Il Segreto di Tic Tac di Roberto Lombardi, 22/06/2013
Come nel più classico dei film horror, come negli istanti clue dei suspense, spesso arrivava un momento, nelle gare che ho fatto finora con Podistica, in cui, come uno spettro, mi arrivava da dietro le spalle un uomo spietato. Mi salutava cordialmente e poi con un sorriso sornione mi sorpassava e mi rimaneva davanti per gli ultimi chilometri della corsa. Impossibile raggiungerlo, ma neanche così veloce da non vederlo più all’orizzonte Era lui: PIERO ANTONELLI alias TIC TAC.
Il soprannome TIC TAC è stato coniato dal Pres che lo ha osservato nella sua peculiare andatura, simile ad un pendolo. Lo stile di corsa di Tic Tac è unico ed è il perfetto mix di ritmo e forza.
Lui non ha un’andatura fluida e più che il volo di un gabbiano, la sua corsa richiama la regolarità delle gambe che scattano come molle a comando. Gelido come un killer, preciso come un timer svizzero.
Poi alla fine di ogni gara, in cui regolarmente, di poco, ma arriva prima di me, ci congratuliamo l’un l’altro, anche se so che lui, sotto sotto sta godendo come un matto.
Ma stavolta ho voluto cambiare le carte in tavola.
Sabato 22 giugno ho partecipato al CORRIROMA, la 10km in notturna che partiva e arrivava a Piazza del Popolo. Non serve ricordare il piacere e la gioia che dà vedere i compagni di squadra e poter parlare da vecchi maniaci della corsa senza essere additati, derisi o sopportati.
Poter scambiarsi opinioni, consigli, sapere di nuove gare e progettarne altre in compagnia.
L’ho visto da lontano. Lui con il suo aspetto sembra un personaggio dei film di spionaggio degli anni della Guerra Fredda. Questa è la forza di TIC TAC: non farsi notare.
Ma lo avevo scovato.
“Ehilà, Amico!” Gli ho detto. “Cosa ne pensi di fare questa gara insieme?” Certo non immaginava che stavolta la spia ero io.
Dentro di me al solo vederlo, infatti, mi è scattata la curiosità di capire dove diavolo prendesse quel poco di energia in più che mi bruciava ogni volta. Ha accettato senza immaginare le mie “furtive” intenzioni. A gara cominciata è stata una continua rivelazione.
TIC TAC comincia TUTTE le sue gare in sordina. Lento lento, flemmoflemmo e senza riscaldamento iniziale.
Intorno al terzo chilometro lo si vede cominciare ad illuminarsi e giuro che dalle sue suole, a contatto con l’asfalto sentivo provenire metallici rumori: tictactictactictac….
Serio e poco incline alla distrazione il suo ritmo cresceva. Lo seguivo con crescente entusiasmo. Stavamo correndo letteralmente la stessa corsa. Dal sesto chilometro in poi è avvenuta la trasformazione. Non stavamo più solo correndo, macinavamo come farina nel mulino la distanza restante verso il traguardo e con essa un numero sempre maggiore di altri concorrenti. Nella parte finale della gara, poi, solo una dimensione era la nostra: il superare tutti gli avversari, con facilità.
Vicino alla linea dell’arrivo ho sentito le mie gambe nitidamente sussurrarmi: “Se vuoi ti sosteniamo senza difficoltà per un’altra ora”. No, la corsa era finito con un tempo onesto.
E il segreto di TIC TAC è quello dei runners esperti: parti piano e risparmia energie per l’ultimo tratto di strada.
Facile no?
Grazie Piero!
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Roberto Lombardi Gara: Corri Roma (22/06/2013) SCHEDA GARA |