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La maratona dei piccoli guerrieri
di Isabella Calidonna, 12/04/2016

Isabella al traguardo della sua prima maratona

Isabella al traguardo della sua prima maratona

Ci sono due tipi di maratone. Quelle che si corrono ad alti livelli atletici, quelle dei top runner che io ammiro molto ma che non credo riuscirò mai ad eguagliare, e quelle del cuore, quelle delle persone "normali". Quelle che con dedizione e sacrificio riescono a praticare questo sport meraviglioso, nella moltitudine di cose da fare ogni giorno.  Una di quelle sono io, e ieri ho fatto la mia prima maratona e ho vinto. Ho vinto contro me stessa! Ho vinto la vita!

Il tutto è iniziato qualche giorno fa, quando sono andata a ritirare il mio pettorale al Marathon village al Palazzo dei Congressi. Lì ho realizzato cosa stavo per fare. In quel momento ho iniziato a sentire paura. Paura di non finirla. Paura di non farcela. Tra quegli stand mi sentivo molto "Alice nel paese delle meraviglie", ma versione bruna. Ero quasi spaesata. Tanto da sentirmi un pochino fuori posto. Io piccola runner alle prime armi tra atleti veri. Tante emozioni, spesso discordanti tra loro. Paura che cercavo, e ho cercato fino alla fine, di celare con risate e battute sceme. Io funziono così. Di una cosa sola ero sicura, avrei corso per chi non poteva farlo più. Avrei corso per il piccolo guerriero che ormai abita lassù.
Si sono susseguiti i consigli e gli accorgimenti donati gentilmente da chi mai ti aspettavi. Tutti seguiti alla lettera. Avevo anche paura di arrivare stanca vista l'insonnia che mi ha colta negli ultimi giorni. Ma l'affetto, l'affetto mi ha letteralmente avvolta, mi ha spronato a fare del mio meglio. A fare quello che so fare meglio: TENERE DURO.

Arriva sabato sera. Ultime raccomandazioni e consigli, saluti e vado a nanna. Il giorno dopo mi toccherà un'alzataccia.
Domenica. Mi sveglio. Ci siamo è il giorno! Ed è anche il giorno del mio compleanno. Non mi chiedo come si concluderà. Staremo a vedere. Così mi vesto, faccio colazione ed esco. Ore 7:15 appuntamento con gli Orange, la mia squadra, per la foto di rito. La mia prima foto di una maratona con la mia squadra!! Inizio ad avere anche un po' più di confidenza con loro. Con molti ho instaurato bellissimi rapporti di amicizia. Sono contenta di questo. Sento di iniziare a far parte di qualcosa. Mi sento coccolata. Dopo tanti baci e abbracci corro a consegnare lo zaino.
Dopo la tappa obbligata al bagno inizio ad incamminarmi verso la griglia. Sono sola, tanta gente intorno a me. Ma a destra un colosso che conosco molto bene mi fa compagnia . Lo guardo e lo saluto con un sorriso. Alla mia sinistra il tempio di Venere e Roma.  Di fronte a me l'imbocco di via dei Fori Imperiali. Ci sono quasi. Entro in griglia e inizio a farmi seria. Non ho strategie. Non le so proprio fare, così in gara come nella vita. Ascolterò il mio corpo e il mio cuore. Come sempre. Questo sport mi ha insegnato a farlo.
Ci siamo! Partita! Sorrido, è così che voglio affrontare la mia maratona. Inizio con un passo lento per riscaldarmi, ma siamo un oceano di persone quindi il passo lento ci sta tutto! Mi guardo intorno mentre inizio a correre, stando sempre attenta a non poggiare male i piedi sui sanpietrini (Non posso permettermi di farmi male!). Iniziano a scorrere i primi chilometri e i primi monumenti. San Giorgio al velabro. Piramide Cestia.  Osservo e nella mia mente ripeto quello che so. Il mio lavoro mi aiuta. Questo ha caratterizzato la mia maratona e vi dirò, non ho sentito la fatica. Ma non è stata l'unica cosa. Dietro le transenne e al bordo strada c'erano persone meravigliose tutte colorate di Orange che urlavano, mi incitano fino a perdere la voce!!! Mentre corri sentirli ti dà una carica enorme, a maggior ragione se urlano anche AUGURI!!! HAPPY BIRTHDAY!!!! Mi sentivo così importante!!!! Tutto scorre bene, mi sento bene. Le gambe girano. Naturalmente con tempi più lenti del solito, anche se sono tendenzialmente una tapasciona, ma l'obiettivo è arrivare al traguardo.

10, 18, 21, 28. Poco prima del km 35 sento leggermente tirare i polpacci. Ho avuto dei problemi all'inizio dell'anno. Quindi decido di fermarmi e fare un pochino di stretching, come mi hanno consigliato (GRAZIE!!). Arrivo al punto ristoro camminando, per recuperare. Decido di camminare ancora un pochino. Mi riprendo e inizio nuovamente a correre. Riconosco nuovamente posti a me familiari. Scorrono le persone, gli sconosciuti. Quanti applausi di incitamento!!! E i bambini!!!! Facevano a gara per darti il cinque. Uno mi ha persino detto che ero stata gentile (l'ho visto una volta passata. Dietro di me nessuno. Non volevo farlo rimanere male. Ho fatto solo qualche passetto indietro).
Arrivo a san Pietro. Alzo lo sguardo e corro letteralmente verso la Basilica. È meravigliosa, io sto correndo in una città meravigliosa!!! Non posso chiedere altro!! Mi guardo intorno e vado avanti. Continuo. Riconoscono luogo a me familiare. Lo stadio di Domiziano!! Mi chiedo se ci siano colleghi a fare visite all'interno. Deformazione professionale!!! Poco dopo Piazza Navona!!! Qui una moltitudine di turisti ci guarda, ci incita, applaude. Finalmente le facce che cercavo foto, saluti nonostante tutto. Tanti baci volanti.



Sto per arrivare al km 37. Da lontano vedo un'onda Orange. SONO LORO!!! Alzo le braccia, mi faccio notare. Ancora mille baci, ancora urla di incitamento!!! Sorrido. Non parlo. Ma con gli occhi gli dico: SONO QUASI ARRIVATA! Imbocco via del Corso è sono poco dopo a Piazza del popolo. Qui altra risata. Un bimbo dice alla mamma: "ma anche le femmine corrono?" Tutto è leggero in questo modo. Anche la fatica. Sono su via Nazionale e lì ricevo un bellissimo regalo di compleanno da una cara amica. È lì solo per me. Si è scapicollata solo per me. Cosa voglio di più?
Sto per imboccare via IV Novembre. Ho quasi finito! Prima di svoltare verso piazza Venezia sento: CALIIIIIIIIIIIIII!!!!! Mi giro, sono loro! !! Ci sono come mi avevano promesso!!!!!! Baci, emozioni e lucciconi. Con gli occhi e il sorriso gli dico: CI SONO RIUSCITAAAAAAAA!!!!!
Di fronte a me ora l'altare della patria e lì, a pochi passi, il traguardo. Non ci credevo. Se avessi potuto guardarmi avrei visto la faccia perplessa che sono sicura di aver fatto. "Ma veramente ho finito? Ma veramente ho fatto 42 km?"
Taglio il traguardo. Cammino. Un signore dell'organizzazione mi guarda con tenerezza e mi mette al collo la medaglia. Lì scoppio di emozione. Lì mi commuovo. COMPLIMENTI mi dice. La guardo. È vera, ed è tutta mia. Arriva un abbraccio inaspettato di una persona dolcissima che mi ha praticamente seguita per tutto il percorso. Le sussurro "c'è l'ho fatta" ... La foto con la medaglia. Sono commossa. Non piango però. Non sono più capace.

Questa è stata la mia maratona. Ringrazio tutti coloro che mi sono stati accanto e mi hanno seguita e aiutata. Giammarco,  Angela,  Michele,  Pres,  Claudio, Tony, Tiziana, Angela, Luigi, Maria, Braf, Bruna, Daniela, tutti gli Orange podisti e triatleti, gli Gnappi, Oana. Siete tutti nel mio cuore. E un grazie a chi era preoccupato e mi ha pensata. Non me lo aspettavo. Non mi aspettavo tutto questo affetto. Ho corso e ho trovato la forza grazie a voi. Ma grazie anche ad un pensiero. Grazie ad un angelo che è volato via troppo presto. Piccolo guerriero, questa mia prima maratona la dedico a te. In fondo non sono sola. Ho tante persone  che mi vogliono bene e mi accettano per quella che sono e, nonostante tutto, mi sono vicine.  Mi sino rialzata. Sono più forte di prima e, come scrive la mia amata Alda, "devo chiedere scusa a me stessa per aver pensato di non essere abbastanza".


Isabella sorridente con la sua medaglia

Isabella sorridente con la sua medaglia

Gara: Maratona di Roma (TOP) (10/04/2016)

SCHEDA GARA



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