Week end di sofferenza per chi scrive. Comincia tutto sabato pomeriggio quando, indaffaratissimo, sento squillare il telefono. E’ il grande Pino Coccia, nostro presidente, che mi ordina di venire subito a Villa Pamphili, per partecipare ad una gara in sostituzione di un top runner che all’improvviso ha dato forfait. Mi tolgo subito il pigiama e mi precipito sul posto appena in tempo per ritirare il pacco gara costituito dalla solita maglietta di taglia L.

Alla partenza schizziamo come frecce ma piano piano la nostra andatura diminuisce e ci stabilizziamo sui 6 minuti a chilometro.

Se non fosse stato per il fastidio creato ai polpacci di Pino da parte di due solette a fiorellini inserite nelle sue scarpe saremmo anche arrivati insieme. Poco male, siamo arrivati con circa due minuti di distanza l’uno dall’ altro, appena il tempo di passare sotto il gonfiabile, per fortuna ancora in alto.

La corsa è stata comunque piacevole e torno a casa soddisfatto.
L’indomani eccomi pronto per Villa Ada, dove mi aspettano altri 6 km che percorro da solo, relegato nelle ultime posizioni, cercando di risparmiare quanto più fiato è possibile. All’arrivo il pres (in tenuta da fotografo), mi immortalerà con l’ultima foto del suo ultimo rullino. Ed anche questa è fatta.

Il tempo di andare a casa per una doccia per poi ripartire con Pino Coccia and his brother Roberto alla volta di Roccasecca, ove ci aspettano altri 9 km.

Dopo averci “buscato” un acquazzone lungo la strada, arriviamo nella ridente cittadina menzionata da Totò nei due divertentissimi film: “Gli onorevoli” e “il medico dei pazzi”.

Qui ci accoglie il grande Franco Fava, organizzatore della manifestazione, che ci illustra il percorso da compiere.
Si tratta di una gara con partenza in pianura ma che si snoda poi in leggera salita fino all’arrivo.

Siamo chiaramente nelle ultime posizioni e facciamo fatica a tenere il passo dei battistrada, che ci distanziano già dai primissimi metri. In compenso ci consola l’incitamento del pubblico, accorso numeroso ad ammirarci.

Arrivo al traguardo e chiudo la gara in 00,52 04. Incredibile! Pino invece si fa vedere sotto lo striscione dopo circa 6 minuti. Io gli riferisco che sono rimasto in debito di ossigeno negli ultimi metri; lui ribatte che sulla carta è lui il più forte.

Durante il viaggio di ritorno comunque ci mettiamo d’ accordo e la prossima volta partiremo organizzati: io porterò le mie bombole per la respirazione e lui si fornirà di giornali da stendere per terra lungo tutto il percorso. Staremo poi a vedere chi vincerà.

Ciao. Attilio.