Ultra...che passione! di Alessandro Roppo, 21/10/2011
Alessandro Roppo ripreso alla Ultra del Lago di Como Sebbene postumo da due influenze lasciatemi affettuosamente in dono dal pargolame, sono salito in macchina ed ho guidato per 6 ore alla volta del Friuli.
Volevo prendere parte alla mia quarta Ultratrail ma soprattutto alla mia prima 100 miglia (162 Km); ormai l’avevo nel mirino e, pur non essendo in forma e senza molta esperienza (le poche Ultra terminate sono anche le uniche gare podistiche che abbia mai fatto…), avevo bisogno di conoscere questa distanza su terreno off road.
All’arrivo la prima buona notizia è stata che il dislivello positivo da affrontare sarebbe stato di 8000 metri anziché 6000 mt….e pensare che avevo scelto questa 100 miglia anche perché avevo considerato i 6000 ben spalmati sulla distanza come la marmellata su una fetta di pane…e magari anche più gustosi.
Ok, una difficoltà in più, uno stimolo in più! Altra bella notizia è che le temperature sarebbero state anche sotto zero con qualche spruzzatina di neve…in effetti i 30°C sopportati fino a poche ore prima erano troppi…non sarà uno sbalzo termico a creare problemi.
Mi accorgo di essere uno dei meno esperti in mezzo a molti pezzi da 90 sia italiani che stranieri (austriaci, americani, cinesi, ecc.); alla presentazione degli atleti lo speaker elencava record e vittorie dei migliori e, per chi non puntava alla vittoria, “solamente” il fatto di essere stati finisher in più di 40 ultra tra le più impegnative in circolazione (sia in Italia che all’estero).
La mia presentazione è stata una delle più veloci anche se ho sempre finito le Ultra a cui ho preso il via (Alaska a parte…per ora…). In effetti al mio primo anno e mezzo sono già eleggibile per l’UTMB (non che mi interessi più di tanto…).
Non vedevo l’ora di partire ed affrontare subito la prima notte in uno scenario splendido e poco familiare…e così è stato. Il primo tratto (circa 18 Km) sul letto di un fiume e poi su per le prime salite; l’andatura e il passo che ho tenuto nella prima parte erano esattamente quelli che mi ero imposto e senza problemi.
Tuttavia, le segnaletiche non erano catarifrangenti, così dopo i primi 40-45 km ho iniziato a perdermi per i sentieri ammassando Km inutili su una distanza per me ancora ignota e soprattutto quando ancora mancavano 120 Km.
Poco male, qualche Km in più mi darà più esperienza, anche se, dopo aver perso il sentiero più di qualche volta il problema non era solo il tempo perso e la strada percorsa (e le salite fuori programma…), ma anche il fatto che rallentavo parecchio per evitare di perdere nuovamente la via; e così addio ai propositi di ottenere il crono puntato (anche se non dichiarato).
Con la luce del sole le fettucce erano ben visibili e l’andatura ha ripreso ad essere dignitosa…già ero alla “seconda maratona” e me ne mancavano solo altre 2.
Fiumi, cascate, montagne, foreste, magredi (bellissimi), steppa; scenari splendidi, temperature rigide e belle; e poi le picchiate sui dislivelli (di 1000 mt per volta) compressi in 5 Km.
Da una parte sapevo di non aver più la possibilità di rispettare il tempo che mi ero prefissato (35-36 ore), dall’altra cercavo di pensare all’aspetto positivo di questa circostanza…non avere la pressione di dover arrivare in quel numero di ore.
Ok, un peccato essere staccato da una classifica decente, ma l’importante era in ogni caso portare a termine e conoscere la mia prima 100 miglia ed imparare ancora qualcosa su me stesso, sulle mie potenzialità e caratteristiche anche per capire quali tipologie di prove si adattino maggiormente al gesto atletico che posso potenzialmente produrre.
In effetti la distanza era un’incognita e l’esperienza poca e 4 Ultra probabilmente non bastano a costruire il fisico che, sicuramente, avrà bisogno di un po’ di tempo per abituarsi ed incamerare una buona “memoria motoria”; mentalmente non ho mai avuto cedimenti o crisi (cosa che sinceramente avevo dovuto fronteggiare un paio di volte nelle precedenti esperienze…) e questo è già un passo in avanti… una cosa che sicuramente ho capito è che le Ultra, specialmente offroad, devono essere percorse in un
tempo giusto e non andare troppo lenti e troppo in là con le ore, in modo da divertirsi di più dal punto di vista sportivo e, soprattutto, arrivare con i piedi meno gonfi e con meno vesciche (ergo non si devono improvvisare e bisogna essere in buona forma, ciò non significa dover puntare alle primissime posizioni, ma neanche partire puntando da subito il tempo limite…).
Già penso alla prossima e non ho ancora deciso se provare qualche Ultra su strada (magari per migliorare l’andatura e correre di più) e magari un duathlon/triathlon (visto che in allenamento sfrutto anche bici e nuoto per divertirmi e trovare una forma dignitosa…).
Purtroppo le 2 gare che avevo individuato per chiudere l’anno (la Vialattea Supertrail o l’Ultramaratona degli Etruschi) quest’anno non avranno luogo…peccato…quindi a dicembre non so che fare…in ogni caso, se dovessi trovare la copertura del costo (non alto in verità), a febbraio ripartirei volentieri per l’Alaska dove potrei dire la mia questa volta… altrimenti cercherò altri stimoli dalle nostre parti…
vedremo se riuscirò a crescere e migliorare un pochino…
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Alessandro Roppo Gara: Magredi Mountain Trail (07/10/2011) SCHEDA GARA |