Sono le 11:15 e sono appena salito sul trenino che dal litorale romano mi riporta verso casa, un lungo viaggio che mi da il tempo di riflettere su quanto accaduto non più di 45 minuti fa, la Roma-Ostia si è conclusa ma non come avevo sperato, l'obiettivo dell'ora e 24' sbagliato quasi del tutto, un senso di incompiutezza che pervade ogni singola molecola del mio corpo, calmierato solo dal caloroso abbraccio (con auguri annessi) da parte di una raggiante Roberta incontrata quasi per caso mentre si allenava.
Poca voglia di parlare e di analizzare la gara per cercare di capire se e dove c'era lo sbaglio, allora un bel sonno riposante è stato scelto come opzione risolutiva.
Questa mattina, dopo i bagordi serali, in compagnia di una grande compagnia Orange, la sensazione di oppressione sembrava oramai svanita, lasciando il posto a tutte le attività settimanali programmate.
Questo tempo di riflessione ha dato la possibilità alla mente di sbarazzarsi da tutti i condizionamenti psicologici che l'istinto e la foga agonistica mettono in campo, tanto da farmi rendere conto (sulla scorta delle parole del buon Mario Virdis: "Ale guarda che hai fatto una gran bella prestazione, non fissarti troppo sul dato cronometrico") che in fondo questa volta ero stato molto duro nei miei confronti, considerando disastrosa una prestazione che in fondo rispecchia fedelmente il cammino intrapreso da inizio anno per ritrovare la forma perduta dopo la Maratona di Firenze.
In questo, forse chi mi può capire bene è senz'altro il coach Forrest che ha imparato a conoscere i miei impeti agonistici e la grande voglia di trovare un costante miglioramento di gara in gara, come un'inesorabile rullo compressore.
In effetti dati alla mano, se confronto la prestazione di ieri con quella di un anno fa (il mio esordio nella capitale con la casacca Orange) i dati sono tutti a favore: Roma-Ostia 2015 1h33'56" a 4'27"/km, Roma-Ostia 2016 1h26'14" a 4'05"/km, un miglioramento complessivo di 7'42" pari a 18"/km, ma e soprattutto una media di bpm senza confronti: nel 2015 quasi 184, nel 2016 solo 172.
Tutti dati oggettivi che mettono in luce il grande salto di qualità che in meno di un anno è stato fatto, sospinto dalla marea Orange di cui faccio orgogliosamente parte.
Ieri più che dei dati prestazionali, sono stato rapito dalla possibilità di incontrare tanti componenti Orange con cui ho condiviso svariate situazioni, dal mare alle montagne, arrivando al piazzale antistante il Palalottomatica, un fiume Arancione mi ha investito, tante strette di mano, baci abbracci, due chiacchiere scambiate un po' con tutti, perché questo è quello che a me piace:
la CONDIVISIONE.
Poi ultimati tutti i saluti di rito, via a riscaldarsi in una giornata che si preannuncia perfetta dal punto di vista meteorologico (una volta imboccata la Via Cristoforo Colombo ... vento in Poppa!!!!).
Un po' di su e giù con
Paolo e Fabio Bontempi, durante i quali sento da lontano qualcuno che commenta:
"oh eccoli ... attenti a quei due!" (oramai iniziano ad essere riconosciuti un po' dappertutto, confermato anche dai pettorali assegnati 715 e 716!!!) poi si entra in griglia rossa, quest'anno un bel salto di livello, fianco a fianco a tutti i nostri TOP Runner:
Daniele Pegorer, Emanuele Pastore, Gianluca Spinosa,Giovanni Roberto, Carlo di Basilico, Gianluca Corda, Roberto Ferrara, Gianluca Alba, Alfredo Donatucci, Giuseppe Dell'Olio, Fabrizio Galimberti, Maria Casciotti, Alberto Lauri, Paolo Giovannini, Enrico Marsoner, Rosario Peccerillo, Giovanni Tiscione, Simone Pietro Nascimben, in ultimo (ma solamente per ordine di narrazione) le nostre punte di diamante, capaci di prestazioni sempre oltre le righe ed in cima alle classifiche assolute:
Domenico Liberatore - strepitoso 31° assoluto in grado di migliorarsi rispetto all'anno scorso di quasi un minuto,
Danilo Osimani - una garanzia di successo, in grado di confermare il suo valore,
Neil Alan Slettehaugh - indiscusso fuoriclasse d'oltreoceano che si unisce alla marea orange in queste grandi occasioni,
Francesco De Luca - che abbiamo il piacere di ritrovare tra i nostri colori dopo un lungo periodo,
Cristiano Ceresatto - atleta dal grande profilo pari solo alla sua tranquillità e riservatezza.
Un avvio molto impegnativo immersi in una folla un po' disordinata e impaziente, quasi il rischio di essere buttati per terra, ma poi tutto scorre via liscio, alla prima curva intravedo un volto familiare ai bordi della strada, guardo bene è
Elena Monsellato, che grida a squarciagola i nostri nomi (Ale e Paolo) susseguirsi di curve, cerchiamo di controllare la situazione anche se in discesa verso Via dell'Oceano Pacifico il passo si allunga e sconfiniamo sotto i 4'/Km programmati nei giorni precedenti, di nuovo si svolta, si cerca di fare attenzione agli appoggi, alle macchine simpaticamente lasciate dagli automobilisti romani nonostante i divieti e le chiusure al traffico programmate da mesi.
Piccolo contatto con Giuseppe Dell'Olio per fortuna senza nessuna conseguenza e finalmente imbocchiamo la Via Cristoforo Colombo, da adesso in poi è tutto un lungo rettilineo, bisogna fare fede a tutti gli allenamenti sul ritmo e cercare di risparmiare tutte le energie possibili in vista delle ascese.
Qualche runner intransigente cerca di passare in pertugi che normalmente sono affidati agli speleologi, ma per fortuna il buon senso ha la meglio, la strada è quasi liscia (a parte le solite radici in corsia d'emergenza) ma oramai abbiamo conquistato il nostro spazio ed il nostro ritmo, veniamo sfilati da Gianluca Alba, Fabio Bontempi e Carlo Di Basilico che proseguono con il loro passo la gara, davanti a noi il riferimento a distanza quasi costante di Alberto Lauri e Maria Casciotti, affrontiamo con molta cautela la prima salita, tempo di rifornirci di acqua e di trovare la giusta cadenza, la strada che piega leggermente verso destra, scende ed ed ecco che si inizia ad intravedere la salita più impegnativa quella del camping, la imbocchiamo cercando di non eccedere troppo con il ritmo e puntando sul contenimento degli sforzi, ma purtroppo questa asperità ci lascia un po’ di tossine nelle gambe, appena scollinato facciamo fatica a riprendere il ritmo ideale, superato il falsopiano ecco che si presenta davanti a noi la lunga discesa con lo sfondo del litorale romano.
Lungo questi km di discesa cerchiamo di riprendere il nostro ritmo ideale, per un po' ci riusciamo (circa 3 Km in cui riusciamo a stare nell'intorno dei 4'/km), ma come oramai avevo potuto constatare durante la salita il tempo prefissato è compromesso, adesso bisogna solo cercare di resistere.
I chilometri scorrono via uno dopo l'altro, la sensazione di fatica si fa sentire, cerchiamo di non mollare, verso il 17° km veniamo affiancati da Enrico Marsoner e Paolo Giovannini, li prendiamo come punto di riferimento volante, ma mentre Paolo si invola verso la rotonda, Enrico sembra rimanere a distanza costante, un incentivo in più per tenere duro, oramai siamo quasi alla fine della Colombo, ed ecco comparire un miraggio sullo spartitraffico
Marco Novelli, che ci incita e ci immortala nell'ultima piccola asperità, in questo tratto recuperiamo terreno su Enrico, ma non a sufficienza, imbocchiamo finalmente la rotonda e poi il lungo mare, solito effetto distorsivo di fine gara dove le distanze sembrano interminabili, quasi all'inversione abbiamo l'occasione di distrarci dalla fatica e incitare i nostri compagni di squadra, poi tocca a noi svoltare.
Adesso ultimo rettilineo, Paolo mi si affianca e mi porge la mano, ce la stringiamo in segno di soddisfazione del lavoro svolto, poi ci involiamo verso il traguardo, oggi lo spunto non ci sta come al solito e così chiudiamo questa sofferta gara.
Ci sono volute quasi ventiquattro ore per trovare il lato positivo in una prestazione che all'inizio aveva lasciato un po' l'amaro in bocca, ma l'obiettivo ancora non è stato raggiunto, domenica prossima il lunghissimo di Rieti e poi ...
10 APRILE, di nuovo appuntamento con la storia ....