Domenica ho corso la mia prima Roma-Ostia, la mia prima mezza maratona ed ora posso dirlo… mai dire mai!
Da quando ho iniziato a correre ho sempre faticato molto e non mi sono mai spinta in gare più lunghe di 10 km pensando che non sarei mai riuscita a correre per due o più ore consecutivamente… poi qualcosa è cambiato. Due anni fa ho iniziato ad allenarmi con Marco Forrest e un po’ spinta da lui con quelle sue urla in pista “Dajeeee… spigni con quelle braccia!” ecc. ecc. e dalla sua forza trainante, un po’ incoraggiata dagli altri compagni di squadra (tutti molto più veloci di me!), pian piano ho iniziato a credere in me stessa, a superare i miei ostacoli mentali e ad impegnarmi per raggiungere i miei piccoli obiettivi.

Ma la Roma-Ostia non era tra questi, lo desideravo ma non pensavo di poterla fare e probabilmente è proprio per questo motivo che ho aspettato fino all’ultimo momento per iscrivermi; ma poi è scattata la molla… dovevo/volevo esserci e soprattutto dovevo/volevo fare questa avventura con la mia amica Flaminia Susco, anche lei alla sua prima Roma-Ostia. Ci siamo promesse di farla insieme dall’inizio alla fine, ci siamo incoraggiate, abbiamo scherzato su tutti i vari modi per arrivare al mare (considerando ovviamente anche le scope) e alla fine, senza un’adeguata preparazione, ci siamo buttate in questa avventura che mi regalato una gioia infinita.

Molti mi hanno tranquillizzato nei giorni precedenti la gara dicendomi che è una gara bellissima, che è così tanto partecipata che ti senti trainato dalla moltitudine di runners… per me non è stato così; sì è stato bellissimo appena imboccata la Colombo vedere quel fiume coloratissimo di runners che non aveva fine, ma se sono arrivata al mare lo devo alle mie gambe, alla mia testa e soprattutto alla mia compagna di avventura. Ma devo ammettere che dal ventesimo chilometro è stata tutta un’altra storia, ho cominciato a vedere tante persone che ci incitavano e ci applaudivano, tanti fotografi appollaiati sulle siepi pronti a cogliere le nostre espressioni, la banda ad accoglierci con la musica e a quel punto veramente mi sono sentita trainata e sono stata travolta dalle emozioni. Quando ho visto il Presidente che ci aspettava con la macchina fotografica sono stata felicissima, ho avvertito tantissimo amore in quel suo stare lì ad aspettare ognuno di noi e poi infine il traguardo, l’abbraccio con Flaminia e subito dopo con Ombretta Spuri e Cristina Maurici e meravigliose lacrime di felicità… mai avrei immaginato che una gara potesse regalarmi emozioni così forti.

Ho così tante persone da ringraziare che ho paura di dimenticarne qualcuna ma vorrei provarci ugualmente e perdonatemi se dovesse sfuggirmi qualcuno; vorrei ringraziare la mia carissima amica Arianna Carciotto, Paola Milazzo, Laura Toniarini, Marco Novelli, il mio amico Walter Duca, mio marito Andrea Pace, tutti quelli che mi hanno incoraggiata e naturalmente il mio Coach Marco Taddei e tutti ma proprio tutti i miei fantastici amici del Forrest Team e dulcis in fundo il nostro Presidente che ci rende orgogliosi di far parte di questa splendida famiglia Orange… grazie di cuore, un cuore in corsa!