Ho appuntato il mio primo pettorale a L’Aquila in una fredda mattina di ottobre.
Si correva la 1a corsa di Miguel e Michela in una città distrutta dal terremoto. Ero indecisa, non avevo mai corso una gara ma era troppo forte la voglia di camminare di nuovo nelle strade della mia città.

Quella mattina il freddo, le macerie, lo sguardo attonito di tanti podisti e il silenzio assordante di quella piazza, di quelle strade mi stordirono. Chiusi gli occhi per non vedere il nuovo volto della città, cercai di cogliere un profumo, un odore familiare. Niente, solo arnica!

Cercai sguardi e volti conosciuti, mi ritrovai immersa in un mare di anonime canotte colorate. La mia città non mi apparteneva più. Correvo lungo il corso non perché stessi perdendo l’ennesimo autobus o perché fossi come sempre in ritardo. Lo scalpitio dei passi risuonava in una città deserta e fu proprio in quel momento che decisi di correre “sul serio”. Mi sarei iscritta ad una società e avrei continuato a correre per un motivo, per una causa ma soprattutto avrei continuato a correre a L'Aquila.
Volevo vederla cambiare e rinascere di gara in gara.

Mi sono iscritta alla Podistica Solidarietà nell’aprile 2010 giusto in tempo per correre proprio a L’Aquila la mia prima gara orange: la L’Aquila-Onna.

Questa è la 5a volta che corro in casa e siamo alla 3a corsa di Miguel e Michela.

Il freddo, le macerie, gli sguardi attoniti ci sono ancora, uniti forse all’incredulità e alla rabbia ma eccoci ancora tutti alla partenza davanti alla magnifica Basilica di Collemaggio pronti a dare voce a una città silenziosa. La gara si snoda nei luoghi più belli e più suggestivi, oggi anche i più significativi. Il freddo man mano non si sente più, la mente corre con le gambe e mi ritrovo senza accorgermene sulla salita finale che mi riporta nel piazzale di Collemaggio dove taglio il mio 39° traguardo con la canotta orange!

Sento ormai ripetere da 30 mesi che L’Aquila tornerà a volare, io mi accontenterò anche solo di vederla correre!