Quei benedetti 8 secondi di Fabio Gualtieri, 05/12/2011
Dario, Francesco, Fabio, Lisa, Cristiano, Giuseppina, Attiliuccio e Daniela al ritiro dei pettorali A metà settembre inizia questa nuova avventura dopo un'estate in cui la mia attività si era ridotta al minimo. Capisco da subito che riprendere dopo un paio di mesi trascorsi piú con le ciabatte ai piedi che con le scarpe da running sarà molto dura, figurarsi se si ha in programma di preparare una Maratona.
Arrivo alla Trenta del mare di Ostia con buoni propositi ma la realtà si rivela un'altra, riesco a portarla al termine solo con la forza di volontà ma con le gambe che negli ultimi chilometri non ne volevano sapere di andare avanti. Non mi perdo d'animo, sapevo che inizialmente avrei sofferto ma non poteva che andare meglio con il passare delle settimane. Infatti, nel pieno della preparazione, affronto due mezze Maratone, quella del Fucino e la mezza di Fiumicino ed in entrambi i casi abbatto i miei personali sulla distanza.
Nel frattempo avevo impostato tutta la preparazione per affrontare la gara sotto le 4 ore, obiettivo ambizioso dato che la mia ultima e unica esperienza sulla maratona, quella di Roma 2011, l'avevo portata a termine in 4 ore e 35 minuti.
Finalmente arriva il giorno della gara, l'attesa è alta ed infatti la notte precedente dormo poco e male, dopo aver fatto colazione con alcuni podisti che alloggiavano nel mio stesso albergo vicino alla stazione di Santa Maria Novella mi avvio verso la partenza. Decido di andare a piedi per godermi la cittá nelle prime ore del mattino, senza la folla dei turisti, percorro le vie del centro mentre, l'aria è rigida, lungo il percorso incontro poca gente,altri podisti come me, gli ambulanti che iniziano a montare i loro gazebo e gli addetti dell'organizzazione che provvedono a transennare il percorso del centro storico.
Io, che pochi mesi fa non immaginavo minimamente di poter affrontare una gara su queste distanze, mi accorgo che queste transenne in fondo le stanno sistemando anche per me, incredibile!!!, anche io sono diventato un maratoneta. Finalmente arrivo nei pressi della partenza e chi incontro? Si proprio lui, il grande Zac con un'espressione poco rassicurante, mi spiega che Montezuma ancora lo assilla ed è molto sfiduciato.
Aspettando gli altri del gruppo passeggiamo lungo l'Arno e mi racconta le sue origini toscane, ragione per cui ha intenzione di fare il suo debutto qui nella sua Firenze. Intanto il gruppo degli orange si fa sempre piú folto fino all'arrivo del Presidentissimo e Cristiano che sembrava appena uscito da un cassonetto della nettezza urbana. Scherzo, ovviamente.
Finalmente io e Lino entriamo nella gabbia di partenza e qui ritroviamo Zac sempre più preoccupato, ci sistemiamo nell'unico spazio raggiunto dal sole per trovare in po' di sollievo, ma a Lino non basta e prende in "prestito" una felpa lasciata da chissà quale podista lungo le transenne. Ultimi saluti anche con Romano Dessí e foto del gruppetto sulla linea di partenza, a proposito Zac, che fino ha fatto quella foto? Decido di partire piano perché la paura di cedere nel finale è alta e non voglio arrivare troppo affaticato.
La mia corsa è fluida e mi accorgo di non avvertire minimamente la fatica neanche nelle piccole salite dei sottopassi che affrontiamo lungo il percorso. Ad un certo punto, poco prima del passaggio alla "mezza", mi sento chiamare, mi volto alla mia sinistra e colgo Pino con l'immancabile macchinetta fotografica che inizia scattare foto, complimenti Pino per il servizio fotografico, davvero molto bello.
Ai 21 km passo due minuti sopra alla tabella che avevo previsto, le mie sicurezze svaniscono, ma non mi dó per vinto ed allora decido di aumentare l'andatura, o la và o la spacca.
Arrivo ai trenta e mi sorprendo che nonostante avessi aumentato l'andatura, le mie gambe girano alla meraviglia, tanto che controllo il mio garmin e mi dice che vado sotto i 5 al km, sono "costretto" addirittura a rallentare, la paura di non arrivare è sempre alta.
Finalmente arrivo a Ponte Vecchio dove c'é il cartello dei 39 km, sono ancora abbastanza lucido per accorgermi che per scendere sotto le 4 ore devo recuperare ancora una manciata di secondi. Ë un crescendo, aumento ulteriormente l'andatura fino ad un km circa dal traguardo, quando sento un piccolo accenno di crampi al polpaccio sinistro, sono costretto a rallentare, a 200 metri sento e vedo l'incitamento di Franco Piccioni, passo sotto lo striscione dell'arrivo, controllo il mio tempo, 4h e 8 secondi, mi viene da ridere, immortalato ottimamente da una foto del Presidente. Una vera beffa!
Comunque sono molto soddisfatto della mia prova, migliorato di 35 minuti il mio personale, e poi questi benedetti 8 secondi saranno quelli che mi stimoleranno ad affrontare la prossima Maratona di Roma.
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Fabio Gualtieri
Fabio Gualtieri Gara: Maratona di Firenze (27/11/2011) SCHEDA GARA |