Vasto: la Costa dei Trabocchi di Ettore Golvelli, 06/05/2016
L'Abruzzo è conosciuto soprattutto come la regione dei parchi nazionali e come regione montuosa, per le sue vette che sono le più alte del sistema appenninico.
L'Abruzzo però è anche una regione di mare, con chilometri di litorali ricchi di straordinari paesaggi molto diversi tra loro.
In provincia di Chieti questo litorale diventa interessantissimo, con calette, promontori, scogliere alte e frastagliate che lo rendono unico e paragonabile alle coste oceaniche del Portogallo o della Scozia.
Questo tratto, che si estende da Ortona a S. Salvo, è noto come la "Costa dei Trabocchi" e assume il nome, appunto, del trabocco, antica e tipica costruzione marinara che è frequente incontrare sulla costa e che ne è diventato il simbolo.
I trabocchi sono strane e complesse macchine da pesca, issate su palafitte e sorrette miracolosamente da una ragnatela di cavi e assi che si intrecciano tra di loro, rendendoli simili a "ragni colossali", come li chiamava il poeta abruzzese Gabriele D'Annunzio.
Molto del fascino che i trabocchi emanano deriva soprattutto dai luoghi in cui sono posizionati e cioè lungo le sporgenze della costa, dove questa forma una punta sul mare, in modo da permettere una pesca su di uno specchio di mare profondo, dove possono essere sfruttate le correnti che fiancheggiano la costa.
La loro primitiva architettura, le vecchie reti, gli utensili di lavoro raccontano storie di epoche lontane ed emanano un fascino d'altri tempi, che accende l'immaginazione e stimola la curiosità di tutti coloro che al misterioso mondo dei trabocchi si accostano.
Da qui nasce la leggenda della Costa dei Trabocchi e soprattutto, cosa che mi interessa particolarmente, il Trail dei Trabocchi.
Sono a Vasto ed esattamente sulla spiaggia di Punta Penna che si trova all'interno della Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci, in provincia di Chieti.
La spiaggia è selvaggia ed incontaminata, ricca di dune che formano l'habitat ideale per diverse specie di animali. L'acqua di questa zona, nonostante la vicinanza del porto, è magnifica, trasparente con riflessi color turchese.
Nella parte Sud di della spiaggia di Punta Penna si erge un altissimo faro che domina il promontorio vicino al porto di Vasto. Da qui si gode un panorama mozzafiato con la possibilità di vedere la costa da Ortona fino al Gargano.
Ma lo spettacolo principale sono i trabocchi, sospesi sul mare e circondati da uno scenario incantevole.
C'è ne è uno che è lontano dalla costa un centinaio di metri, emerge dalle onde e da riposo ad alcuni gabbiani. La mia leggendaria curiosità mi spinge senza esitazioni a visitarlo per rivivere le antiche tecniche di pesca ma soprattutto provare il brivido di attraversare la lunga fatiscente passerella in legno che collega la struttura alla costa.
Un pescatore, che stava li pazientemente con la sua canna da pesca, mi ammonisce a provare tale avventura, per svariati motivi. E mi racconta la storia dei trabocchi. Mi dice che se di giorno è bello, il trabocco di notte è magico: l'atmosfera che si respira sulla piattaforma di legno, mentre soffia la serale brezza marina, è incantevole come pure è incantevole il sapore della cucina abruzzese. Perché si ... le centenarie strutture un tempo utilizzate dai pescatori, oggi si prestano solo a degustazioni (a caro prezzo) di prodotti e piatti locali. Che peccato.
Ritorno sulla spiaggia perché è ora di partire per la fantastica corsa lungo uno dei più belli litorali dell'Adriatico. Si parte con le note di "Momenti di gloria", il capolavoro del regista Hugh Hudson, e le epiche note del compositore greco Vangelis mi tentano a togliermi le scarpette per imitare Eric Liddel. Ma queste sono spiagge italiane, piene di sorprese pericolose, e non le sabbie scozzesi della West Sands Beach, incontaminate e sicure dove Liddel e suoi colleghi atleti si allenavano scalzi per l'Olimpiade di Parigi.
Si corre sulla spiaggia di Punta Penna per circa tre chilometri. La sabbia adesso è soffice e dorata. Alle sue spalle delle splendide formazioni dunali che rappresentano uno degli habitat naturali meglio conservati di tutta la costa. È assolutamente vietato accedervi a piedi: per arrivarci è stato creato un percorso pedonale in legno, rialzato, che sarà la passerella del nostro arrivo.
Il mare a quest'ora è bellissimo, turchese, cristallino e trasparente, con fondali digradanti e sabbiosi, ideale per farsi il bagno, cosa che farò sicuramente alla fine della corsa.
Si arriva adesso alla Spiaggia dei Libertini, piena di sassi anche se il fondo del mare è sabbioso a circa una decina di metri dalla riva. Anche qui uno spettacolo stupendo: una falesia retrostante; sopra, un campo di girasoli e il monolite di roccia che si specchia nel mare limpido. Sul fondo della spiaggia tantissimi tronchi ammassati a formar capanne e strutture bizzarre.
Si lascia la spiaggia e si sale sul promontorio di Punta Aderci tramite un piccolo sentiero di gradini di legno.
Il promontorio regala un panorama unico tra la spiaggia e il mare con lo sfondo delle montagne abruzzesi della Maiella e del Gran Sasso. Da quassù i colori sono eccezionali: il verde dei prati, il blu del mare, il giallo della vegetazione, colori che cambiano sfumature e atmosfera con la luce del mattino, del mezzodì e del tramonto.
In acqua si scorge uno scenario spettacolare: diverse alghe radicate nelle rocce che danno vita ad una danza di flora con colori che vanno dal verde brillante al rossastro autunnale. In alto alcuni gabbiani ispezionano la costa con maestosa eleganza sfruttando le correnti d'aria senza quasi muovere le ali.
Quello che colpisce è la perfetta simbiosi tra la terra e il mare, la bellezza che come d'incanto si trasmette dal mare cristallino alle sinuose colline appena arate e ai vigneti ben curati poco lontani dalla costa. È incoraggiante vedere che esistono persone che amano il creato e si sforzano, con fatica e sudore, di coltivarlo e custodirlo.
Si lascia il promontorio e si imbocca una passeggiata che ci porta per circa quindici minuti in un angolo di paradiso unico, lungo una stradina bianca che sembra quasi perdersi nel mare, tra un brillante campo di grano, interrotto qua e la da qualche rosso di papavero, l'azzurro del cielo e del mare e il verde della natura rigogliosa.
Si scende di nuovo al mare, alla spiaggia di Mottagrossa, la più lunga della riserva, formata da ciottoli levigati dalla forza del mare che suonano rumorosamente sotto il calpestio delle scarpette e ci danno del filo da torcere per tutto il tratto di spiaggia.
Si sale di nuovo per un sentiero panoramico a circa venti metri di altezza dal mare ed attraversa tutta la vegetazione della riserva ma offrendo sempre una splendida vista sul litorale.
Si giunge adesso alla foce del fiume Sinello, limite Ovest della riserva e luogo dove la corsa fa il suo giro di boa per ripercorrere a ritroso il suo itinerario.
Alla fine della corsa, prima di ristorami, un bel tuffo nel mare di Punta Penna e poi a casa con la promessa di ritornarci il prossimo anno.
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Ettore Golvelli Gara: Trail dei Trabocchi (30/04/2016) SCHEDA GARA |