"No hay nada imposible - la mia prima maratona a Firenze" di Fabrizio Laboureur, 08/12/2015
Ne parlavo da mesi con i miei amici, prima e dopo ogni gara. Ed ecco arrivato il weekend di fine novembre, eccoci a Firenze. La maratona prende forma. Ci sarebbero da scrivere pagine e pagine, tutto il pre-gara con gli amici è stato letteralmente intenso. Si rideva, si scherzava, si parlava della gara e dell'abbigliamento. Anche la cena è stato un momento di puro relax, nessuno sembrava teso eppure, poche ore ci dividevano dalla gara.
Mattina del 29, sveglia alle 5:30, alle 6:00 c'è la colazione, non più tardi per evitare di correre con lo stomaco pieno. Per me due caffè, un thè, quattro fette biscottate con tanto miele ed ero pronto. Non mi serviva altro. Si torna in stanza, e mi prendo tutto il tempo per indossare gli abiti. In fondo sono poche cose, ma volevo stare tranquillo. Maglia tecnica, canotta rigorosamente Orange, pantaloncini, manicotti, calf, calzini, fascia termica per la testa, scaldacollo e scarpe. C'è tutto. Con calma mi vesto e metto al braccio una fascia rossa che mi ha dato tanta motivazione e soprattutto un bracciale "no hay nada impossible" che per me ha un significato speciale.
Alle 7:15 siamo in strada e con tutto il gruppetto Paolo Rossi, Ombretta Spuri, Domenico Bovi, Alessandro Todde e Paolo Sai ci dirigiamo alla partenza. Leggerissima tensione ma come sempre stemperiamo il momento con battute. Lungo la strada incrociamo il grandissimo Gianluca Corda con cui mi metto a parlare durante il cammino. I consigli di Gianluca sono stati davvero preziosi, li ho portati con me lungo tutto il percorso e li ho seguiti.
Finalmente eccoci alla partenza. Oggi fa freddo 3° C ... con previsione di 10°/11°C verso mezzogiorno. Si soffre un po' a stare fermi. Il freddo si fa sentire, ma la voglia di correre c'è ed è tanta. Entriamo nelle gabbie che ci spettano, e nella nostra io, Ombretta e Domenico incontriamo un'altra Orange, Francesca Testi veramente simpatica che si unisce a noi. Con gli occhi cerchiamo Fabio de Gregorio anche lui nella nostra griglia.
Tutto è pronto. Non sento ansia, non sento paura. Certo la signora delle corse va rispettata, e quindi decido di affrontarla con il giusto atteggiamento, senza spavalderia ma con determinazione. È una settimana che non corro, non so se fisicamente è la scelta giusta, ma ho una grande voglia di correre che non mi abbandonerà mai per tutta la gara. Tante ore davanti, tanti km, tanta strada ... ma nella mia testa un solo pensiero ... sarò a Santa Croce e passerò sotto al gonfiabile, ne sono certo.
Consueta pacca sulle spalle agli amici, ed ecco lo sparo ci siamo. Si parte. Ogni metro, ogni curva ogni runner fanno parte del grande disegno della maratona. Eccomi ci sono, e quindi non resta che lasciarsi andare.
Correre a Firenze è incredibile, quasi tutto il percorso magnifico (a parte intorno a Campo di Marte), le cascine veramente un posto fuori dal tempo, il calore della gente che incitava ogni runner, in strada, dai balconi. Tutti ma proprio tutti in qualche modo erano attori della maratona. Incredibile poi i gruppi musicali sparsi per la città lungo il percorso. Mentre correvi sentivi un suono lontano, che piano piano si avvicinava fino a quando non passavi davanti alla band in azione. Tanto rumore, tante melodie, un solo coro ... la maratona. C'erano anche gli sbandieratori in divisa storica. Mentre correvo non ho mai sentito venir meno la mia determinazione. Volevo arrivare, volevo finire. È così è stato. Ho saltato i primi ristori, non ne avevo necessità ... Ho cominciato dal 15esimo km, ogni volta facevo il pieno di liquidi ... tre bicchieri uno di sali, uno di acqua ed uno di thè caldo in quest'ordine.
Nella mia testa si accavallavano pensieri; avevo pensato di dividere la gara in quattro, ma l'unico mio riferimento è stato uno solo ... me lo ripetevo ... "no hay nada imposible". È così è stato.
È incredibile come le ore passate siano comunque scivolate senza noia. Le gambe vanno, ci sono e fino al 25esimo tengo un buon ritmo, leggermente sopra le mie aspettative. Intorno al 30esimo km comincio ad avvisare che le scorte stanno arrivando alla riserva. Decido di gestire, non voglio arrivare a raschiare il fondo del serbatoio, non questa volta. Decido di rallentare un po'. L'obiettivo di oggi non è il tempo ma è finire la corsa. Arrivato al 39esimo c'è il passaggio sul Ponte Vecchio ... che dire ... quel luogo ha alimentato di nuovo le mie energie ... mi sono detto sul ponte bisogna correre veloce e bene, e con un guizzo imbocco su e comincio ad accelerare ... ecco il 40esimo ... decido di allentare di nuovo il ritmo ... mi dico, ne mancano due e voglio arrivare fino in fondo correndo.
Così eccomi che corro ... le gambe rispondono bene. Ci sono ancora. Mi affianco poco prima del 41esimo ad una ragazza con maglia rosa che non conosco, ci siamo incrociati diverse volte lungo la strada. La vedo in difficoltà, è triste, mi accosto e sento come sta ... ha un po' di problemi di fiato, non riesce a riprendere, sta camminando. In un attimo le dico di seguirmi e di riprendere a correre piano piano insieme ... è fatta ha ripreso a correre ed ha di nuovo il sorriso. Fa un allungo e mi passa, ma io riprendo il mio passo e la affianco di nuovo lei mi dice che ora sta bene e che è la sua prima maratona. La saluto e vado avanti, vado piano ma più veloce di lei.
Continuo a correre, ma ci siamo, ecco l'ultimo tratto. Cresce in me l'orgoglio di esserci, di avercela fatta. Arriva uno dei più bei cartelli ... il 42! mancano 195 metri, 194 ... 193 ... Non ci penso nemmeno ... è il momento di accelerare. Volata finale. Mi piace troppo e non so se si fa anche in maratona. Ma è una delle cose che più mi piacciono. Abbasso le braccia, allungo la falcata e si vola!!!
Non so dove ho trovato la forza ma in questo 195 metri mi sono dimenticato di aver fatto quei 42 km che mi ero lasciato alle spalle. Ecco il traguardo. Una serie di gonfiabili, la tribuna, il tappeto blu ... ed ecco l'arrivo!!!! È incredibile. Ci sono. 4 ore e 33 minuti di corsa per me. Ma ho tenuto, nessuna incertezza ... un solo pensiero... ero a Firenze per fare la mia prima maratona, e ci sono riuscito. Alla fine, dopo aver indossato la tanto meritata medaglia di finisher, un solo pensiero "No hay nada imposible".
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Fabrizio Laboureur Gara: Maratona di Firenze (29/11/2015) SCHEDA GARA |