Come molti sanno vivo in Spagna dal dicembre 2018. Il posto che ho scelto è stato la Galizia, uno dei luoghi più piovosi e più naturali della Spagna. In Galizia, precisamente a Santiago, finiscono tutti i cammini di pellegrinaggio apostolico e non, poi chi vuole, prosegue fino all'oceano a Finisterre o Muxia per provare l'emozione che gli antichi provavano a vedere quello che credevano fosse la fine del mondo.
Amo la Galizia, dove è sempre tutto verdissimo e l'oceano immenso ti guarda a volte sonnacchioso a volte con furia con onde alte anche 7-8 metri o più.
Da quando sono qui cammino molto, lungo la costa, all'interno, con il mio cane, con amici che vengono a trovarmi dall'Italia per cercare di comprendere la mia scelta di vita o semplicemente per provare.
Dopo un anno di camminate che qui si chiamano "andaines" sola e in gruppo, mi sono iscritta alla Mezza Maratona di Madrid che si svolgerà in aprile, ma ricordando le mie avventure italiane e per fare un po' di allenamento
domenica scorsa ho affrontato (con un po' di incoscienza) il mio primo trail. Contemporaneamente al mio di 18 km circa si svolgeva un trail lungo di 28 e due "andaines" di 12 e 14 km.
Molti mi avevano guardato con meraviglia affermando che fosse un po' duro, ma la realtà ha superato la mia immaginazione.
Pioveva, ma qui si sa piove sempre, non ha mai smesso di piovere, però pioveva anche il giorno prima così
fango acqua sono stati i componenti principali, all'insegna di "3 passi avanti e 1 indietro" accompagnata da due ragazze che non mi abbandonavano mai (salvo ai ristori dove loro mangiavano e io andavo avanti), spesso spinta sul fondo schiena per riuscire a non scivolare o tirata a forza sui dislivelli bagnati speravo, ogni tanto di poter corricchiare come ho sempre fatto in discesa.
Purtroppo quasi sempre quando questo mi riusciva, nella rincorsa sbagliavo strada e così raddoppiavo il tratto!!!
Io sono un diesel e sempre capatosta, così non mi sono ritirata e ho proseguito tutto il percorso salvo un tratto di 1 km e mezzo in cui ci hanno dirottato con auto più a valle poiché per motivi di sicurezza avevano levato la corda del tratto successivo rendendo impossibile il passaggio a piedi.
Il percorso che si snodava nel bosco e con un passaggio fino a 700 m era pieno di fango, anzi era solo fango e foglie secche e umide, ruscelli che lo attraversavano, piccoli sentierini e salite e discese continue, ma il bello doveva venire quando pensavo, guardando l'altimetria, che fosse tutto in piano.
Intanto al terzo ristoro avevano posizionato un plastico di circa 40 metri con acqua per uno scivolo improvvisato che, naturalmente io non mi sono fatta mancare (
ricordo che sono stata una strongman, strongwoman cioè).
Dopodichè cominciava un percorso che credo sia stato segnato da un sadico: immaginate un torrente reso bello carico dalle piogge che si snoda a serpentina nella vallata e una serpentina opposta che lo attraversa continuamente.
In alcuni punti si passava su tronchi, in altri su palanche semi affondate, in altri il passaggio poteva avvenire solo immergendosi fino alla vita o quasi e reggendosi a corde, a volte i piedi e le gambe affondavano letteralmente in una melma scura che negli incubi peggiori somiglia molto a sabbie mobili! Credo che la prontezza di spirito me ne ha evitato l'incubo aggrappandomi letteralmente alle radici vicine!
Il bello di questi continui e umidi attraversamenti era che incontravi periodicamente i camminatori che sicuramente facevano un percorso semplificato e evitavano quasi tutti gli attraversamenti natatori.
Il mio Garmin, tra fango e pioggia e torrenti mi ha abbandonato presto, le ragazze che stavano con me mi hanno confermato che dei quasi 18 km ne ho completati almeno 15,800, sopra le 4 ore, però, al di là dei numeri,
resta la mia testa e le mie gambe e il ricordo che testa e gambe conservano di tutte le gare e di tutti i trail fatti con la Podistica negli anni.
Certo non vi ho incontrato, sul percorso, certo non vi ho visto all'arrivo, però, amici miei vi ho pensato tanto.