Quando l’amicizia ti fa “pistare” di Patrizia De Castro, 02/10/2010
Francesco Scarparo e tanti amici.
«Porchetta e vino rosso vanno bene per correre? »
Gli occhi blu del Mitiko Franci non hanno dubbi: «BENISSIMO Pat! Tranquilla la facciamo assieme!»… ma da buon amico paziente e comprensivo delle paranoie femminili ha riempito i tavoli di pizze di tutti i tipi, patatine, tramezzini e rosticcerie varie da un lato, dall’altro torta alla nutella, crostata all’albicocca e bibite, vini, spumanti …
«Franci ma l’acqua? »
«l’acqua? Cos’è? Vai a rosso che corri meglio! »
Sono all’inaugurazione del nuovo punto vendita ai Castelli dell’amico Orange Francesco Scarparo, sono lì con l’impagabile Salvatore Quattropani che c’è sempre quando gli chiedo di darmi una mano e sfoderate le nostre attrezzature fotografiche cerchiamo di rendere fotograficamente la giocosità di questa inaugurazione …
Il giorno prima Franci mi aveva telefonato per chiedermi «come mi metto? Sportivo o elegante? »
Io gli avevo risposto «come ti pare! Sei bello uguale!» ed ora me ne pento perché s’è messo in tenuta “da spiaggia”… maglietta e bermuda… te possino!… ma Franci è così e gli si vuol bene per questo.
Tra scatti e macchiette varie, scenette improvvisate in un esilarante crescendo di “buffoneggiamenti” in cui riesco a coinvolgere anche il più serioso degli ospiti … mi dimentico completamente che poi alle 21.00 mi toccherà fare 8 km e 200 metri con i miei due fantastici pacemaker… e accetto volentieri l’ennesimo spumante che Franci ha stappato e a ogni mio tentativo di replica «Franci ma dobbiamo correre!» … mi zittisce con un «Tranquilla, male che va ti porto sulle spalle! »
Il patto era quello … di passare il pomeriggio assieme e poi avere l’onore di essere “accompagnata” dal Mitiko Franci alla Corrida di San Michele a Pomezia … ma la gente continua ad arrivare ed è tardi … per quanto Pomezia sia vicino dobbiamo andare … “occhi blu” mi guarda … e sono io ora a dirgli «Tranquillo Franci, è ovvio che devi restare … è la tua inaugurazione … »
… Lo vedo che è dispiaciuto di non poter mantenere la promessa … ma non voglio che se ne dia pensiero … ed anche Salvatore mi da man forte «Francesco tranquillo, ci penso io a farla “pistare”!»
Ci cambiamo negli spogliatoi del negozio e guidati da Franco Valerio (che dopo un “no grazie!” iniziale ho visto sempre con un bicchiere di rosso in mano …) arriviamo trafelati a Pomezia.
Quando mi guardo intorno e mi rendo conto che siamo un centinaio di podisti … capisco che mi toccherà il ruolo dell’ultima oggi … ma ho intorno Mirella Cicivelli, Giovanni Golvelli, Mauro Altobelli, Roberto Naranzi … sono tra amici … non importa … e dopo un paio di «No la corro!» di risposta ad emeriti sconosciuti che mi chiedono «Non fai le foto oggi? » …
… nell’attesa dello start mi rendo conto che sono arrivata qui alla linea di partenza e non me ne sono neanche resa conto … gliela farò dopo aver bevuto, mangiato e passato le ultime cinque ore sempre in piedi a scattar foto?
Guardo Salvatore interrogativa … e Salvatore guarda me … sorride (legge sempre le mie paronoie nei miei occhi!) e mi dice «ce la fai! Li abbiamo fatti mercoledì! » ... «appunto Sarvatò! Non sarò troppo stanca? »
Ammiro di Salvatore come invece di spazientirsi e “strozzarmi” riesca sempre a rispondermi con un tono di voce calmo e tranquillizzante … praticamente in quei momenti io mi odio … e lui mi adora divertito …
Start! È andata … ora tocca solo “pistare” …
Salvatore mi rimprovera subito.... «come al solito sei partita a razzo! Stai andando a 5:00! Devi rallentare! »
«Sarvatò ma siamo gli ultimi … se no perdiamo il gruppo! » … il “brutto” delle gare piccole è sempre questo …
Il primo chilometro e mezzo si gira intorno alla Torre … per quanto il traffico non sia stato completamente bloccato si corre tranquilli con un servizio d’ordine attento e presente … ho Mirella davanti a me a pochi metri e mi rendo conto (sapendo bene a quanto va lei) che sto esagerando … rallento un po’ e mi metto un passo più indietro di Salvatore in modo da seguire il ritmo che lui mi dà … cerco di pensare positivo … perché so che si avvicina il rischio mal di fegato a queste “velocità”…
… ed infatti puntualmente si presenta … «Fancu! » mi esce dalla bocca … lascio scorrere Salvatore ad un paio di metri da me cercando di recuperare …
… lo so che Salvatore non se ne andrà perché lui ha lo stesso senso dell’amicizia che ho io e se la facciamo assieme … la facciamo assieme … ma so che lui in più legge i miei pensieri ed i segnali di stanchezza del mio corpo e farà in modo di trascinarmi comunque …
… ed infatti corre in “versione carota” (quando potrebbe andare tranquillamente a 5:00… lui si!) e lo vedo che mi tiene d’occhio dagli specchietti retrovisori della coda dell’occhio … ed ogni tanto fa finta di farsi prendere per allungare poi nuovamente l’elastico e trascinarmi con se … e mi parla il giusto perché io non perda quella determinazione con cui mi ha visto partire a razzo.
Ho il busto rigido per contenere il dolore al fegato e Salvatore in una leggera discesa mi invita a respirare col naso lentamente per recuperare … e poi ancora «dai Pat, stai andando alla grande! »… così fino al quinto sofferto chilometro …. poi incrociamo Giovanni che viene giù nel senso opposto e mi guarda, sorride e mi dice «forza Pat!»…
Nelle tante foto che ho fatto sempre a Giovanni negli ultimi due anni so che lui è sempre molto concentrato sulla sua corsa e se mi vede sorride ma in genere non parla … quell’incitamento di Giovanni è come un vento leggero che mi sospinge … e all’improvviso il dolore scompare e affianco Salvatore (o meglio è lui che ha rallentato vedendo la mia ripresa …) ed affrontiamo la salitella dove ci aspetta il cartello del settimo chilometro …
… lui aumenta la frequenza nel parlarmi perché si accorge che a quel punto sono stanca … ed il suo «stai andando alla grande! » diventa «stai andando alla grandissima!» …
Il ragazzo del servizio d’ordine mi incoraggia dicendomi che mancano solo 200 metri … gli sono grata, ma è un trucchetto che conosco bene perché bleffo anch’io con i podisti quando faccio le foto … lo so che si è dimenticato di mettere un uno davanti … mancano 1200 metri non duecento! E devo dire che mi sono pesati tutti … proprio tutti … avverto la preoccupazione di Salvatore … dalla frequenza delle sue parole … sto bene ma sono molto stanca e per tutti i 1200 metri praticamente ininterrottamente mi parla e non smette di elogiarmi … e finalmente arriva la svolta della piazza …
... ora si! mancano davvero duecento metri … accelero, glielo devo, a Salvatore piace fare lo sprint finale e la volata è fantastica tra la gente che passeggia sulla linea dell’arrivo (mi sa che non aspettavano più nessuno!)…
Piegata ed appoggiata a Salvatore più o meno come nella foto di Loretta all’arrivo di Colonna, guardo il Garmin che mi sono dimenticata di stoppare … 47:55 … alzo la testa, lo guardo e gli dico:
«fancù Sarvatò… mi hai fatto correre a 5:50 a km!!! » …
«Ioooooo??? Ma se sei partita a razzo!!! »
Adoro questi battibecchi con Salvatore … è il segno della nostra grande amicizia … con lui so di poter “sproloquiare” liberamente perché va sempre oltre le parole … una delle cose più belle che mi disse quando temevo che i miei “fancu podistici” potessero offenderlo fu «lo sento che lo dici con affetto …»
Approfondisco le informazioni del Garmin … ho fatto i primi tre chilometri a 5:30 e poi il resto intorno ai 6:00…
Grazie Sarvatò!
… ma adesso?... come lo dico a Valerio Trombetta? (c’è qualcuno che non sa chi è?)
Post-gara.
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Patrizia De Castro
Sarvatò! ovvero Salvatore Quattropani Gara: Corrida di San Michele (01/10/2010) SCHEDA GARA |