Momenti di "paura.." a Monte Livata. di Attilio Di Donato, 03/08/2008
Attilio Di Donato, pronto a fare autografi. (foto di Giuseppe Coccia) A casa mia comando io. Pertanto ho deciso io il momento giusto per scappare da sotto il letto, farla in barba a mia moglie che mi piantonava davanti la porta di casa con la scopa in mano e venire a Subiaco per partecipare alla “Speata”.
Il nostro presidente mi aspettava con ansia sulla linea di partenza ed io puntualmente sono arrivato. Abbiamo portato le macchine su all’arrivo e lì mi sono accorto che avevo lasciato i pattini a casa, così sono sceso con la navetta insieme a Sergio Paris e Nikka Cesarini.
Sul pullman che ci portava giù abbiamo avuto modo di renderci conto della durezza del percorso, fatto di tornanti e salite ripidissime, soprattutto nei primi 4-5 chilometri.
Ma io non mi sono scoraggiato e avevo una voglia matta di riscattarmi dalla brutta figura rimediata a Luco dei Marsi dove sono arrivato penultimo.
A valle mi attendeva il mio grande amico e presidente Pino Coccia il quale ha deciso stavolta di non partecipare e di studiare dall’esterno il comportamento degli altri top runner per poi adottare la tattica giusta in vista delle gare della prossima stagione (questa non me la tagliare!).
Dopo un piccolo riscaldamento da fermo sono partito a razzo subito dopo il via dello starter e mi sono subito ritrovato in coda al gruppo perché la strada era talmente ripida che mi impediva qualsiasi movimento.
Ho percorso i primi 4 km ad una velocità più lenta di quella di una lumaca in soprappeso ma poi, quando la strada ha cominciato a spianare è entrato in azione il turbo e ho progressivamente accelerato, lasciandomi alle spalle parecchi tapascioni in cerca di gloria sulle strade laziali.
La mia gara è proseguita in modo regolare. Appena mi prendeva un momento di sconforto pensavo a quanta gente mi stesse aspettando con ansia sulla linea del traguardo per applaudirmi.
Sicuramente ci sarebbe stato Pino, preoccupato per la mia sorte e gli altri orange che mi precedevano.
Finalmente, a circa un paio di chilometri dall’arrivo, la strada comincia a spianare. Io, con uno scatto da primatista mondiale, mi catapulto verso lo striscione dell’arrivo e lo supero chiudendo la mia gara in un ora e trentaquattro minuti.
All’arrivo, con mia infinita sorpresa mi aspetta invece un nugolo di bambini con carta e penna per la firma degli autografi. Io mi siedo solo un attimo su un marciapiedi per riposarmi.
Non appena mi sfilo le scarpe che mi facevano un male tremendo vedo che i piccoli improvvisamente diventano bianchi in volto e dopo due secondi scappano a gambe levate lasciando sul posto i fogli e le penne.
Al principio non riesco a capire cosa li avesse tanto spaventati: le scarpe certo non odoravano ma non poteva essere quella la ragione della loro fuga! dopo avermi guardato i piedi mi rendo conto di quello che era successo: i bambini sono rimasti terrorizzati alla vista dei miei calzini, del tipo “fantasmini”, così comodi ma che si sono rilevati pericolosissimi per chi non li conosce.
Non lo sapevo! Giuro che non li indosserò più. Deluso, mi sono rimesso le scarpe e sono andato alla macchina per cambiarmi. Cos’altro avrei dovuto fare? Adesso, se qualcuno riesce a rintracciare questi bambini, spiegherò tutto a loro. Intanto gli autografi li ho firmati.
Ciao a tutti. Attilio.
Grande prestazione di Antonella Malgrande.
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Attilio Di Donato
Carlo Angiolucci, la gioia dell'arrivo. (foto di Giuseppe Coccia) Gara: La Speata (03/08/2008) SCHEDA GARA |