Laddove il rigore e la sobrietà Tedesca si materializzano di Marziale Feudale, 10/05/2013
Marziale nelle 'precise' strade di Heidelberg sfoggia la canotta Orange Cari Amici, a più di una settimana dall’evento vi parlo della mia esperienza sulla Mezza Maratona di Heidelberg in Germania.
Ebbene si, ci ho messo “qualche giorno” per riprendermi, e leggendo capirete perché, così come capirete il significato del titolo che ho voluto dare a questo articolo.
Heidelberg è una bella ed importante cittadina Tedesca a ridosso della foresta nera ma non è questo a darle importanza e notorietà, bensì il fatto che è sede della più antica università della Germania. A questa sono legati nomi famosi ben noti a tutti quelli che hanno alle spalle studi liceali: Georg Wilhelm Friedrich Hegel più semplicemente noto come Hegel e basta, è uno degli esempi più illustri.
Tuttavia, non è stata la mia vecchia passione per la filosofia a portarmi lì ma il fatto che a qualche km di distanza vive uno dei miei cognati ed è stato proprio lui ad insistere perché io partecipassi a questa gara. Così ho fatto in modo di combinare una breve vacanza a casa sua nello stesso periodo della decantata mezza maratona.
Non va tutto liscio come pensavo, i problemi con questa gara iniziano già prima della partenza. Tento l’iscrizione ma sul sito non ci sono riferimenti e tra l’altro è scritto quasi tutto in tedesco. Prime avvisaglie di rigore tedesco, ma trovo un indirizzo al quale spedire una e-mail.
Alla prima e-mail mi rispondono che bisogna avere un chip (???).
Alla seconda e-mail dove spiego che non ho un chip personale, mi dicono che effettivamente hanno riscontrato che non sono nella lista degli iscritti. Bene, sto appunto chiedendo di iscrivermi. Non ci capisco nulla: ancora rigore o visione unidirezionale tedesca?
Alla terza e-mail capisco che hanno già esaurito tutti i posti disponibili: iscrizioni aperte il 9 Marzo e chiuse il 10 con 3500 iscritti che è il massimo che si possono permettere (ovviamente trovare questa informazione sul sito è un’impresa!). Comunque mi assicurano che correrò perché c’è sempre qualcuno che rinuncia.
E infatti il giorno prima di partire da Roma mio cognato mi fa sapere di aver recuperato tre pettorali: per me, per mia cognata e per una nostra amica entrambe mie compagne in questa tragicomica avventura.
Arriviamo il giovedì 25 Aprile (che per noi è festa ma per i Tedeschi certamente no!) con una temperatura che sfiora i 28 gradi: sole e caldo torrido sono un’anomalia per la Germania di fine Aprile e infatti il giorno dopo un repentino calo ci porta giù a 15 gradi di massima con tempo nuvoloso. Sono giorni di relax, passeggiate e rifornimento di carboidrati (semplici ma abbondanti mangiate) prima della gara. Io non ho previsto alcun allenamento pre-gara, d’altra parte, viste le condizioni meteo penso che non ci sarebbe il tempo di far asciugare gli indumenti. Per tutta la giornata di Sabato infatti ci accompagna una pioggia insistente e la temperatura è andata ancora giù con un massimo di 9 gradi. Menomale che il punto di ritrovo per la distribuzione dei pacchi gara è al coperto.
Il ritiro del pettorale “di seconda mano” è più complicato di quanto ci si aspetti. Seguendo un approccio prettamente Germanico, si svolge in tre fasi ben precise:
- Precisione Tedesca 1: Noleggio del chip con lettera alla mano. 30 € di deposito e a fine gara restituisci il chip e te ne ridanno 25 perché il noleggio costa 5 euro … e abbiamo già pagato 25 euro per il solo pettorale.
- Precisione Tedesca 2: Cambio del nome nella lista d’iscrizione. Si sta in fila ordinata per circa 20 minuti poi al mio turno mi siedo davanti ad un tizio che parla più o meno Inglese e sulla scheda di seconda mano cambia i dati cancellando quelli di chi ha venduto e inserendo i miei. Molto preciso il tizio, mi guarda e mi chiede in quanto tempo finisco una mezza maratona. Gli dico all’incirca in 1 ora e 30 minuti e lui mi dà un bollino verde da mettere sul pettorale: significa che nonostante io abbia numero 3023, ho il permesso di entrare in prima griglia.
- Precisione Tedesca 3: Ritiro del pacco gara. Si ritorna al noleggio dei Chip, si rifà la fila e… Sorpresa! Il pacco gara non c’è. Se vuoi la maglietta devi andare agli stand, praticamente delle bancarelle attrezzate fuori dove te la devi comprare al costo di ben 24 euro. Ma come? E la precisione Tedesca qui fallisce? Io però scopro di essere stato fortunato perché quello che mi ha venduto il pettorale aveva comprato anche la maglietta ma mi ha fatto pagare solo il primo (probabilmente dimenticandosi di questo particolare) e quindi ritiro il mio gadget senza pagare alcunché. Non è così per le mie amiche che alla fine decidono di comprare perché una volta che stai lì ... che fai?
Domenica siamo già pronti alle 7:30. Il ritrovo è dove abbiamo ritirato il pettorale nell’atrio della nuova Università.
La partenza è fissata per le 9:30 e il tempo è freddo e nuvoloso ma almeno non piove.
Lascio le due mie compagne di gara a crogiolarsi al caldo tanto loro partono in ultima griglia mentre io ormai fuori al freddo, tento un improbabile riscaldamento in compagnia di un Neozelandese il cui inglese è comprensibile quanto lo è il dialetto Sardo per noi continentali. Comunque più o meno riusciamo a capirci ed essendo entrambi bollati verde abbiamo il permesso di sistemarci dietro ai Top Runners che non sono molti.
Dopo aver osservato un minuto di silenzio per ricordare ancora una volta le vittime di Boston, c’è lo sparo di partenza alle 9:30 precise. I Tedeschi sono tedeschi in tutto, non posso fare a meno di notare che il conto alla rovescia è perfettamente sincronizzato con il mio GPS.
Partenza facile e scorrevole, in discesa con passaggio al centro della città. Il primo Km lo faccio in 3’e 44” : troppo veloce. Rallento un poco ma preferisco mantenere un buon ritmo perché ho visto il profilo del percorso e so già che rallenterò forzatamente.
Al 7° Km infatti la strada s’impenna. Non è una salita normale, è un cosa da far rimpiangere il giro delle ville Tuscolane e da far sembrare la mezza dei castelli una gara pianeggiante. Dislivello di 170 metri in 3 Km, poi discesa altrettanto ripida: si torna giù a 150 metri per poi risalire su a 200 metri in 0,5 Km. Poi leggermente giù e infine altra lunga salita fino al 19 esimo Km con strappi decisamente violenti da massacrare le gambe. Si sale a 225 metri per poi ridiscendere a 100 in 2km.
Non è solo la salita a togliere il fiato ma anche il panorama che si può osservare da lassù. Lasciata la città infatti si sale per il famoso Philosophenweg la passeggiata immersa nel verde dove ci si immagina il famoso Hegel intento a trarre conclusioni sul significato della vita e sull’interpretazione del mondo. Noi molto meno elevati di spirito e con i piedi per terra in tutti i sensi non possiamo far altro che guardare la bella città in basso snodarsi lungo il fiume e far finta che la salita di fronte sia solo un’illusione.
La cosa più massacrante di tutte, almeno psicologicamente, è che in corrispondenza di ogni km c’è un disegnino dove ti fanno anche vedere, con l’omino stile “clip art” impresso sul profilo della gara, a che punto ti trovi così quando sei già convinto di aver superato il peggio, ecco che scopri di avere ancora tanto da salire! Rigore e perseveranza: ’sti tedeschi ce l’hanno nel sangue.
Lasciandoci i filosofi alle spalle, entriamo in un bosco che ci porta, tra salite e discese e un freddo niente male, al vecchio castello e da lì, tra turisti incuriositi e divertiti scendiamo repentinamente verso il centro della città: 200 metri in poco meno di 2 km. La discesa mette a dura prova gambe e ginocchia ma in breve siamo di nuovo in piano e c’è un ultimo ristoro a base di…. Birra (!!)…. ma senza alcool. Nel dubbio salto!
Km 20,500, allungo il passo tanto sono alla fine. Moglie, cognato, bambina ed ex del cognato sono dietro la curva pronti a scattare foto all’inizio del rettilineo finale che si rivela più lungo del previsto. Ma come? Anche qui fallisce la precisione tedesca? Il mio GPS segna 21,850 km: una mezza con aggiunta! Insomma è finita, taglio il traguardo in 1 ora e 44 minuti in un tripudio di folla prona ad acclamare chiunque tagli il traguardo sotto le due ore.
“Ora ritirerò qualcosa” penso, “almeno una medaglietta”. Niente di tutto ciò, niente di niente! Neanche una bustina con acqua e merendine. Solo un bicchiere di sali minerali e una banana: veramente poco per una mezza così sofferta ad un costo così elevato. Una vera delusione ma…. siamo in “Tedeschia” ragazzi forse qui si usa così.
Applico la procedura di ritiro pettorale al contrario (e cioè, restituzione chip, ritiro soldi, ritiro sacca con indumenti). Mi cambio e faccio il percorso a ritroso per andare ad acclamare le mie due amiche che pian piano terminano anche loro con dignità e soprattutto contente.
Ah , stavo per dimenticare. Con mia grande sorpresa non ero il solo atleta della Podistica Solidarietà. Al primo Km sento qualcuno dire “Podistica Solidarietà” , è Simone Paolo Ponzetto. Mi si avvicina scambiamo qualche parola. Vive lì da un po di tempo e ha già fatto questa gara più di una volta. Mi suggerisce di conservare le energie perché mi serviranno. Mi lascia indietro perché più giovane e più veloce di me. Mi accorgo di un altro nostro atleta al 7° Km dove si fa un “biscotto”con il 4° Km. Riesco a scorgere la maglietta (almeno mi sembra) ma non ne sono sicuro. Dalla classifica scoprirò che dovrebbe trattarsi di Roberto Baldessari.
In conclusione direi che è stata una gran bella gara ma costosa e faticosissima dove più che mai occorre mantenere il nostro approccio da veri amatori e cioè non cercare di ottenere il massimo a tutti i costi perché a volte il prezzo che si paga potrebbe essere troppo elevato. Da fare almeno una volta certamente! Da ripetere? Questa volta non lo so, ci ho messo una settimana per recuperare e neanche dopo la maratona di Roma ho fatto lo stesso ... Ma Heidelberg si, vale la pena di essere visitata anche più di una volta.
Mi sono dilungato troppo, spero che non me ne vogliate amici podisti.
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Marziale Antonio Feudale Gara: Heidelberg Half Marathon (28/04/2013) SCHEDA GARA |