La più sudata, la più sofferta di Romano Dessì, 21/04/2018
Romano, in ottima compagnia, al villaggio maratona per il ritiro del pettorale (foto G. Bartolini) Cari amici solidali, non credevo che la mia maratona fosse stata così sofferta, dopotutto era la mia maratona n° 102, confermando il titolo di senatore. Avendo quel titolo ti accorgi che hai gli occhi addosso, come se fossi un campione vero. Alla partenza, strette di mani e complimenti, delle volte vorrei diventare invisibile, ma so che non è possibile. Intanto si sente in lontananza lo speaker che fa il conto alla rovescia per far partire la prima onda, e mentre aspettiamo il nostro turno, cerco la giusta concentrazione per questa lunga galoppata che ci porterà in giro per Roma.
Roma, la città più bella del mondo, con i monumenti più belli al mondo, ma con le strade piene di buche che sembrano voragini, e angoli che ci fanno ricordare le ormai famose favelas brasiliane. Cerco di non distrarmi per centellinare le forze, ma lungo il percorso non posso fare a meno di vedere le baracche che stanno sulle rive del nostro amato Tevere, forse perché sono stato un baraccato riesco a capire quello che prova questa gente senza passato e senza futuro, gente che sta ai margini di una società che li ha dimenticati. Vedi quelle baracche e pensi di essere fortunato, per aver un tetto sulla testa.
I pensieri mi portano alla mia amata Podistica Solidarietà, che cosa vuol dire essere podisti solidali? Per me significa donare sottotraccia, senza farsi vedere e senza nessun clamore.
I km passano inesorabili passando davanti la Sinagoga e tutto il Lungo Tevere fino a Piazza Cavour, poi ti ritrovi davanti agli occhi San Pietro, maestosa, unica al mondo, e ripensi a quello che avevi visto prima, in luoghi desolati, penso che non ci sono solo i cardinali e i vescovi che vivono nel loro lusso, ma ci sono anche i preti che hanno condiviso il loro pane con gli ultimi. Passato San Pietro cerco di non pensare a tutti i problemi che ci affliggono, ma cerco di concentrarmi di nuovo sulla gara, ma non si possono dimenticare le varie edizioni della maratona che mi hanno visto passare lungo quelle vie, gli amici che ci hanno lasciati hanno lasciato un impronta indelebile su quell'asfalto bucherellato. I loro fantasmi mi camminano a fianco, esortandomi a continuare portandoli nel mio cuore all'arrivo. Nel mentre il caldo aumenta e sembra che i ristori non bastino più. Ci si bagna a più non posso per sopperire alla calura improvvisa, e si beve come cammelli.
La gente sul percorso ti incita a finire, chiamandoti per nome, stampato sul pettorale. Il percorso è sempre quello, ma ogni volta è come la prima volta, vedi degli scorci che non avevi visto l'anno passato, per me una maratona è una storia a se, e come fare l'amore per la prima volta, ci trovi sempre emozioni e sensazioni diverse. Supero gente che forse ha osato un po' troppo alla partenza, ma così è, questa è una di quelle gare che non perdonano il minimo errore, e io ne ho fatti tanti fino ad affinare una strategia vincente per me. Pensando, pensando, il traguardo si avvicina, senti lo speaker che annuncia l'arrivo di tutti i concorrenti, io vorrei diventare invisibile, arrivare al buio, senza nessuno che ti chiami che applauda il mio arrivo, vorrei arrivare solo, con tutte le sofferenze e le gioie che mi ha dato questo meraviglioso percorso, fatto di solitudine e degrado.
|
Romano Dessì
Il pettorale speciale di Romano da 'Senatore' Gara: Maratona di Roma [TOP-GOLD] (08/04/2018) SCHEDA GARA |