... della serie che nonostante si cade ci si rialza! di Alessandro Todde, 28/04/2016
Nemmeno poche ore fa ero in volo da Catania verso Roma, un fine settimana da urlo alle pendici dell'Etna, oggi di nuovo si corre e lo si fa su strade a me familiari.
La giornata non è molto invitante, già dalla sveglia sento il rumore incessante della pioggia, fiducioso delle previsioni meteo mi vesto e scendo sotto casa, dove mi aspettano una Ombretta "Stile Trinity" e Paolo.
Arriviamo al Paolo Rosi con un vento che sembra volersi portare via tutto e tutti, salutiamo la gagliarda compagnia e prendiamo il nostro pettorale. Questo vento sembra non voler smettere e la vestizione assomiglia più al preludio di un supplizio più che un andare in gara.
Qualche giro di riscaldamento del campo di atletica e ci dirigiamo verso la partenza, qui un po' di confusione e qualche minuto di ritardo di troppo sembrano mettere il malumore un po' a tutti quanti ..."FA FREDDO!!!".
Finalmente la strada è libera e si parte, subito si sale, ma questa volta non siamo al 28° km della maratona e la fatica è ancora ben lontana, superata la salita il lungo pianoro di vai della moschea permette di distendere le gambe e cercare il passo corretto, poi di nuovo salita ... e che salita!
Monte Antenne mette a dura prova il fiato, lunga e tenace, poi una volta scollinato ci si butta nella sinuosa discesa piena di curve e tranelli ...
... e così al secondo tornantino commetto un'imprudenza!
Un avversario alla mia destra, io che cerco di passarlo all'interno della curva, un taglio netto della traiettoria che porta la mia scarpa sinistra sull'asfalto bagnato e in pendenza ... il piede che perde aderenza e io finisco per terra, la botta non sembra forte, subito mi rialzo aiutato da Paolo che mi sta accanto e mi dice: "ti vuoi fermare?", io non proferisco parola e proseguo ricercando la cadenza, il dolore al braccio è un po' sordo e cerco di non pensarci, poi mi guardo la mano e scorgo una bella abrasione condita con un po' di sangue.
Entriamo a Villa Ada e percorriamo il giro medio-lungo che spesso ho usato per allenarmi l'anno scorso, adesso le gambe sono un po' più dure e il fiato un po' corto, la mano sinistra sembra quasi anestetizzata, cerco di muovere un po' le dita per controllare che non ci sia nulla di rotto, le dita rispondono e torno a concentrarmi sulla corsa. Cerco di difendere la mia posizione ma Paolo e Claudio Fusco si allontanano piano piano.
Scorrono i km attraverso la Villa e io inizio a prendere un po' di ritmo, la discesa sui sampietrini richiede la massima concentrazione per evitare altri problemi.
Davanti a me vedo ancora Paolo, cerco di prenderlo come riferimento, anche se so già che oggi, complice un fine settimana goliardico ed impegnativo in terra di Sicilia, non sarà importante fare il tempo ma cercare di divertirsi.
Usciti da Villa Ada, di nuovo la strada del fattaccio ma questa volta in senso inverso, in salita la fatica si fa sentire e le gambe iniziano a lamentarsi, tengo duro perché so che poi ci sarà una lunga discesa per recuperare.
Di nuovo si percorre tutta Via della Moschea, qui vengo affiancato da un Purosangue che mi incita a non mollare, arriviamo all'ingresso di Villa Glori, ove una non perfetta organizzazione causa un piccolo momento di incomprensione per la scelta della corsia giusta, ma passando sotto al nastro tutto si risolve, mentre salgo incrocio i miei compagni TOP: prima Andrea Mancini e poi Daniele Pegorer, incito entrambi nonostante il raffreddore mi tappi un po' la voce.
Questo è il punto più freddo di tutta la gara, infatti il vento sferza impetuoso e aggredisce la pelle scoperta delle mie braccia, finalmente si scollina, finalmente ci si butta in discesa e provo a far girare le gambe un po' di più.
Scendendo incrocio i miei compagni orange che seguono: Pierluigi Panariello, il coach Forrest, Max Rodolico, Domenico Nuzzi (che mi urla: "daje co sti cannoli!!!"), Francesca Lippi, Alberto Sburlino, poi mi butto nell'ultima discesa verso lo stadio Paolo Rosi, dove vengo sorpassato da Angelo Petrone, mi distanzia di quasi 50 m poi quando il terreno torna a diventare pianeggiante inizio a far girare meglio le gambe e inizio a vedere Angelo che si avvicina di nuovo, a 100 m dall'imbocco dello stadio un generosissimo Salvatore Cairo, mi incita e mi ricorda che ci sono ancora 3/4 di pista da fare ...
3/4 di pista???... inizio a crederci nella rimonta finale, tanto che prima dell'ingresso in pista riesco di slancio a sopravanzare Angelo, poi cerco di tirare al meglio questi 350 m finali, sento il suo respiro che piano si allontana, poi imboccato il rettilineo finale dopo aver dato fondo alle residue energie, mi giro dietro, controllo che sia tutto tranquillo e taglio il traguardo.
Li mi aspetta Paolo che mi trascina immediatamente verso l'ambulanza, dove vengo medicato dal personale paramedico. Dall'insolito punto di vista dell'ambulanza, piazzata all'ingresso dello stadio, mi godo il siparietto di Forrest che incita in maniera colorita tutti i nostri atleti.
Appena si accorge della mia presenza sull'ambulanza si avvicina gridando: "ahò ma guarda te che te sei messo a fa pe fatte da un bacetto dalla crocerossa", risata generale e cala il sipario su questa insolita Roma 3 Ville Run.
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Alessandro Todde Gara: Roma 3 Ville Run (25/04/2016) SCHEDA GARA |