Nei primi giorni di aprile, causa una dolorosa infiammazione alla caviglia sinistra, dovuta all´eccessivo utilizzo di un paio di scarpe ormai usurate, ho chiesto al Presidente Pino Coccia di iscrivermi alla gara di Rieti che mi accingevo a "preparare" allenandomi con la cyclette.

Su quest´ultima ho pedalato sino a due ore consecutive con sforzo progressivo, quindi senza gli impatti del piede al suolo la caviglia sembrava perfettamente guarita.

Debbo dire che sono giunto a Rieti anche con un pizzico di curiosità circa l´esito finale, ossia nutrivo qualche dubbio sul fatto di riuscire a chiudere la gara rimanendo intorno ai miei ritmi; in pratica, desideravo concluderla per verificare gli effetti della
cyclette sul mio fisico abituato solo a correre.

Pertanto, sono partito tenendo un´andatura di circa 4 min/km e sino al 15°/16° tutto è andato bene; anzi per un attimo ho creduto di poter spingere di più nel tratto finale. Invece, proprio nei km più impegnativi è tornato nuovamente a farsi sentire il dolore alla caviglia che ovviamente non mi ha più permesso di correre in scioltezza.

Tuttavia, se il dolore poteva essere da un lato prevedibile, ciò che non immaginavo possibile era senz'altro il tempo finale (h 1.25.19) che ritengo discreto in considerazione non solo dei problemi sopra accennati ma anche dal fatto che a Rieti si giunge sempre un pochino "scarichi" dopo la Roma-Ostia e la Maratona di Roma.

In conclusione, posso dire con certezza che in questi casi la cyclette può rivelarsi un ottimo mezzo di allenamento per conservare un discreto stato di forma fisica. Non dico nulla per quanto riguarda la mia caviglia sinistra, che è tornata nuovamente a farmi male ma che certamente non potrà impedirmi di essere presente a Frascati per mantenere la parola data il 2 giugno 2007 al Grande Leandro Croce.

Alfredo