Ritorno al passato. di Giovanni Golvelli, 25/04/2008
Giovanni, Gianni, Marco e Gianluca al Cross Interbancario (foto di Patrizia De Castro) Correre una maratona è sempre una cosa entusiasmante, farlo poi a Napoli, nei luoghi ove si è trascorso parte della propria giovinezza, lo è ancora di più. Basti pensare al momento in cui, nel transitare nei pressi del Maschio Angioino, la mia mente è andata indietro nel tempo, quando ancora ragazzo, dopo aver marinato la scuola, salivo nei punti più alti del castello per ammirare lo splendido panorama del golfo, mentre mangiavo una saporita pizza “sciuè sciuè”.
Toccante è stato anche quando, all’uscita della galleria per Fuorigrotta, con lo sguardo ho cercato il campo di calcio e la sede della gloriosa società di Fregrea, dove da ragazzo militavo, senza però trovarla… speriamo che esista ancora.
Nel vedere poi più avanti Nisida, pensavo a quando facevo “sega” a scuola (lo confesso, andare a scuola proprio non mi piaceva) e, partendo dalla spiaggia di Corogli, raggiungevo a nuoto l’isola per fare le cozze per poi farmi delle grosse scorpacciate.
Bei tempi quando si potevano mangiare ancora crude! Suggestivo è stato poi vedere nel circolo Canottieri Napoli il vecchio Mascalzone Latino issato per aria, tale da sembrare più un aereo messo in mostra che una gloriosa imbarcazione, che tanta fama ha portato all’Italia ed in particolare a Napoli, essendo l’equipaggio composto prevalentemente da partenopei.
E’ stato poi bello correre insieme a mio fratello che sbuffando e soffrendo è riuscito ad accompagnarmi per i primi 15 Km per poi venirmi ad incitare lungo il percorso. Per cio’ che riguarda l’organizzazione lasciava un po' a desiderare, come mi aveva già anticipato il nostro esperto maratoneta Gianni Bretti.
Basti pensare che per poter bere qualche integratore siamo dovuti arrivare al 28° Km. Fino ad allora solo acqua, per fortuna era fresca, il che non guastava vista la calda mattinata.
Anche il percorso, a mio modesto giudizio, è stato un po’ monotono nella prima parte. Abbiamo, infatti, percorso per ben 4 volte avanti e indietro via Caracciolo fino a S. Lucia. La monotonia è stata interrotta quando abbiamo incrociato i primi, tanto per cambiare i soliti Keniani, oppure quando incrociandomi con il nostro caro Valter Santoni, tra le grida di incitamento di Tiziana Colamonico, ci siamo incoraggiati a vicenda.
Anche la lunga galleria che porta a Fuorigrotta (che strombazzate che facevamo quando andavamo allo stadio S. Paolo ai tempi di Sivori, Altafini, Juliano ecc.) l’avrei abolita, avendo come alternativa la più bella via di Napoli. Infatti via Petrarca, che porta fin sopra Posillipo, offre un paesaggio fra i più belli del mondo con la veduta completa di tutto il golfo di Napoli.
Forse gli organizzatori hanno voluto evitare ai maratoneti la dura salita. Mi aspettavo più tifo da parte del pubblico, ma forse a causa della calda giornata era più interessato a godersi quello splendido sole che ad incitare gli atleti.
Non è stato così per gli scugnizzi che, avendo tutta la strada libera, si sono divertiti a fare slalom fra gli atleti (come se fossero birilli), con le loro biciclette, pattini o altro. Ma sia queste difficoltà che i ricordi di un tempo passato non mi hanno impedito di fare comunque un’ottima prestazione.
Con 3h43’50’’ ho stabilito il mio migliore risultato sulla lunga distanza migliorando di circa 9’ il mio precedente limite. Avrei potuto fare anche meglio se mi fossi risparmiato la sera precedente, invece di fare la dura corsa di Frasso Sabino.
La cosa bella poi è stata che all’arrivo mi sono sentito freschissimo. Avrei voluto continuare a correre per Napoli all’infinito per testimoniare ai miei concittadini che io, ma penso che anche tutti gli altri maratoneti, ero con loro in questo momento di grande difficoltà per la città, dove i nostri governanti non operano per il bene dei cittadini.
Un velo di tristezza alla partenza nell’ascoltare la testimonianza delle figlie di Salvatore Laureto, il tecnico del TG regione Campania che è venuto a mancare una settimana prima della gara mentre si allenava per partecipare alla stessa, ucciso da un’auto pirata.
L’ennesimo episodio di violenza che troppo spesso si verifica nel nostro paese. Ma l’”amore e la solidarietà vincono la violenza”, parole incise sulla medaglia consegnataci all’arrivo, che sembravano scritte apposta per la circostanza.
Personalmente mi piace pensare che Salvatore dall’alto continui a vegliare sulla sua famiglia e a correre in mezzo a noi.
Ciao Salvatore !!!!
Giovanni Golvelli
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Giovanni Golvelli
Giovanni Golvelli alla Roma Ostia. (foto di Giuseppe Coccia) Gara: Maratona di Napoli (20/04/2008) SCHEDA GARA |