durante il percorso. Se faccio un elenco di tutti gli incitamenti ricevuti posso scrivere un resoconto di dieci pagine riuscendo a scordarmene addirittura qualcuno. Potrei parlare di quel bellissimo momento prima della partenza in cui ci siamo ritrovati tutti in Via dei Normanni. Il trionfo della voglia di stare insieme. Ma anche qui sarebbe scontato…ormai l’hanno capito anche i sassi qual’è il valore dell’appartenenza alla Podistica Solidarietà.

Potrei puntare sulla storia di Romano Dessì che “veste” la fascia della Lazio per “pagare” una scommessa fatta con PIT; ma sarebbe da infami. E comunque un plauso alla signorilità dimostrata dal nostro indomito marciatore.

Potrei parlare delle nostre tante Lady che hanno esordito in questa Maratona, con tempi eccezionali, da applausi, ma non mi conviene, il paragone con la mia prestazione sarebbe impietoso.

Potrei esaltare la prova “stoica” di Fabiola, che ha chiuso questa Maratona alla Enrico Toti, con una gamba sola e tirando la stampella ai giudici che a suo dire avevano spostato il traguardo in avanti.

Potrei parlare dei sanpietrini maledetti, che ti fanno assaporare le tipiche sensazioni di un fachiro che passeggia su una tavoletta piena di chiodi. Ma non posso puntare su un argomento negativo.

Potrei parlare di quei video osceni pubblicati dalla TDS, dove si può apprezzare la mia tipica andatura caracollante (una sorta di danza dell’ippopotamo), ma se lo faccio rischio di dare pubblicità a una sequenza che sarebbe meglio destinare all’oblìo.

Potrei ringraziare tutti i volontari che ci hanno permesso di vivere questa meravigliosa esperienza, ma a che serve scriverlo se poi la maggio parte di quei volontari non leggeranno mai questo “pezzo”.

Insomma, potrei...

Nulla, l’incipit non si concretizza e lo spazio è esaurito…beh sarà per la prossima Maratona, perché stasera ho deciso: ci sarà una prossima Maratona. Non posso assicurare di farla con la canotta orange, perché a questo punto il mio destino in orange è nelle mani del Presidente.


Gara: Maratona di Roma (18/03/2012)

SCHEDA GARA



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