24^ Venicemarathon… vi racconto com’è andata. di Marziale Feudale, 29/10/2009
Mi avevano detto che sarebbe stata bella, veloce (all’inizio), esaltante ma anche massacrante (alla fine). Sofferenza c’è stata perché non mi trovavo nella condizione di forma migliore, però a quattro giorni dall’evento non saprei dirvi quale dei due aspetti tra esaltazione e sofferenze abbia prevalso di più. Io ve la racconto così come l’ho vissuta tralasciando l’aspetto tecnico e sperando di trasmettervi le mie sensazioni positive.
Dopo un sabato trascorso all’insegna del turismo, la domenica per me inizia di buon’ora con colazione alle 6 e leggero relax prima di salire sull’autobus che mi porterà al luogo di partenza. Il cielo è leggermente annuvolato ma alcuni squarci nella coltre di nuvole lasciano presagire una giornata stupenda ed un clima ideale per la gara. La linea di partenza organizzata, come tutti gli anni di fronte alla prestigiosa Villa Pisani, ci fa godere l’aria frizzante e lo sfondo bucolico della campagna veneta e quasi senza accorgerci si arriva al momento del via.
Partenza lenta come al solito, quasi a singhiozzo nei primi 200 metri poi piano piano la massa umana, lentamente si dirada consentendomi di prendere il ritmo che mi ero prefissato.
Seguiamo il corso del fiume Brenta passando attraverso contrade e paesi dove troviamo ali di folla e gruppi musicali ai lati della strada ad acclamarci ed incitarci. Tra un paese e l‘altro seguiamo lunghi filari di alberi sugli argini del fiume, prati a perdita d’occhio e naturalmente le belle ville del secolo scorso conservate in modo superbo a testimonianza della prestigiosità e della ricchezza della regione.
Il percorso è così bello e stimolante che è proprio difficile mantenere il ritmo giusto: la curva in fondo alla strada, lo scorcio di acqua che si intravede tra gli alberi, la gente che ti chiama, i ragazzini che ti offrono il palmo della mano, mi portano ogni tanto a correre più forte. È una carica di energia mentale che mi fa trattenere a fatica dal disperdere le energie fisiche che invece mi serviranno per gestire l’inevitabile crisi che verrà con l’aumentare dei km.
Dopo il passaggio al 21-esimo km lasciamo alle spalle il meraviglioso panorama bucolico per entrare nella parte più monotona della maratona. I lunghi viali a ridosso della zona industrale e del porto rivelano l’aspetto duale dell’operosa e ricca regione. Sarà una simbiosi la dualità della Maratona: esaltazione e sofferenza allo stesso tempo?
Arriva Mestre con il suo centro a metà fra l’antico e il moderno e dove è ancora la gente a darci supporto fino all’ uscita dal lungo serpentone di Parco San Giuliano.
Il ponte della Libertà verso Venezia ci si apre davanti con la sua interminabile lunghezza e l’impercettibile pendenza che contribuiscono ad intaccare le ultime riserve di energia. Siamo ormai alla resa dei conti. Mi concentro sul mare, sul ritmo, sull’arrivo, sul fatto che voglio terminare, su chi mi aspetta al traguardo. Ai lati vedo gli atleti che hanno bruciato troppo, li riaggancio, alcuni li trascino altri li supero, molti li lascio indietro in preda ai crampi.
All’ingresso di Venezia so che negli ultimi 3 km mi aspettano ben 14 ponti. Saliscendi che metteranno a dura prova i muscoli ormai stremati dela mie gambe. Ma a questo punto c’è il massimo dell’esaltazione: il pubblico, la bellezza della citta immersa nella laguna. Il sole che ci ha accompagnati per tutto il percorso non fa altro che esaltare la luce degli splendidi palazzi che si affaciano sul mare: mai vista piazza San Marco da questa prospettiva!
L’adrenalina al massimo livello mi aiuta nell’’ultimo “sprint” verso il traguardo dove mia moglie, mia figlia e il meritato riposo mi aspettano.
Ciao a Tutti
Marziale
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Marziale Antonio Feudale
Marco Forcina e Marziale Feudale alla 30 del Mare di Ostia (foto di Patrizia De Castro) Gara: Maratona di Venezia (25/10/2009) SCHEDA GARA |