La più sofferta, la più bella! di Maurizio Zacchi, 17/03/2013
Una Maratona non si improvvisa. L’ho sentito dire spesso e credo sia una di quelle regole d’oro da seguire pedissequamente.
Al Cuore non si comanda. Anche questo l’ho sentito dire spesso e credo che anche questa sia una regola difficile da ignorare.
E quindi? Cosa dovevo fare?
Quando due regole come queste entrano in contrasto tra loro è difficile trovare una mediazione che riesca a soddisfarle entrambe.
Sono una persona mediamente pragmatica e razionale, ma quando il cuore mi dice che è necessario che io faccia qualcosa, allora la mia razionalità ne esce irrimediabilmente sconfitta.
Se poi il cuore si lascia trascinare da una causa importante come quella dell’Associazione Malati di Ipertensione Polmonare, allora tutto si giustifica, specialmente se hai un allenatore molto saggio, come Pino Coccia, che però quando sente parlare di solidarietà si traforma, mettendo da parte la sua saggezza per assecondare la mia follia.
Oggi ho capito che la prima regola è assolutamente vera e l’ho capito molto presto, già al 27’ chilometro, quando le mie gambe hanno cominciato a lamentarsi per il trattamento ricevuto.
In quel momento ho cercato di richiamare alla mente tutti i momenti più intensi di questo recente sodalizio che si è creato tra la Podistica Solidarietà e l’AMIP. Ho pensato soprattutto a quel momento molto intenso vissuto con Giorgia, la nostra fotografa. Ho ripensato al test del cammino, e alla determinazione con cui i malati lo hanno affrontato. Ho ripensato alla frase: “questa malattia è una carogna, ma noi non gliela diamo mica vinta”.
In quel momento mi sono detto: “Maurizio, ma cosa hai da lamentarti? Sono solo doloretti alle gambe che presto passeranno”. Non vi nascondo però che al 30’ km ho guardato l’ambulatorio da campo e le persone che avevano deciso di mettere fine alla loro sofferenza. Per un instante la mia testa mi ha consigliato di fermarmi, ma è stato solo un attimo.
Ho pensato alla medaglia che dovevo portare a Giorgia, per trasformarla in un amuleto che l’accompagni nella sua grande sfida, quella della guarigione. Mi sono scosso, ho sorriso alla nostra Silvia Franca Cipriani, che mi si è materializzata davanti, e ho preseguito.
Allora, ho rivissuto nella mia mente quei bei momenti che hanno preceduto la corsa. Quella riunione a via dei Normanni e poi sulla scalinata di Colle Oppio, tutti insieme, tutti con l’AMIP, tutti stretti intorno a Vittorio Vivenzio, noi della Podistica Solidarietà e gli amici della Tibur Eco Trail. Ho trovato nuove energie.
Subito dopo però ho dovuto affrontare un altro nemico inaspettato: il freddo. Si è impadronito di me in modo inaspettato ed ha scalfito le mie ritrovate certezze. Ma fortunatamente avevo con me proprio la maglia dell’AMIP, che fino a quel punto avevo usato come bandiera. Un altro segnale importante dell’importanza di questo sodalizio.
Trovo un ritmo accettabile e la situazione delle gambe sembra migliorare, ma al 35’ chilometro comincio a pensare di smettere di correre e di trascinarmi all’arrivo camminando. Ma in quel momento un altro miracolo. Trovo ancora Iolanda, Antonella, Alberto, Claudio, che avevo già incontrato più volte nel percorso. Tifosi straordinari in grado di ridarti la carica. Insieme a loro c’è anche Lorenzo Bianchi, che è appena tornato indietro dopo aver sostenuto Cristiano Giovannangeli. Lorenzo è un ragazzo straordinario, in grado di trovare sempre la parola giusta per motivarti. Il fatto che sia uno psicologo non basta a spiegare le sue qualità umane che vanno oltre le competenze professionali. Lorenzo si è affiancato a me e ha reso più semplice questo mio finale che altrimenti sarebbe stato molto più duro.
Pochi metri più in la ci sono anche gli amici dell’AMIP che mi incitano con grande calore, contribuendo a ricaricare le mie batterie. Ho anche l’onore di portare la bandiera dell’associazione per qualche decina di metri, una grande emozione.
Trovo ancora altri amici che mi incitano, come nel passaggio a Piazza di Spagna. A volte sento urlare: "Dai Maurizio". Mi giro e mi trovo davanti facce sconosciute. Rifletto un attimo e poi penso al pettorale personalizzato.
I sanpietrini sono una vera maledizione e le mie gambe urlano tutta la loro indignazione. In quei momenti le parole di Lorenzo sono un vero toccasana e mi impediscono di cedere.
I Km passano e il traguardo si avvicina. Eccolo là il Colosseo. Si avvicina sempre di più e penso al momento dell’incontro con Pino. Certo, il mio tempo non è dei migliori, ma so che capirà e sarà soddisfatto.
Penso che per molti noi orange il vero traguardo non sia quello ufficiale di Via dei Fori Imperiali, ma l’incontro con Pino Coccia sulla salitella del Colosseo: quell’ultimo strappo che senza l’incitamento di Pino sarebbe ancora più duro. Insieme al Presidente ci sono anche le rassicuranti presenze di Anna Maria Ciani, Maurizio Ragozzino e Cristiano Giovannangeli, fresco come una rosa. Lorenzo mi lascia al mio destino. E’ il momento di richiamare tutte le energie rimaste e chiudere questa Maratona: la più sofferta, ma la più bella di tutte.
Indosso la medaglia, ma la tolgo subito per riporla nello zaino. Quella è la medaglia di Giorgia!
Grazie a tutti gli orange che mi hanno sostenuto e grazie al nostro immenso Presidente. Grazie agli amici della Tibur Eco Trail.
Grazie all’Associazione Malati di Ipertensione Polmonare, per avermi regalato questa grandissima emozione e per aver riempito di senso a questa Maratona.
Un pensiero particolare per Francesco Paro, ha chiuso la sua prima Maratona correndo a sostegno dell’AMIP. Un altro pensiero per Raffaele Pirretto, che ha donato la sua medaglia all’AMIP.
Ora però non ci fermiamo. Battiamo questa malattia carogna…di corsa!
P.S. A proposito Vittorio, quando cominciamo a correre?
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Maurizio Zacchi Gara: Maratona di Roma (17/03/2013) SCHEDA GARA |