Eccoci qui, di nuovo in viaggio per l’ennesima gara del 2015. Questa volta lo scenario è da mozzare il fiato:
GranSasso d’Italia, un posto meraviglioso.
Quest’anno purtroppo ancora sono a secco di escursioni in montagna, solamente qualche mese fa una bella passeggiata al rifugio Sebastiani, ma poca roba, domani invece la cosa si farà impegnativa … parecchio impegnativa.
I dati della gara parlano chiaro 2250 m di dislivello su 21,6 Km fra le vette ai piedi del Corno Grande, sentieri percorsi più volte, ma con andatura turistica …
la Skyrace è tutt’altro.
E’ sabato pomeriggio ed il viaggio risulta molto tranquillo senza intoppi, arrivo finalmente ad Assergi dove trovo gli stand e tutto il personale di accoglienza pronto a distribuire pettorali e pacchi gara, per fortuna sono arrivato presto e decido di andare subito a prendere la stanza che ho prenotato in un paesino sperduto tra le montagne Aquilane, dopo circa 14 Km di curve eccomi arrivato a Pescomaggiore.
Pescomaggiore, un paesino di pochi fabbricati che subito sembra trasmettere un’aria alquanto quiete e sinistra, dopo aver parlato col proprietario della struttura faccio un giro a piedi e mi accorgo che di tutte le case presenti solo poche sono ancora abitate, il resto sono inagibili, l’eco del terremoto del 2009 è ancora vivo e ben visibile.
Finito il primo giretto di ricognizione torno a Fonte Cerreto e assisto al briefing insieme a tutti gli altri partecipanti, come già avevo avuto modo di constatare il percorso sarà duro e selettivo; inoltre il cancello orario posto dopo le prime due salite è molto stretto (2h) e mi costringerà a stare attento al passo da portare in gara.
Finito il briefing, passo un po' di tempo con amici che mi sono venuti a trovare, si chiacchiera e si portano alla memoria ricordi dello scorso anno quando affrontammo il
Sentiero del Centenario (19 km in alta via scalando 5 vette con una percorrenza umana di circa 11 ore e mezzo), Ci riproponiamo di riaffrontare questa escursione a cavallo di ferragosto, speriamo che il tempo ci possa aiutare!
Aperitivo concluso, ci si saluta e si ritorna a Pescomaggiore, altro giro fra le rovine e la scoperta di un’antica struttura tutta transennata e ove al’interno sono presenti opere di rilevanza storica, ma che per l’esaurimento dei fondi rimangono prigioniere delle rovine.
Riuscire ad osservare questi luoghi senza fretta e senza pretese riempie l’animo di un misto fra stupore e tristezza, possibile che dopo oltre 6 anni le cose non sono state sistemate? La risposta è sotto i miei occhi: SI.
Oramai è sera e la luce che piano piano si fa fievole mi regala uno spettacolo favoloso che non posso lasciarmi scappare ed immortalare, cena frugale e si va a dormire in un silenzio quasi spettrale.
Ore 6:30 la sveglia suona, ma come al solito in questi particolari contesti la precedo di qualche minuto, Preparati i bagagli rimango ancora un po' ad ascoltare il silenzio interrotto solo dai i rumori della natura che si risveglia.
Fatta colazione e salutato il proprietario della struttura si parte. Appena arrivo a Fonte Cerreto percepisco l’atmosfera della gara, tutti che si preparano all’evento, sono le 7:30 ma già l’aria è calda e per essere a 1100 m è tanto, mentre inizio a riscaldarmi incrocio altri due Orange:
Francesco Giammarino e
Simone Pietro Nascimben, dopo esserci scambiati due parole ultimiamo il riscaldamento, ci diamo l’imbocca al lupo e attendiamo insieme a tutti gli altri lo start della gara.
La partenza è veloce ma dopo i primi metri di asfalto si gira a destra e si imbocca il sentiero del Vertical sotto i piloni della funivia, il primo km tengo bene ma subito mi rendo conto che l'andatura per me è elevata infatti a quota +300 devo inziare a mollare e rallentare il ritmo.
Un vero e proprio muro verticale che mi ha messo subito in crisi, tanto da obbligarmi a più soste, per fortuna l’esperienza di gare lunghe, oltre le 5 ore mi ha consigliato di fare le cose con calma, riprendere fiato e adottare un passo più consono alle mie possibilità, del resto una gara del genere non l’avevo mai fatta, quindi tutta esperienza!
Arrivato al primo ristoro a quota +500 inizio a sentirmi meglio, proseguo dopo un sorso di acqua e piano piano inizio ad intravedere
Campo Imperatore, un’occhio al cronometro mi fa capire che il tempo e l’andatura sono sufficienti per passare al cancello orario prima della sua Chiusura. Superato Campo Imperatore, ove l’organizzazione ha previsto un ristoro di liquidi e solidi, inizio la salita per la
Sella di Monte Aquila e qui la prima sorpresa: inizia a piovere, pioggia fredda di montagna, non mi lascio scoraggiare e indosso subito il K-Way, fortunatamente dura solo 5 min.
Arrivato alla sella vedo subito la discesa, controllo il cronometro e vedo che mancano 10 min alla chiusura del cancello, allora adesso discesa a tutta! Tecnica e difficile, ogni appoggio deve essere calcolato al millimetro per evitare un ruzzolone da cineteca!
Eccoci al
Rifugio Garibaldi, altro ristoro e ci siamo! 7 minuti che mi fanno passare indenne! In discesa poi vedo che riesco a far girare le gambe, quindi proseguo per campo pericoli e continuando verso la Mal Vaone, si scende forte e si avvicina alla Terza salita della giornata, un’altra inerpicata paragonabile al chilometro verticale di inizio gara:
Pizzo Cefalone.
Questa volta il passo è quello giusto, non esagero e cerco di salire sempre con un ampio margine sulla soglia Anaerobica, le gambe iniziano a sentire la fatica ma anche gli altri la sentono e mano mano che salgo riesco a recuperare qualche posizione!
Giunti in cima, sotto l’azione di un vento incessante e dopo un breve tratto in cordata, altro ristoro (in questa gara in cui l’organizzazione sembra perfetta ne sono stati previsti 9! Per fortuna dico io!).
Salutato e ringraziato il personale giù in picchiata, la discesa è molto tecnica e difficile, alcuni tratti mani e piedi, ma poi la pendenza si fa più agevole e permette di sciogliere e far girare le gambe, la rimonta continua!
Alla fine della discesa c’è l’ultima salita, quella che porta al
Passo della Portella e al
Rifugio Duca degli Abruzzi, le gambe iniziano ad essere stanche ma il fiato c’è e inizio a forzare un po’ il ritmo, come di consueto quando la distanza inizia ad essere tanta per me le cose migliorano, un piccolo inciampo in cima, qualche graffio ma mi rialzo immediatamente, arrivo al terzultimo ristoro e via giù per la ripida discesa che porta a Campo Imperatore.
In questa discesa cerco di aumentare il ritmo ma non è facile perche la fatica sulle gambe si fa sentire, infatti le prime avvisaglie di crampi mi consigliano di non eccedere.
Superato anche il ristoro di Campo Imperatore, giù a capofitto per la discesa che porta al bosco, qui incontro un gruppo di concorrenti che sembrano, nei tratti più tecnici e scoscesi averne più di me, infatti fatico molto a tenere il loro passo, ma non mi do per vinto e cerco mantenere la distanza.
Ultimo ristoro passato e inizia l’ultimo tratto di discesa, prima dolce e facile poi dentro al bosco pieno di tornanti e di fondo sconnesso, a metà bosco ecco di nuovo la magia, il mio terreno, pendenze non eccessive, cerco di far girare più possibile le gambe e rimonto il gruppo che mi aveva dato un bel distacco.
Ultimi chilometri in cui forzo, i piedi fanno male ma non mollo, sorpasso 1,2,3 … 10 concorrenti, rimane sono una ragazza con qui avevo fatto parte della salita a pizzo cefalone, qui l’effetto arrivo, allungo il passo e ci do dentro, la passo e la stacco, inizio a sentire i rumori dell’arrivo, cerco di farmi forza,
”dai manca poco, forza forza” ultimo tratto impegnativo, poi si apre la strada, ultimi 500 m in spinta a 4:30/km, per fortuna è finita taglio il traguardo 4h56:50.
Sembra quasi un’eternità in confronto ai primi, ma la soddisfazione di aver portato a termine questa durissima gara mi fa dimenticare i graffi e il mal di piedi.
Buona la prima Skyrace! Certo a volte me le cerco! Una più semplice no? Spirito Orange sempre all’avventura!!!!