La notte tra il 26 e il 27 maggio di Roberto Trasatti, 12/05/2018
Roberto con alcuni suoi compagni di allenamento e di avventura Della corsa ho già scritto in abbondanza in tante occasioni. Oggi, nonostante lo stupore che, anche a distanza di anni, ogni allenamento mi procura, continuare a parlarne sarebbe noioso per chi legge. Quello che mi interessa esprimere ora è il discorso del “limite”, quel limite che la nostra mente si impone per convenzione. Quel limite al quale si lega una forza di attrazione verso l’ignoto, una potente calamita capace di determinare le nostre scelte: possiamo opporre resistenza, cercare di divincolarci ma alla fine siamo obbligati ad andare là dove la calamita ci conduce. Il limite da superare, l’avrete capito, è quello di cui parlo ormai da anni: correre per 100 km, quello di partecipare al “Passatore”, quello di realizzare ciò che sento e che voglio.
In questo lungo tempo, durante il quale ne ho accarezzato l’idea, ho iniziato a pensarci da lontano con timore e rispetto, ho imparato a familiarizzare con nomi di paesini dove non sono mai stato… Borgo San Lorenzo, Marradi, Passo della Colla, Brisighella. Ho passato serate a visionare i tanti video di podisti che vi hanno partecipato cercando di capire se fossero più o meno pronti di me, vedendone la sofferenza degli ultimi chilometri e la gioia incontenibile degli arrivi, ho letto libri e articoli scritti da medici, nutrizionisti, top runner e atleti amatori come me, ho ammirato le gesta del grande Re Giorgio, ho desiderato con tutto me stesso arrivare al centro di Faenza come se dopo quel traguardo mi attendesse il più meraviglioso dei premi!
In questo scritto non voglio raccontare la gara alla quale ormai sono iscritto, alla quale comunque parteciperò. Qui mi piace citare i nomi dei miei compagni di viaggio e focalizzare quelle poche cose che ho capito lungo il percorso di avvicinamento.
Domenica scorsa ho svolto un allenamento che ricorderò finchè avrò vita. Sono diventato virtualmente un ultramaratoneta, ho percorso correndo 60 Km, staccando il biglietto della mia partecipazione al “Passatore 2018”.
In origine, ad accarezzare questo sogno, eravamo in quattro: io, Sandro, Matteo e Gianpaolo. Sandro per motivi personali che non gli hanno permesso di ritrovare la necessaria serenità mentale ha desistito, restando però sempre accanto a noi e continuando a dispensarci preziosi consigli. Gianpaolo ad oggi è combattuto nella decisione a causa di problemi fisici che sono sicuro gli permetteranno comunque di presentarsi sulla linea di partenza anche se non come avrebbe voluto. Matteo è quello che, con i suoi innumerevoli dubbi e le sue molteplici preoccupazioni, ci ha accompagnato nei “lunghissimi” facendoci venire il mal di testa. Lui è anche quello dei due etti di pasta al mattino e della encomiabile tenacia che lo porta a rallentare ma a non arrendersi mai. Lui ci sarà!
Poi improvvisamente è intervenuta una bella novità alla quale non speravo più… una novità che per me ha cambiato le carte in tavola… una novità di nome Gregorio! C’era un conto in sospeso!
Eravamo fermi al 2016 quando avevo scritto di getto quelle parole: erano giorni difficili che avevano posto me nello sconforto e il mio amico di fronte ad una gara alla quale non si era iscritto e alla quale non avrebbe mai voluto partecipare.
In quelle righe scritte due anni fa, oggi risuonano alcune parole “C’è sempre stato il sogno di tagliare il traguardo insieme almeno una volta, al termine di quella 100 km che manca a tutt’e due” …. “Ti aspetterò per correre ancora insieme, fianco a fianco, come sempre, che sia la nostra 100 km o anche solo 100 metri … non importa!!!”
In questi due anni non ci siamo mai arresi, ricominciando da un primo chilometro pieno di ansia, da una prima uscita di una decina di chilometri fino ad arrivare a correre di nuovo fianco a fianco la Maratona di Roma.
Ma il Passatore sembrava impossibile a tutti e due: era un qualcosa di troppo grande anche per me che fin dall’inizio son sempre stato ottimista circa il suo recupero. Eppure la Vita ci sta per regalare anche quest’altra possibilità! Dunque io, Gregorio, Gianpaolo e Matteo!!!
E poi il grande “Stefanuccio bello” che ti ringrazia emozionato per averlo portato a correre a 52 anni 30 km di fila! Lo stesso Stefano che si rammarica per non aver cominciato prima e non poter partecipare alla “spedizione” (le speranze però, nel momento in cui scrivo, non sono del tutto esaurite!).
E ancora Marco che “vorrei ma non posso”… l’amico che mi fa arrabbiare perché deve solo convincersi della sua forza… perché quando avrà sconfitto il suo limite mentale avrà senza dubbio la possibilità di presentarsi a Firenze per tentare ciò che avrebbe potuto fare già quest’anno.
Poi mia moglie, la mia più acerrima nemica: “Ma dove vai? Io sono contraria! Non sei un ragazzino! Ma che ti credi di essere!”. Anche a lei un grazie per avermi riportato spesso con i piedi per terra!
Infine i miei genitori ai quali la notizia della mia partecipazione l’ho data un poco alla volta per cercare di limitare la loro preoccupazione e i miei figli che, in questa circostanza, dalle parole e dagli sguardi che ci siamo scambiati, mi hanno fatto comprendere ancor più quanto superiore ad ogni cosa sia l’Amore che ci lega.
Ora veniamo al secondo aspetto. Lasciamo perdere le tabelle, le andature, i ritmi al chilometro e tutto ciò che vi ruota attorno. Ciò che ho capito fin qui è che per partecipare ad una 100 km non è sufficiente solo l’allenamento (io, per esempio, non sono per niente preparato come avrei dovuto esserlo). E’ necessaria anche una volontà di ferro, alimentata dal sogno e attraverso la quale si può sperare di arrivare a trasformare quello stesso sogno in realtà.
Ci vuole la consapevolezza che la vita si vive una sola volta sola e che non ci lascia spazio per avere rimpianti. Eppure anche la volontà non basta per arrivare a Faenza.
Avrete capito che questa è una gara diversa da tutte le altre. E se non basta l'allenamento, se non basta la volontà, di cosa c’è ancora bisogno? Questa volta occorre anche la follia.
Per quanto ti alleni e sei determinato, a meno che non sei un professionista, non puoi preparare e calcolare tutto. In 100 Km non puoi sapere ciò che succederà intorno a te e dentro il tuo corpo!
Ecco l’ignoto a cui mi riferivo all’inizio ed ecco l’ultimo elemento indispensabile per poter partecipare: un pizzico di sana follia, senza la quale rimani seduto sul divano a pensare a come sarebbe potuto essere!
Alla fine, non importa più la gara. Importa l’esperienza che hai vissuto per arrivarci: un’esperienza che ti tornerà utile in qualsiasi campo della tua esistenza.
Dicono che le difficoltà aiutano a migliorarsi: se corri per 100 km una cosa è certa… sarai certamente più preparato per affrontare gli ostacoli che la Vita prima o poi, ti presenterà.
Ecco … siamo alla fine! Cosa ci resta del tempo che ci è concesso quando arriviamo al termine del viaggio? Secondo me, restano esclusivamente le emozioni che abbiamo vissuto, che abbiamo cercato. E allora qualche volta diamo spazio alla follia, lasciamo da parte la razionalità e viviamo l’Emozione.
Ecco cosa spero che accadrà la notte tra il 26 e il 27 maggio 2018!
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Roberto Trasatti
Roberto Trasatti Gara: 100 Km del Passatore (26/05/2018) SCHEDA GARA |